Il percorso per l’approvazione del disegno di legge Zan, che nasce per contrastrare l’omotransfobia, si fa sempre più accidentato anche alla luce del voto segreto che è stato approvato in Senato sulla legge.
Il rischio di affossamento a Palazzo Madama, infatti, è dietro l’angolo: basti pensare che la richiesta di sospensiva non è passata per un solo voto. Il ministro dell’agricoltura Stefano Patuanelli infatti, per l’occasione, è dovuto correre in aula al Senato per garantire anche il suo voto. E ancora una volta decisivo, ironia della sorte, è stato l’ex senatore grillino Alfonso Ciampolillo detto “Lello” che, almeno in questa occasione, ha salvato il percorso della legge. Risultato: I contrari alla sospensiva sono stati 136, i favorevoli 135. Un antipasto di quello che potrebbe accadere in caso di ricorso al voto segreto.
Questo primo round in Senato, che manifesta sul nascere un percorso ad ostacoli, sta a dimostrare un fatto: quando il Vaticano parla, difficile che non trovi sponde. E la Chiesa, non è un segreto, qualche senatore di fiducia pronto a portare avanti le istanze papali l’ha sempre avuto in tutti i partiti (alcuni dei quali addirittura insospettabili).
Ddl Zan: i cattolici nelle fila dei Cinque Stelle
Il più cattolico dei cattolici grillini è Sergio Puglia, senatore campano. Era infatti il 2016 quando il Parlamento discuteva di stepchild adoption (che poi non è stata approvata) e che il gruppo parlamentare grillino fosse pieno di mal di pancia, già ai tempi, non era affatto un segreto. I senatori contrari alla misura, infatti, erano almeno una ventina (non tutti venuti allo scoperto) e rischiavano di spaccare il partito. L’intervento del fondatore Gianroberto Casaleggio, che aveva il controllo del partito, fu provvidenziale perchè lascio ai senatori libertà di coscienza sulla votazione. Il senatore infatti, pur di non votare il provvedimento con la stepchild, era pronto ad essere espulso dal gruppo.
Tra i cattolici del Movimento, però, figurano anche figure di primo piano che, durante il voto per la sospensiva in Senato, erano assenti ingiustificati. Il nome che più fa rumore è quello della pasionaria Paola Taverna. Ma a lasciare la poltrona vuota sono stati anche Giuseppe Auddino, il senatore veneto Gianni Girotto, Pietro Lorefice, e Sergio Vaccaro. Voti preziosi che potrebbero essere decisivi. E che potrebbero incidere, a maggior ragione, con il voto segreto.
Ddl Zan, qual è la posizione di Giuseppe Conte?
Un rebus sul ddl Zan, che è ancora tutto da sciogliere, è la posizione di Giuseppe Conte. Il leader grillino in pectore, rispondendo per strada alle domande di un giornalista, ha fatto sapere che prima o esprimerà la sua posizione. Un’attesa che lascia dubbi su un sostegno incondizionato alla legge anche perchè, non è un mistero, Conte è cattolico ed ha sempre avuto un ottimo rapporto con il Vaticano. Motivo per cui anche lui potrebbe offrire delle sorprese.
Ddl Zan, i cattolici tra gli ex grillini
Se tra i grillini i cattolici tendono a nascondersi, tra gli ex grillini non è più così. È già agli atti, infatti, che Mattia Crucioli, Gregorio De Falco, Marinella Pacifico hanno votato a favore della sospensiva. Ma sensibile alle sirene cattoliche è anche Tiziana Drago, che era entrata in conflitto con il Movimento per aver partecipato al Congresso delle Famiglie di Verona del 2019. In quell’occasione Drago aveva espresso il suo sostegno alla famiglia naturale rivelando che all’interno del Movimento non era l’unica a sostenere quella posizione. La senatrice siciliana è poi entrata nel gruppo di Fratelli d’Italia. Altri senatori ex grillini che “non ritengono prioritario il ddl Zan” sono il lombardo Gianluigi Paragone, Rosa Silvana Abate e Saverio De Bonis.
I cattolici centristi (e non) all’interno del Senato della Repubblica
In occasioni della votazione degli articoli sul Ddl Zan ogni voto sarà importante, anche quello dei centristi. I quali, per quanto in numero ridotto, possono rivelarsi decisivi. La moglie di Mastella Sandra Lonardo, che siede in Senato, ha già detto che “senza dialogo la legge non sarà approvata“. Così come cattolica doc è Paola Binetti dell’Udc che chiede che nella legge “non ci siano ambiguità sulla libertà di pensiero e di scelta“. Si accoda alle posizioni critiche anche il gruppo delle Autonomie, che vuole modifiche alla legge. Ma anche il senatore del Partito socialista italiano (Psi) Riccardo Nencini che chiede un chiarimento sull’articolo 4 delle legge.
Ddl Zan, i cattolici nel Partito Democratico
E poi c’è il Partito Democratico, che tramite Enrico Letta difende il ddl a spada tratta. Anche qui, però, non mancano gli oppositori alla legge sensibili al verbo cattolico. Uno tra tutti è il capogruppo del Pd al senato Andrea Marcucci, che chiede ad Enrico Letta di aprire un dialogo con il centrodestra. Ma cattolica è anche Valeria Valente, senatrice del Pd assieme anche all’ex ministra Valeria Fedeli, Alessandro Alfieri e Stefano Collina. “Meglio approvare il testo con un dialogo che andare allo scontro e perdere tutto il lavoro fatto” è il senso del ragionamento.
La cattolica Italia Viva portavoce delle preoccupazioni della Chiesa
E infine c’è Italia Viva che, dopo le critiche del Vaticano a maggior ragione, chiede al Pd un dialogo con tutto il centrodestra. Il voto segreto, secondo il senatore Matteo Renzi, è un “rischio troppo grande” e potrebbe affossare tutto l’impianto della legge (anche gli articoli su cui c’è un accordo unanime). Tra i più grandi sostenitori di una modifica legislativa c’è il senatore di IV Davide Faraone, ma i senatori di Italia Viva sembrano piuttosto compatti su questa linea.