Fosse solo per Giorgia Meloni, Stefano Bonaccini sarebbe già commissario dell’alluvione in Emilia-Romagna. La presidente del Consiglio stima il governatore e lo ha lasciato intendere anche durante il primo incontro avuto dopo il disastro. “I rapporti sono ottimi, nonostante le distanze politiche”, spiegano fonti di Fratelli d’Italia. Gli staff di comunicazione non smentiscono un’intesa, al netto delle distanze politiche.
Emilia-Romagna tra commissiorio e future elezioni
La premier non ha dimenticato gli elogi fatti da Bonaccini durante la campagna congressuale del Partito democratico. Parole che hanno probabilmente danneggiato le sue ambizioni di leadership, ma che lui non si è mai rimangiato. Insomma, sembrerebbe tutto facile. Solo che di mezzo ci sono gli alleati di governo, o meglio c’è la Lega, che invece vuole buttarla in politica e contrastare il presidente della Regione, che per inciso è anche presidente del Pd.
“Non dimentichiamo che tra non molto si voterà in Emilia-Romagna…”, è il senso del ragionamento fatto a Palazzo Chigi dai vertici leghisti. Le elezioni infatti sono previste per il 2025, ma l’ipotesi di candidatura di Bonaccini alle Europee potrebbe anticipare la scadenza di un anno. E poi c’è un aspetto quasi personale: Matteo Salvini non ha mai digerito il ko rimediato in Emilia-Romagna, quando si è impegnato anima e corpo per strappare la regione rossa alla sinistra, andando incontro a una pesante sconfitta.
Veto di Salvini su Bonaccini
Quindi il vicepremier e leader della Lega Salvini ha posto a Meloni il veto sull’ipotesi di Bonaccini commissario. Il suo partito ha fatto circolare una voce ad hoc, individuando una motivazione tecnica: l’alluvione ha interessato territori delle Marche e della Toscana, quindi non può essere esclusivamente di competenza del presidente emiliano-romagnolo. “Un ragionamento pretestuoso al limite del ridicolo”, osservano nel Partito democratico, visto che i territori più martoriati sono tra la via Emilia e la Romagna.
In pubblico, però, la linea è quella di evitare lo scontro per non dare l’idea agli elettori di tensioni politiche di fronte alla tragedia. “Mi auguro che il governo metta da parte chi, in queste ore, è mosso solo da calcoli elettorali o posizioni ideologiche che fanno male all’Emilia Romagna e al Paese”, ha detto con toni istituzionali Vincenza Rando esponente segreteria del Pd, parlando sostanzialmente a nome della leader Elly Schlein. Da qui la richiesta avanzata dai dem di procedere spedito “nella nomina di Stefano Bonaccini, la persona più adatta in questo momento a svolgere il ruolo di commissario”.
Emilia-Romagna: congelato il commissario
Invece la nomina è stata congelata per qualche giorno e se ne riparlerà dopo il ponte del 2 giugno. “Adesso dobbiamo trovare i soldi e voi parlate dei commissari”, ha detto una presidente del Consiglio, un po’ infastidita, liquidando al momento la vicenda. L’irritazione nasce proprio dai dissidi tra i partiti di governo che stanno complicando una questione altrimenti molto facile da gestire. Anche perché Forza Italia non ha le stesse ostilità leghiste nei confronti di Bonaccini e darebbe il via libera senza troppi problemi.
Del resto l’ex capogruppo forzista alla Camera e attuale presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, si è pronunciato in maniera netta: “La cosa più logica è che sia Bonaccini a occuparsene. Ci sono esempi, d’altra parte, che corroborano questa tesi”, ha detto in un’intervista a La Repubblica. Meloni condivide in privato questo approccio, ma vuole evitare strappi con la Lega su un punto che in fondo non riguarda il suo partito. “Se la presidente del Consiglio cedesse alle richieste di Salvini darebbe un segnale di debolezza”, si ragiona in Transatlantico.
D’altra parte l’accelerazione sul nome di Bonaccini potrebbe creare una lacerazione con Salvini. Un bel dilemma. Secondo i rumors raccolti da True-news, il compromesso potrebbe essere trovato su un profilo di Fratelli d’Italia investito del ruolo di commissario. Così da accettare il vero salviniano, ma avendo un fedelissimo – si parla del sottosegretario Galeazzo Bignami – in quel ruolo. Ma con un problema: il precedente di un presidente di Regione esautorato per schermaglie elettorali e politiche.