Ecco, come dicevo ieri è cominciata. Dai piccoli e neanche troppo dettagli. I ritratti a vetriolo su Casalino da quelli che gli leccavano i piedi fino all’altro ieri, le piccole cattiverie su Conte. Ora, io ho sempre contestato Conte, su tutte le piattaforme possibili e immaginabili. Il motivo è semplice: il governo Conte è stato tutto rivolto lontano da Milano, dalla Lombardia, dal Nord. Anzi, invece di aiutare una regione in crisi, ne ha sfruttato la difficoltà per creare problemi al centrodestra. Ragioni di bassa cucina che trovo indegne. Attenzione: non sto dicendo che ha dedicato troppa attenzione al Sud. Sto dicendo che non ne ha dedicata al Nord. E’ una cosa differente.
Certo è che se gli esponenti di punta, a livello politico, fuori e dentro il governo, sono tipo Danilo Toninelli, che ha rivendicato di aver lavorato negli uffici, come fanno più o meno 6 milioni di persone (leviamoci pensionati e bambini), in tutta la Lombardia, stiamo messi bene. E’ gente che non vorrei più vedere neanche dipinta. Certo, ci sono le eccezioni. Chi ha lottato magari sottotraccia, magari senza grandi dichiarazioni, anche all’interno della compagine governativa. Sono pochi, ma hanno provato a parlare alle imprese. Faccio un nome: Stefano Buffagni. La verità è che il Governo Conte non è stato un governo per l’Italia, ma per una parte di Italia.
Non sono tra quelli che sostengono Draghi a tutti i costi. Anzi, chi viene dipinto come uno che cammina sulle acque mi sta naturalmente antipatico: dicono ce ne sia stato uno solo a riuscire a farlo, e neanche lui è finito benissimo. Però a Draghi bisogna dare il beneficio del dubbio, sia per incensarlo che per avversarlo. Vediamo come si muove. Speriamo si muova bene, e per favore non solo nella direzione di sussidi a tutti, tanto ci sono gli asini che lavorano.
(Foto: Facebook / Danilo Toninelli)