Donald Trump da record. È il primo ex Presidente degli Stati Uniti a essere stato incriminato. Martedì 4 aprile alle 14.15 ora locale, dovrà comparire in aula e sentirsi leggere da un giudice i capi di imputazione. Un attimo prima, gli faranno le segnaletiche foto di rito oltre a prendergli le impronte. Niente manette, però. E possibilità di entrare dal retro del Tribunale con l’intera città bloccata al suo passaggio per motivi di sicurezza. Cosa ha combinato questa volta? A fargli rischiare la gattabuia, una pornostar con nome d’arte Stormy Daniels. I due hanno avuto una tresca e lui avrebbe comprato il suo silenzio sull’affaire con soldi prelevati da finanziamenti pubblici. Del resto, doveva pur trovare un modo per far quadrare i conti e arrivare a fine mese. Vediamo di dettagliare la vicenda. Potrebbe uscirne fuori che, dopotutto, tra le tante “belvate” di Donald Trump, questa sia tra le più “innocenti”. Eppure…
Donald Trump: la “criminosa” tresca con la pornostar Stormy Daniels
Donald Trump è accusato di aver destinato alla pornostar Stormy Daniels 130mila dollari. Una cifra che può sembrare enorme a noi comuni mortali, ma che per il tycoon equivarrà al prezzo di un paio di colazioni. Tra l’altro, l’ex Presidente aveva già previsto il provvedimento in arrivo. Pochi giorni fa, comunicò sul social di proprio conio Truth come tirasse aria di arresto per lui. Di certo, sarebbe stato difficile immaginare questa motivazione per il gabbio.
La storia è presto detta: Donald Trump e Stormy Daniels vissero una consensual tresca nel 2006 quando il magnate era sposato da poco con la ex moglie Melania e fresco papà del loro Barron. Nonostante tutto e pure in barba ai suoi 60 anni dell’epoca, il futuro Presidente quagliò con la star a luci rosse per qualche mese, prima dell’addio. Una volta eletto, lei tornò a farsi sentire sussurrandogli che avrebbe spifferato l’oramai antico affaire alla stampa mondiale. Come mai farglielo sapere invece di parlare direttamente con un giornalista e lanciare lo scoop? Per correttezza e bontà d’animo, immaginiamo. Invece, Stormy, con grande sorpresa, si è vista recapitare 130mila dollari. La cifra non ha comunque comprato granché visto che Daniels nel 2018 ha rilasciato l’autobiografia Full Disclosure, spifferando tutto. Compreso il fatto che Donald Trump usasse soprannominarla “Faccia da cavallo“.
Ora, fatto salvo che i fondi pubblici siano chiaramente intoccabili, di occasioni per un processo penale il malvagio tycoon ne ha date di ben più succose in carriera. Citiamo, per dirne una, tutte le volte in cui si è reso alfiere della più gretta disinformazione. Ha sempre incoraggiato, per esempio, i complottisti (da QAnon in giù) contro la stessa esistenza della pandemia di Covid-19. Riuscì a paragonarla a un raffreddore pure mentre tutto il mondo o quasi teneva parenti in terapia intensiva.
Donald Trump: processo o no, non cambierà nulla
Donald Trump a processo. È il primo ex Presidente USA a finire in aula per difendersi da accuse di turpi misfatti. Resta una notizia da prima pagina, da titoloni online su scala globale. Ma niente di più, purtroppo o per fortuna. Per l’affaire Stormy Daniels, infatti, rischierebbe cinque anni di gattabuia ma, essendo incensurato, non li farà mai davvero. Alle brutte, si ritroverà a dover tirar fuori, possibilmente di tasca propria, un qualche lauto risarcimento pecuniario.
Umiliazione, ma anche ribalta mediatica, a parte, per Donald Trump non cambierà assolutamente nulla: potrà perfino essere rieletto, come da sue intenzioni, alla Presidenza degli Stati Uniti. Anzi, ha già serenamente iniziato a lavorare alla prossima campagna. Una fifa blu, anzichenò. Con tutte le malefatte di cui si è reso protagonista, un po’ dispiace che il platinato villain finisca finalmente a processo per una questione in fin dei conti risibile. Rispetto a quando, a più riprese, ha cercato di far scoppiare una Terza Guerra Mondiale, per esempio. Non ci sono dubbi: Donald Trump uscirà tutto intero e più forte di prima da questo finanziamento illecito (?) alla passera. Sarà per la prossima.