Perché leggere questo articolo? Il caso Puglia sempre più al centro delle polemiche. E’ braccio di ferro sulla data dell’audizione in Commissione Antimafia. Con una lettera inviata alla Presidente Colosimo Emiliano dichiara non opportuna l’audizione. Poi corregge il tiro: solo uno slittamento per non mischiarlo con la mozione di sfiducia. Le traversie dell’ex magistrato al centro della politica pugliese.
“Non ho detto di no. Ho chiesto uno slittamento“. Questa la tesi difensiva di Michele Emiliano, magistrato in aspettativa, e presidente della Regione Puglia. Il governatore era atteso in questi giorni per un’audizione dalla Commissione Parlamentare Antimafia, che ha deciso di disertare. Con una lettera, Emiliano dichiara di “non ritenere opportuna in questo momento un’adizione“.
Il braccio di ferro tra Emiliano e l’Antimafia
La motivazione addotta da Emiliano era stata quella di “una serie di delicati impegni legati alla recente fase politica in Consiglio regionale. Come la votazione della mozione di sfiducia nei suoi confronti“. Dura la replica degli esponenti della Commissione, il cui Ufficio di Presidenza aveva convocato la scorsa settimana il Governatore. Lo scorso 24 aprile Emiliano ha inviato la lettera di diserzione, che è stata letta stamattina dalla Presidente Chiara Colosimo (Fratelli d’Italia).
Da parte dell’organismo parlamentare era arrivata una dura replica: “Il presidente della Puglia Michele Emiliano non può esimersi dal venire in audizione in commissione Antimafia”, avevano commentato alcuni componenti della commissione. L’audizione è stata quindi fissata per giovedì 2 maggio alle 10.30. Tra tre giorni, dunque, scopriremo la verità. Nel frattempo, Emiliano, prova a spiegare la propria versione dei fatti.
La difesa di Emiliano e magistrato in aspettativa
“Leggo alcuni lanci di agenzie stampa nei quali si riferisce di una mia presunta indisponibilità all’audizione presso la commissiona parlamentare antimafia. La circostanza è falsa e rappresentata malevolmente”, scriveva Emiliano nella missiva. “Una lettera alla presidente della commissione Antimafia alla quale chiedevo di tenere distinta la mia audizione con il dibattito in Consiglio regionale sulla sfiducia per evitare la strumentalizzazione dell’atto istruttorio parlamentare con l’attività del consiglio regionale, per evitare manovre mediatiche che vedo puntualmente si stanno verificando“.
Emiliano precisa di avere appreso “dalla segreteria della commissione da Lei presieduta della volontà della Commissione di procedere alla mia audizione nelle date alternative del 7, 8 o 9 maggio. Il 7 maggio purtroppo è prevista la seduta del Consiglio regionale nella quale si comincerà a trattare la mozione di sfiducia presentata dalla opposizione nei miei confronti. Tale circostanza – aggiunge – rischia di creare una involontaria connessione, ribadisco pur senza volontà di alcuno, tra la mia audizione e il dibattito consiliare sulla fiducia”.
Il caso Puglia entra nel vivo
Per la Presidente della Commissione, Chiara Colosimo, Emiliano non può esimersi dall’audizione: “creerebbe un pericoloso precedente“. Il Governatore è stato così riconvocato il 2 maggio. Insieme a lui deve essere sentito il procuratore di Bari, Roberto Rossi. L’audizione riguarda i recenti sviluppi dell’inchiesta su presunte infiltrazioni mafiose nella politica pugliese. Soprattutto nel Comune di Bari. Dopo l’uscita dalla giunta regionale del M5s, su Emiliano pende una mozione di sfiducia. Una decisione presa dopo l’arresto dell’ex assessore all’Urbanistica, Alfonso Pisicchio. “Ho chiesto solo uno slittamento delle date per tenere distinta la mia audizione dalla sfiducia” prova a chiarire Emiliano. Il 2 maggio scopriremo se la tesi difensiva sarà cambiata.