Pronti partenza, riposizionarsi. Ora occhio bene a chi fa che cosa. Perché con l’addio di Conte sarà un fuggi fuggi. Leggete bene i giornali in questi giorni. Vi ricordate lo strapotere di Casalino, i peana per Speranza, i bravo bene bis per questo e quello? Ecco, tutto finito. Nel giro di due giorni, complice la manovra azzardata da pokerista di Matteo Renzi (elettoralmente si vedrà, ma a Palazzo è un giocatore magnifico), vedrete giornali sdraiati alzarsi improvvisamente in piedi. Per andare a sdraiarsi da un’altra parte, ovviamente, nel più breve tempo possibile. La scenetta mi provoca sempre un po’ di allegria, e dunque consiglio l’osservazione accurata.
Chissà che non si recuperi un po’ di obiettività anche verso il Nord, Milano, la Lombardia. Tutti bistrattati, dipinti come untori e manco efficienti, terre inquinate dove se anche uno muore è un po’ colpa sua e di quella grandeur che – diciamocelo – aveva un po’ scassato il ca al resto d’Italia. Ma che di certo non si meritava quello che è venuto dopo: sussidi a pioggia al sud, nessuna attenzione alla locomotiva e ai primi vagoni, più simili ad asini da frustare che a esseri umani da rispettare.
Ora si vedrà Draghi, che cosa farà. Di certo Milano aspetta un segnale. Se arriverà, la ferita tenderà a richiudersi. Sennò sarà più profonda, più odiosa, più difficile da rimarginare.
(Foto: Wikimedia)