Perché leggere questo articolo? I partiti italiani divisi e confusi alla grande corsa del 2024. Nel mondo è l’anno con più elezioni della storia, in Italia ancora stiamo discutendo del “terzo mandato”. Nel frattempo domenica si comincia: in Sardegna va in scena il primo di una lunga serie di appuntamenti elettorali fino a giugno.
Il 2024 passerà alla storia come l’anno con più elezioni della storia. Un report dell’Economist mostra come in questo anno più di metà della popolazione globale sarà chiamata alle urne. Quattro miliardi di persone, in 76 paesi diversi, voteranno a livello nazionale. Dagli Stati uniti al Regno Unito, passando per India e Russia. Dalle elezioni del 2024 potrebbe passare il futuro della democrazia mondiale. Da noi in Italia non ci sono le Politiche, ma domenica inizia un denso anno di appuntamenti elettorali: dalla Sardegna al voto di giugno delle Europee. Ma non ditelo ai partiti. Maggioranza e opposizione una cosa in comune ce l’hanno: la totale impreparazione in vista delle scadenze.
Italia 2024, un anno di appuntamenti (al buio) con le elezioni
Lo scorso 25 gennaio il Consiglio dei Ministri ha approvato il dl Elezioni. Si tratta del decreto che disciplina gli “Election day” del 2024: cinque elezioni regionali e quasi 4mila elezioni comunali. La norma prevede la possibilità di accorpare le elezioni Europee ad altri appuntamenti, regionali o comunali, che si terranno tra l’8 e il 9 giugno. In quel secondo fine settimana di giugno andranno al voto oltre 3701 comuni, per un totale di 17 milioni di elettorali chiamati alle urne. Tra queste città ci sono 27 capoluoghi di provincia e sei anche di regione: Bari, Cagliari, Campobasso, Perugia, Potenza e Firenze. Nel città degli Uffizi potrebbe correre il direttore tedesco degli Museo, Eike Schmidt. Quello di Firenze non è l’unico cantiere aperto in vista di elezioni a cui la maggioranza Meloni sembra tutt’altro che pronta.
Il primo test elettorale del 2024 potrebbe già riservare una clamorosa sorpresa. Un sondaggio ‘riservato’ del sito Dagospia mette in testa la candidata Pd-5Stelle Alessandra Todde sullo sfidante di centrodestra Paolo Truzzu. Sarebbe un prima clamorosa sconfessione elettorale per Giorgia Meloni, che ha imposto l’attuale sindaco di Cagliari, al posto del Governatore uscente Christian Solinas (in quota Lega). Dagospia riporterebbe come “tra gli addetti ai lavori circola un freschissimo sondaggio riservato che è una doccia gelata per la destra”. Todde sarebbe in vantaggio di 3 punti su Truzzu: 45 a 42. Con l’aggravante che sempre a sinistra, Renato Soru, ricandidato alla presidenza con la sua ‘Coalizione sarda, sarebbe all’11,2%. Insomma, si prospetta un 2024 politicamente in salita per Meloni. Sin dalla prima elezione.
Le altre partite Regionali
Nel corso del 2024 poi si eleggerà il governatore in Abruzzo, Basilicata, Piemonte e Umbria. Il 10 e 11 marzo toccherà all’Abruzzo, mentre il Piemonte, dove sono chiamati alle urne circa tre milioni e 600mila elettori, sceglie l’accorpamento con l’election day l’8 e il 9 giugno. L’ultima regione ad andare alle urne sarà l’Umbria, in autunno, come avvenne nel 2019 (ma potrebbe ancora scegliere di anticipare a giugno).
È ancora attesa la decisione della Basilicata che potrebbe però arrivare a breve. A stabilire la data del voto, secondo quanto si è appreso, sarà il presidente regionale Bardi che potrebbe sciogliere la riserva nelle prossime ore o giorni. In base ad alcune indiscrezioni, il giorno scelto per le regionali lucane potrebbe essere domenica 14 aprile oppure direttamente nell’election day di giugno.
Elezioni e terzo mandato
Se in vista delle scadenze elettorali la maggioranza piange, l’opposizione non ride. Con il dl Elezioni è arrivato anche il via libera al terzo mandato per i sindaci dei Comuni tra tra 5mila e 15mila abitanti, mentre salta il limite di mandati per quelli sotto i 5mila. Apriti cielo. Solo in Italia, con quel che succede nel mondo, la discussione politica può essere monopolizzata, per settimane, dal tema del terzo mandato. E la sproporzione è rigorosamente bipartisan. Il centrodestra è alle prese col destino di Zaia in Veneto e Toti in Liguria. A sinistra non se la passano meglio, anzi. In questi giorni tiene banco l’affaire De Luca – come sempre quando c’è di mezzo il Governatore. Ma Schlein dovrà decidere anche di Emiliano in Puglia e del suo ex Governatore e rivale alle primarie Bonaccini. Mai come in questo 2024 più votato di sempre i partiti italiani arrivano disuniti alle elezioni.