di Pietro Bullian
“Più che il bilancio di una onlus, pare quello di una società tecnologica ad alta crescita”. Così, nel 2016, un analista finanziario allora interpellato da Affaritaliani.it Milano aveva commentato il bilancio della onlus fondata da Gino Strada. In quel 2016, Emergency aveva appena chiuso il bilancio con un utile record di 7 milioni di euro e un incremento dei ricavi da donazioni del 33%.L’Emergency delineata dai numeri approvati nel bilancio 2019 non può più essere definita una “società ad alta crescita”, eppure dimostra di aver acquisito in questi anni una solidità finanziaria che – per mantenere la metafora con il mondo aziendale – può essere assimilata a quella di una “cash cow”: un’azienda ormai affermata, a più bassa crescita, ma stabile e ben patrimonializzata. La onlus sanitaria ha chiuso l’esercizio 2019 con un utile di “appena” 160 mila euro, a fronte però di ricavi per 43 milioni di euro, in crescita del 5 per cento rispetto al 2018. Nulla a che vedere con i 7 milioni del 2015, certo, ma la onlus dimostra oggi una migliore capacità di utilizzare quante più risorse possibili per la propria missione sociale, mantenendo pressoché invariati nel tempo (nell’ordine del 6 per cento) i propri costi di struttura, vale a dire quelle risorse necessarie al funzionamento, non spese direttamente sul campo. Non è però il conto economico il termometro che misura la solidità acquisita da Emergency e la straordinaria espansione delle sue attività in questi anni, quanto piuttosto il suo stato patrimoniale. Il totale delle attività, vale a dire il valore dell’insieme di beni in gestione, è passato dai 38 milioni del 2015 agli oltre 60 milioni odierni, in virtù soprattutto di un incremento delle immobilizzazioni materiali impiegate in missioni operative, ovvero di quelle strutture fisiche che la società non-profit costruisce ed utilizza per le sue attività, il cui valore è passato da circa 2 milioni e mezzo di euro a ben 19 milioni di euro. Meno straordinario, non meno significativo, anche l’incremento delle disponibilità finanziarie. La liquidità “in pancia” alla onlus, è aumentata in questi anni dai 19 milioni del 2015 agli oltre 25 milioni del 2019, dei quali ben 8 privi di vincolo di destinazione. Liquidità questa, che permette alla creatura di Gino Strada di vantare una posizione finanziaria netta, misurata come differenza tra le proprie disponibilità e i propri debiti finanziari, positiva per ben 23 milioni di euro. Un ultimo, significativo indicatore per comprendere lo stato delle finanze di Emergency è infine il flusso finanziario generato dalla gestione reddituale, ovvero la liquidità generata nel corso dell’esercizio al netto delle somme impiegate in attività di investimento, che ha superato nel 2019 i 14 milioni di euro, in aumento del 40% rispetto al flusso di 10 milioni generato nel 2018. Della figura di Gino Strada si è tornato a parlare in questi ultimi giorni a causa delle voci che lo davano come candidato di spicco ad occupare l’onerosa posizione di commissario della sanità calabrese, in seguito alle imbarazzanti vicende relative a quella scomoda poltrona che il governo non vede l’ora di archiviare al più presto. Trasversale, almeno in Calabria, la levata di scudi contro l’ipotesi Strada: dal procuratore Gratteri al presidente facente funzioni Spirlì, da chi ritiene la sanità calabrese necessiti di un manager a chi crede che il proprio sistema sanitario non necessiti di un papa straniero, sembra che ben pochi si siano accorti che l’Emergency di Gino Strada non è soltanto una onlus, ma anche un’organizzazione privata che per anni, come ricordato dal sindaco di Milano, è stata capace di fornire servizi sanitari in luoghi difficilissimi, dimostrando grandi capacità organizzative e una non comune abilità nella gestione delle proprie risorse finanziarie.