Ipotesi di futuro fra un mese: tre (forse) governi. Tre maggioranze. Tre ministeri. In due anni. Parliamo di Angelino Alfano? No. Di Cirino Pomicinino? No. Di De Mita? Nemmeno. Ma di Luigi Di Maio.
Gli ultimi rumors sul possibile rimpasto di governo parlano di un nuovo incarico al Viminale. “Pontieri a lavoro” scrive il Corriere della Sera. E per il leader del Movimento Cinque Stelle, dopo Sviluppo economico e Farnesina, “la voce più insistente lo colloca all’Interno”. Con Renzi a prendere il suo posto agli Esteri.
L’occhio poco attento guarda il dito: il rimpasto per salvare maggioranza ed esecutivo. I più avvezzi all’arte della politica guardano la luna: Di Maio è il nuovo Alfano del terzo decennio. Trasformista. Eterno. Con ogni maggioranza politica di qualsiasi colore. Sempre più simile ai suoi conterranei della Prima Repubblica, che non uscivano mai dal Palazzo e si riciclavano sempre. Avrà bevuto una pozione magica dell’immortalità nel suo precedente lavoro? Si sarà votato a qualche Santo? Forse San Paolo – diconono i maligni.