L’indiscrezione del Foglio su una possibile candidatura nelle liste del M5s alle prossime politiche del professore di sociologia del terrorismo Alessandro Orsini ha mandato in tilt grillini ed ex grillini. Orsini, docente ed esperto di sicurezza internazionale, è diventato un volto noto dei talk show dopo lo scoppio della guerra tra Russia e Ucraina, alzando un polverone mediatico per alcune delle sue posizioni, considerate da molti osservatori filo-russe e anti-occidentali.
Il nuovo De Falco o il nuovo Paragone?
L’esperto della Luiss, dopo le polemiche sulle sue partecipazioni alle trasmissioni della Rai, sarà anche protagonista di uno spettacolo teatrale dal titolo: “Ucraina, tutto quello che non ci dicono”. E secondo il retroscena, poi smentito dal M5s e dal diretto interessato, potrebbe essere uno dei volti nuovi dei Cinque Stelle in vista della prossima campagna elettorale nazionale. “Perché no, potrebbe essere il nuovo De Falco o il nuovo Paragone”, si sussurra in Transatlantico.
Mentre i parlamentari del Movimento sono divisi. “Orsini non c’entra nulla con noi, piuttosto è stato vicino al Pd”, dice a true-news.it un deputato pentastellato. C’è chi invece pensa che una candidatura come quella del professore di sociologia possa tirare la volata a un M5s in difficoltà nei consensi. Ma Orsini può essere il nuovo De Falco o il nuovo Paragone?
De Falco contro il “metodo delle figurine”
Il senatore ed ex ufficiale di Marina divenuto celebre dopo il naufragio della Costa Concordia e il suo “salga a bordo c…o” indirizzato al Comandante Francesco Schettino, durante i momenti più concitati della tragedia dell’Isola del Giglio, è stato contattato da true-news.it. “Così continuano a scegliere la popolarità senza tenere conto delle idee di cui la persona è portatrice”, ci dice al telefono De Falco.
Che è critico sul metodo delle “figurine” e infatti ha abbandonato la nave del M5s in tempi non sospetti, espulso alla fine del 2018 per non aver votato i Decreti sicurezza del governo gialloverde e per essersi opposto al condono per le case di Ischia, inserito nel Decreto sull’emergenza del Ponte Morandi di Genova. “Io, ed era chiaro, che ho nel Dna il soccorso in mare, non avrei mai avallato il cambio di rotta del Movimento, che sotto ‘Gigino’ (Di Maio ndr), ha abbandonato il canone del ‘nessuno rimanga indietro’ “, spiega De Falco a true-news.it.
Paragone: “Problemi loro, noi siamo al 3,5%”
E poi c’è Gianluigi Paragone. Anche lui senatore, anche lui candidato dal M5s alle politiche del 2018, anche lui fuoriuscito dal Movimento ora guidato da Giuseppe Conte. “Io penso che non ci sia nulla di vero – commenta con true-news.it – per me possono candidare Orsini, Paragone, chi vogliono loro, il problema è che il M5s ormai non ha più nulla da dire e per fortuna questo non è più un mio problema. C’è Conte che non riesce a uscire dal pantano legale e statutario della sua leadership, comunque se Orsini ha smentito per me la notizia non c’è”.
Paragone conclude sulle prospettive del suo partito, Italexit. “La sondaggista Alessandra Ghisleri ci ha dato al 3,5% nella sua ultima rilevazione e, per quanto possano valere i sondaggi, ormai siamo stabilmente consolidati per tutti gli istituti al 2%, siamo in forte espansione e questo è un segnale del gradimento degli italiani, anche sui ragionamenti che abbiamo cercato di portare avanti per quanto riguarda la guerra in Ucraina“.
Insomma, gli esperimenti del M5s delle candidature di De Falco e Paragone sono falliti. Parola dei diretti interessati, che sarebbero dovuti diventare l’avanguardia di un Movimento proiettato verso la società civile. Orsini è avvisato.