Elena è la donna che ha deciso di mettere fine alla sua vita con il suicidio assistito. La 69enne è stata accompagnata in una clinica della Svizzera, dove non è reato morte assistita Il suo accompagnatore è stata Marco Cappato che ha deciso di costituirsi in Italia.
Elena, chi è la donna morta con il suicidio assistito in Svizzera
Nelle ultime ore è stata resa nota la morte di una donna che ha deciso di mettere fine alla sua vita ricorrendo al suicidio assistito in Svizzera. “Elena è una donna veneta di 69 anni, affetta da patologia oncologica polmonare irreversibile con metastasi. Il nome di fantasia Adelina usato per le sue ultime ore di privacy è stato ispirato dalla canzone che ha scelto per i suoi ultimi momenti, Ballade pour Adeline, di Richard Clayderman, appena avvenuti nella zona di Basilea”. Così si legge nell’annuncio dell’Associazione Liberi Fino alla Fine.
Elena era affetta da microcitoma polmonare e i medici non le avevano dato speranza di vita ma soprattutto sarebbero stati per lei diversi mesi di sofferenza. Così la decisione della donna che spiega il suo gesto in un filmato pubblicato sul web dopo la sua morte. “Sono sempre stata convinta che ogni persona debba decidere sulla propria vita – ha detto Elena nel suo ultimo messaggio prima di morire – e debba farlo anche sulla propria fine, senza costrizioni, senza imposizioni, liberamente, e credo di averlo fatto, dopo averci pensato parecchio, mettendo anche in atto convinzioni che avevo anche prima della malattia. Avrei sicuramente preferito finire la mia vita nel mio letto, nella mia casa, tenendo la mano di mia figlia e la mano di mio marito. Purtroppo questo non è stato possibile e, quindi, ho dovuto venire qui da sola”.
Cappato si autodenuncia per averla accompagnata ed ecco cosa rischia
La notizia della morte di Elena è stata data da Marco Cappato sui social, dopo aver accompagnato personalmente dal Veneto la donna in Svizzera. “Elena ha appena confermato la sua volontà: è morta, nel modo che ha scelto, nel Paese che glielo ha permesso. Domattina(oggi 3 agosto), in Italia, andrò ad autodenunciarmi”. Dopo l’ennesimo viaggio verso la Svizzera, Cappato che ha deciso di costituirsi, rischia circa 12 anni di carcere.
“È stato un viaggio lungo, oltre otto ore dal Veneto – ha raccontato Cappato dopo essere arrivato in Svizzera -, un viaggio reso necessario dal fatto che Adelina (Cappato aveva usato un nome di fantasia per riferirsi a Elena, ndr) non avrebbe potuto ottenere questa possibilità in Italia, perché la sentenza della Corte costituzionale esclude che possano essere aiutate a morire persone che non siano tenute in vita da trattamenti di sostegno vitale. La signora Adelina è malata terminale di cancro, ha davanti una prospettiva di vita molto breve e di sofferenza sempre crescente, ma non è attaccata a una macchina”.