Perché leggere questo articolo? Giorgia Meloni promossa all’esame di storia con la condanna senza se e senza ma del fascismo nelle commemorazioni di Matteotti.
L’ha detto. Alla fine, la parola (non) magica è uscita dalle sue labbra. Giorgia Meloni ha condannato il fascismo. “Oggi siamo qui a commemorare un uomo libero e coraggioso ucciso da squadristi fascisti per le sue idee”. Ieri alla Camera si è svolta la cerimonia per i 100 anni dal celebre discorso in cui Giacomo Matteotti denunciò in Parlamento le violenze fasciste alle elezioni del 1924. Nel corso di una commemorazione solenne, e con parole nette, è arrivata la condanna di Meloni al fascismo.
Meloni condanna il fascismo nel giorno di Matteotti
“Il 30 maggio 1924, Giacomo Matteotti ha pronunciato nell’Aula della Camera il suo ultimo discorso, che gli sarebbe poi costato la vita“. Inizia così il breve ma incisivo discorso della premier. Una cerimonia solenne, alla presenza delle più alte cariche dello Stato. Per celebrare l’ultimo discorso dell’onorevole socialista una targa è stata affisa nel suo scranno che non sarà più assegnato.
“In quel discorso – prosegue Meloni – Matteotti difese la libertà politica, incarnata nella rappresentanza parlamentare e in libere elezioni. La lezione di Matteotti, oggi più che mai, ci ricorda che la nostra democrazia è tale se si fonda sul rispetto dell’altro, sul confronto, sulla libertà, non sulla violenza, la sopraffazione, l’intolleranza e l’odio per l’avversario politico”.
Esame di storia superato
In un minuto Meloni piazza una condanna senza se e senza ma al fascismo. Lo fa alla presenza delle più alte cariche dello Stato e figure importanti della storia della destra italiana. Oltre a Mattarella e al Presidente della Corte Costituzionale Barbera, all’ex premier Monti c’erano anche Ignazio La Russa e Gianfranco Fini. I due patriarchi di Alleanza Nazionale assistono alla simbolica chiusura del cerchio della discepola.
Con le parole di condanna al fascismo Meloni sembra anche rompere un cerchio. Dopo le polemiche sulla mancata presenza a Brescia per il cinquantennale della strage di Piazza della Loggia, Meloni segna un punto contro chi imperterrito la critica sul fascismo. Parole importanti scandite con attenzione, per ricordare la macchia più pesante del fascismo delle origini, ben prima delle leggi razziali, dell’entrata in guerra e dell’alleanza con il nazismo.
Anche gli avversari riconoscono la condanna di Meloni
Anche gli avversari devono riconoscere le parole di condanna al fascismo di Meloni. “Finalmente, era importante dire con chiarezza che sia stato un omicidio di matrice fascista. certe parole da parte del Presidente del Consiglio. Credo che le istituzioni debbano sentirsi coinvolte” ha detto la deputata del Pd Debora Serracchiani. Anche gli ex presidenti della Camera Fini (di destra) e Violante (di sinistra) promuovono la premier. Ora la campagna elettorale può riprendere, fino alla prossima ricorrenza.