Perchè leggere questo articolo? Emanuele Monti, presidente della Commissione Welfare di Regione Lombardia, è stato nominato nel consiglio di amministrazione dell’Agenzia italiana del farmaco: “In Aifa porto tutta la mia esperienza istituzionale in ambito salute, con l’obiettivo di valorizzare ricerca, digitalizzazione e pazienti”. L’intervista
Emanuele Monti, presidente della Commissione Welfare di Regione Lombardia, è stato nominato nel consiglio di amministrazione della nuova Aifa. Con questa nomina, ricevuta direttamente dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, Monti diventa il primo under 40 a far parte del cda dell’Agenzia italiana del farmaco. Un ulteriore segnale positivo di ammodernamento di un ente che per questa nuova stagione punta a riformarsi sotto il segno dell’innovazione. “In Aifa porto tutta la mia esperienza istituzionale in ambito salute, con l’obiettivo di valorizzare ricerca, digitalizzazione e pazienti”. Così il neoeletto Monti intervistato da True-News.
Presidente Monti, la sfida principale sua e del nuovo cda è di mettere da subito a terra la riforma dell’Aifa. Che nasce in particolare dall’esigenza di favorire gli investimenti in ricerca e sviluppo sui farmaci, in attuazione del Pnrr. Come intendete procedere?
Il 28 febbraio si terrà il primo consiglio di amministrazione in cui condivideremo col presidente Giorgio Palù le indicazioni circa la messa a terra di quello che è stato previsto dalla riforma. Innanzitutto una nuova governance con l’obiettivo di ottenere la massima efficacia ed efficienza nei processi dell’Agenzia. Una realtà che è già un patrimonio italiano di eccellenza, ma che si punta a rendere ancor più capace di portare avanti risultati sempre migliori.
Il ministro Schillaci ha parlato di una nuova stagione per Aifa, più snella ed efficiente per semplificare e accelerare i processi di approvazione dei farmaci. In cosa è una Agenzia oggi davvero rinnovata?
Come ha giustamente riportato il ministro, il principale obiettivo di questa nuova stagione è raggiungere una maggiore efficienza. Significa, in primo luogo, puntare ad avere un impatto meno burocratico dei processi in modo da rendere ancora di più l’Italia un paese di riferimento internazionale in un comparto strategico quale è quello del farmaco. Settore che, soprattutto dopo la pandemia, è diventato ancor più fondamentale per il Paese. Ci siamo resi conto infatti di cosa significa l’impatto dei farmaci non solo da un punto di vista clinico-sanitario. Quindi, a vent’anni anni dalla sua istituzione, è necessario avere un’agenzia ammodernata, rilanciata e più efficiente. Prima il consiglio di amministrazione dell’ente prevedeva un dualismo governativo, con presidente e direttore generale. Oggi invece la struttura di governance è più snella, con un cda affiancato dal direttore scientifico e quello amministrativo che renderanno ancora più efficace l’operato dell’Agenzia.
Ricerca e innovazione al centro. Ma anche i pazienti. In che modo?
Con la mia nomina in Aifa cercherò di portare e valorizzare proprio questi punti. Il mio ruolo all’interno dell’Agenzia è figlio della mia esperienza istituzionale di questi anni in ambito sanità e salute. Prima in qualità di presidente della commissione sanitaria di Regione Lombardia e attualmente come presidente della commissione welfare. Certamente il ruolo del paziente, e penso in particolare alle associazioni pazienti ed al terzo settore, è centrale. Ogni sistema di cura deve partire mettendo il paziente al centro. La popolazione italiana è sempre più anziana, composta da pazienti cronici con bisogno di cure anche di carattere farmacologico importante. Tant’è che la spesa di farmaci in Italia oggi ammonta a circa 34 miliardi di euro, ed è costantemente in crescita con un tasso del 6%. Ma è un dato fisiologicamente proporzionale a quelli che sono l’epidemiologia e il bisogno sanitario degli italiani. Perciò, sia per il presente che per il futuro, mettere al centro il paziente diventa un’azione strategica nel disegnare il ruolo dell’Agenzia.
Appena nominato ha giustamente sottolineato la novità costituita dall’essere un under 40 all’interno del cda: quali idee e prospettive intende personalmente portare all’interno di Aifa?
Personalmente credo che la mia nomina in quanto Under 40 sia un messaggio positivo già di per sè. Dimostra ai giovani italiani che si può arrivare a portare il proprio contributo all’interno di uno degli enti più importanti e strategici del Paese, quale l’Agenzia del farmaco italiana è. Significa credere nelle nuove generazioni, premiando il merito. La scelta sul mio profilo infatti è andata in primo luogo da un punto di vista tecnico più che politico. Inoltre, credo che l’ambito dell’innovazione e della tecnologia modificherà in modo sostanziale la pratica clinica, ma anche l’ambito della terapia e del concetto di farmaco. Penso che su questo l’Aifa dovrà lavorare e io sono a disposizione. Non a caso vengo da una regione, la Lombardia, che è stata scelta come capofila dell’innovazione tecnologica e digitale per la spesa dei fondi del Pnrr.
La sua nomina può essere considerata anche come un ulteriore riconoscimento dell’eccellenza della sanità lombarda?
Innanzitutto entro in Aifa con un ruolo non rappresentativo degli interessi regionali. Nonostante io abbia un ruolo regionale come presidente della commissione welfare della Lombardia. Le regioni infatti hanno già due membri di rappresentanza. Il mio ruolo nel cda di Aifa, invece, persegue modalità di puro interesse nazionale. Perché formalmente e istituzionalmente rappresento il Ministero delle finanze e non una singola regione. Ma, chiaramente, arrivo in Agenzia con la pragmatica mentalità lombarda e con la volontà di mettere in atto trasformazioni concrete in ambito sanitario, anche europeo. Tengo a sottolineare che vengo dalla regione candidatasi a ospitare l’Agenzia europea del farmaco. Ridare centralità e connettere ancora di più il Paese verso politiche internazionali nell’ambito sanitario sarà un ruolo importante su cui lavorare.
Vuole rispondere qualcosa ai precari Aifa che hanno già chiesto al nuovo cda la convocazione di un tavolo per il rinnovo dei contratti?
Questo sarà oggetto delle discussioni che si terranno nel consiglio. Sull’argomento, il presidente è sicuramente più titolato del sottoscritto. Ma credo che l’impegno di essere a sostegno dei lavoratori dell’Agenzia sarà sicuramente corale.