Dietro gli applausi di sollievo e le ovazioni per il bis di Sergio Mattarella si nascondeva un segreto tutt’altro che misterioso tra i banchi del Parlamento. Calato il sipario sul romanzo Quirinale e scongiurato il ricorso anticipato alle urne, è iniziato il conto alla rovescia per il voto al termine naturale della legislatura: la clessidra segna marzo 2023, meno di un anno.
Ogni schieramento affila le armi per l’imminente resa dei conti, qualcuno però, conti alla mano, parte in vantaggio. Non è ancora chiaro quale sia stato il reale impatto dell’effetto Quirinale sui sondaggi, ma il quadro delle intenzioni di voto degli italiani, in un momento in cui il Parlamento votava il Capo dello Stato, sembra volgere decisamente da una parte.
Borrelli (Termometro Politico): “Il centrodestra unito vincerebbe le elezioni”
“Non sappiamo solo quale dei due tra Fratelli d’Italia e il Pd sarà il primo partito, ma non possiamo non considerare i numeri”. Per Gianluca Borrelli, fondatore di Termometro Politico, “il centrodestra unito vincerebbe le elezioni”. È chiaro che la situazione delle alleanze e dei cartelli elettorali da qui a un anno è tutta in divenire, “ma i sondaggi al momento fotografano un centrodestra in grado di conquistare la maggioranza dei seggi in entrambe le Camere”.
Sono giorni di gelo tra Salvini e Meloni, ma se il centrodestra dovesse ritrovare compattezza verrebbe probabilmente premiato dagli italiani alle urne. Così almeno dice l’ultimo sondaggio di Termometro Politico, che registra una crescita del centrodestra generalizzata, al suo culmine grazie all’avvicinamento di Fratelli d’Italia al Pd: ora sono solo a un decimale, con il partito di Meloni al 20,9% e quello di Letta stabile al 21%.
Dopo anni di declino, la candidatura – da molti considerata una boutade – di Berlusconi sembra fornire dividendi a Forza Italia, che supera l’8% arrivando all’8,3%, un massimo storico che non toccava dalle Europee. Dopo le convulse giornate quirinalizie – che hanno fatto pensare a un’edizione invernale del Papeete – anche la Lega di Matteo Salvini recupera qualche punticino, risalendo al 17,8%. Insieme i tre partiti della colazione di centrodestra raggiungerebbero il 47%, un tesoretto a cui potrebbero aggiungersi i centristi di Lupi e Toti – e chissà anche altri pezzi del grande centro misterioso, come Italia Viva, data poco sotto il 3%.
Campo largo progressista: il Pd tiene, M5S crolla
Sull’altro fronte il Campo largo progressista regista il Partito democratico al primo posto tra i partiti con il 21%, ma anche il calo drastico e irreversibile del Movimento 5 Stelle, precipitato al 13,4%. Una debacle a cui non fanno da contraltare le galassie della sinistra e del centro: Azione e +Europa sono al 4,1%, in ulteriore decremento, mentre anche gli ex componenti di LeU son in calo al 3,3%. In totale la sommatoria porta al 41% – che potrebbe diventare 43 o 44 con i voti, tutt’altro che certi di Italia Viva.
Ma con quale legge elettorale si andrà a votare?
Non resta che fare i conti con l’elefante nella stanza: la legge elettorale che porterà il Paese al voto. Proporzionale, maggioritario o misto? L’unica certezza è che la prossima legislatura conoscerà un drastico ridimensionamento del numero dei deputati. Dal 2023 scatterà la tagliola che ridurrà da 630 a 430 i seggi alla Camera e da 400 a 200 quelli al Senato.
Elezioni 2023: le proiezioni
Le proiezioni che Termometro Politico ha preparato per true-news sono danno indicazioni chiare. “In una Camera con 400 deputati, il centrodestra come lo abbiamo conosciuto con la formazione del 2018 dovrebbe prendere la maggioranza assoluta con circa 218 seggi; che diventano esattamente la metà al Senato che verrà ridotto a 200 seggi: 109 scranni a Palazzo Madama. Il centrodestra avrebbe quindi i numeri per governare da solo”.
E il centrosinistra? “Senza i 13 seggi del centro liberale di Calenda, +Europa e Renzi – che dal 1994 prende sempre il 10%, indipendentemente dalle sue composizioni e sigle – il Campo largo raccoglierebbe circa 166 seggi alla Camera e un’ottantina al Senato”.
Il quadro complessivo presenta ancora incognite e criticità, ma anche alcuni segnali forti. Le previsioni sono ancora estremamente provvisorie, ma per certi versi decisamente chiare.