Perché leggere questo articolo? “Alle elementari si vanno a spiegare tutte le specie dei dinosauri. Tutto questo a che serve?” si chiede il ministro Valditara. Una questione che, al di là della forma, qualche ragione di merito ce l’ha. Che senso ha studiare i dinosauri?
Nei programmi scolastici “c’è troppa roba”. Lo ha detto il ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, al nostro evento Futuro Direzione Nord. “In terza elementare si vanno a spiegare tutte le specie dei dinosauri. Tutto questo a che serve? E poi non conosciamo le esperienze più importanti del nostro passato che ci hanno dato i grandi valori dell’Occidente. Bisogna semplificare e far prevalere la quantità sulla quantità”. E se il ministro Valditara, su questo punto dei dinosauri, avesse ragione?
Nella sparata sui dinosauri Valditara qualche ragione ce l’ha
Sull’uscita sui dinosauri ci possono essere elementi, se non proprio condivisibili, che quantomeno possono stimolare il dibattito. Nel merito. Perché, dal punto di vista formale, Valditara ha fatto Valditara quando ha affermato gli obiettivi della modifica del programma senza i dinosauri. “Dare maggiore spazio allo studio delle esperienze più importanti del nostro passato, che ci hanno dato i grandi valori dell’Occidente”, attualmente trascurate a favore di nozioni meno rilevanti per la formazione dei giovani cittadini.
Nel merito, dunque, la proposta di ridurre l’ampiezza dei programmi scolastici non è campata per aria. Quando parliamo di scuola italiana purtroppo va rilevato che i programmi scolastici, in particolar modo quelli di storia, sono i programmi che restano senza ‘una conclusione’. Spesso l’anno scolastico finisce col docente che riesce a malapena ad abbozzare il programma di storia contemporanea. Il cui inizio, nei programmi delle università italiane è stato slittato al 1848 – non più allo scoppio della Rivoluzione Francese del 1789. Altro che i dinosauri, restringere un pochino l’arco cronologico, come proposto da Valditara, proprio bizzarro non sarebbe.
L’interrogativo di Valditara: perché si studiano i dinosauri?
Capita spesso, è quasi all’ordine del giorno che gli studenti italiani del liceo, giunti all’ultimo anno, si trovino ‘indietro’ e non riescano a studiare e quindi approfondire quella parte di programma che rappresenta gli ultimi 50-60 anni di storia sia italiana che internazionale. Solitamente con il programma di storia si riesce ad arrivare alla Seconda Guerra Mondiale. Un programma che inizia coi dinosauri e “ferma il tempo” al 1945. Nel frattempo il mondo ha vissuto almeno 70 anni di eventi.
Studenti che si trovano di fronte ad un programma immenso, ma in Italia spesso sappiamo tutto della preistoria, ma ci troviamo privi dello studio di tutto ciò che accadde dal 1945 in poi. Manca lo studio della storia d’Italia degli anni ‘60-‘70-‘80. Generazioni che spesso non conoscono i principali eventi del periodo della Guerra Fredda, gli Anni di Piombo, il rapimento di Moro che hanno sconvolto l’Italia, il crollo del Muro di Berlino, ma anche la storia più recente dell’ultimo trentennio tra Tangentopoli e le stragi di mafia che hanno insanguinato il Paese.
Spesso manca nella scuola italiana quel percorso che consente agli studenti di unire i principali eventi che hanno caratterizzato l’Italia, l’Europa e il mondo. Su questo, non ce ne vogliano gli amici dinosauri, il ministro Valditara ha ragione. Lo studio dei dinosauri, soprattutto nelle scuole primarie, pare più che altro un modo per incuriosire, attirare l’attenzione – sempre più sottile – degli studenti. Forse non funziona neanche più. E’ cambiato il modo di rapportarsi con la realtà e con il mondo scolastico. Gli studenti vivono perennemente collegati alla rete.
La scuola è un Jurassic Park
I programmi scolastici non esistono più. Questa rivelazione, che potrà sembrarvi una provocazione o una battuta, non è né l’una nell’altra. Inoltre, proprio a dirla tutta, il fatto che nelle scuola, badate bene, in tutte le scuole, non esistano più i programmi non è proprio una novità, è un fatto che ha oltre dieci anni. I programmi nazionali sono stati sostituiti dalle Indicazioni Nazionali. In sostanza cosa cambia? Le Indicazioni, rispetto ai programmi che, vogliamo ripeterlo non esistono più, non sono prescrittive, non indicano gli argomenti che devono essere studiati dalle scuole di tutta Italia e non impongono in quali classi devono essere affrontate certe tematiche. Da qui la libertà assoluta di ogni docente di trattare il programma come meglio preferisce. Se vuole trattare i dinosauri, con buona pace del ministro Valditara, può farlo. Certo, così la scuola rischia di essere un Jurassic Park.