di Francesco Floris
C’è una domanda che gira nell’immobiliare che conta a Milano: chi sono questi cinesi di Hong Kong che hanno puntato la gara Enpam? Avrebbero messo sul piatto quasi un miliardo di euro per accaparrarsi il patrimonio immobiliare della cassa previdenziale di medici e odontoiatri come risulta a True-News da una serie di documenti. “Una gara di questa portata non si vede da tempo – dice a un addetto ai lavori di peso nel settore real estate – di fronte a queste cifre gli asset manager si scatenano”.
Sixiang Holding, il fondo che sognava l’aeroporto di Caprotti
Così può capitare che nella gara di vendita pubblica sul dossier ribattezzato “Project Dream” per aggiudicarsi il patrimonio immobiliare della Fondazione, al 70% concentrato a Milano e hinterland, accanto a nomi di peso della finanza immobiliare come Hines, Bain Capital, Davidson Kempner, Dea Capital, compaia anche un fondo di Hong Kong. Sconosciuto in Italia, in Europa e per la verità anche fra chi opera in Cina. Si chiama Sixiang Holding. È un “fondo di fondi” con tre dipendenti. Ha cambiato nome nel 2011 e in Italia è guidato da Michele Raucci, manager in finanza e real estate che esce dalla Harvard Business School di Shangai e dal Central Institute of Socialism di Pechino. Unico motivo per cui sono noti in Italia? Lanciarono a mezzo stampa un fantomatico progetto nel 2015. Per realizzare il maxi aeroporto di Montichiari con cui promettevano investimenti per 15 miliardi di euro. Il nuovo scalo aeroportuale fra Brescia e Verona sarebbe dovuto diventare una mega cittadella con strutture di livello mondiale, riprendendo così un antico pallino del patron di Esselunga Bernardo Caprotti: un super distretto con centro congressi, casinò, vari hotel, teatro, cinema, impianti sportivi e palestre, spa, uffici e gallerie commerciali. Addirittura uno spaceport per voli suborbitali. Peccato che nessuno in Italia ne sapesse nulla: né al Ministero della Infrastrutture e dei Trasporti; né all’Enac, l’ente per l’aviazione civile; né tantomeno fra i sindacati dei lavoratori del vicinissimo scalo di Orio al Serio. Che, anzi, si domandavano che senso avesse costruire un quarto aeroporto proprio a metà fra Bergamo, Milano-Linate e il “Catullo” di Verona. Non aveva alcun senso. E infatti il progetto naufragò nel nulla, portandosi dietro le ambiziose interviste del manager Michele Raucci sulla stampa locale.
Silvio Rancati, offerta da 920 milioni per Enpam
Oggi sono tornati. Il nome della Sixiang Holding si trova dentro una delle offerte giunte all’Enpam. È quella della cordata di immobiliaristi meneghino-rozzanesi, rappresentata dalla società Elsafra II Spa di Silvio Albino Ernesto Rancati, imprenditore milanese classe ’63, già socio di Alessandro Daffina e Paolo Scaroni, rispettivamente numero uno e due della banca di investimento Rothschild. Non hanno ancora comprato un metro quadrato che sia uno, ma da mesi vanno in giro a proporre sconti e riscatti delle case agli storici inquilini dell’Enpam attraverso uno dei membri del cda di Elsafra II: Cristiano Noci Brambilla, titolare anche di un’agenzia immobiliare a Basiglio, vicino Rozzano.
Il 30 settembre 2020, come risulta da un documento in possesso di True-News, la società Elsafra II ha presentato ad Enpam la propria offerta economica preliminare: 920 milioni di euro. “Elsafra interverrà direttamente nell’acquisizione del portafoglio” si legge nella missiva indirizzata a Elena Vistarini, Partner del Financial Advisory di Deloitte, la società selezionata da Enpam per gestire la gara di vendita del pacchetto immobiliare. Chi metterà questi 920 milioni di euro visto che, stando alle visure camerali e ai bilanci di Elsafra, la società può contare a fine 2020 su poco più di 200mila euro di utili e un valore della produzione inferiore ai 2 milioni di euro?
“Abbiamo una banca”?
“Hanno già aderito, in varie forme contrattuali, prevalentemente con varie formule di equity, alcuni soggetti” scrive Silvio Rancati. Il più rilevante? Proprio la Sixiang Holding. Ma secondo Rancati la società avrebbe le spalle coperte anche dal punto di vista creditizio: “Nell’ambito del debito invece saremo assistiti dal gruppo Banco Bpm” scrive. La Popolare di Milano quindi, dice Rancati. Si tratterebbe di un gran colpo. Perché Bpm è uno dei primi dieci gruppi bancari d’Italia che in questi anni ha finanziato diverse operazioni immobiliari, soprattutto a Milano. Peccato che permangano dei dubbi. Da quanto ha ricostruito True-News, un accordo fra Bpm e Elsafra II per una regia creditizia dietro l’imponente operazione da un miliardo sul patrimonio Enpam, non è stato ancora definito e ci sono stati solo dei colloqui esplorativi. Allora rimane una domanda: chi mette i 920 milioni di euro?
I Cinque Stelle a Orlando: “Vigilare sulla gara”
Per ora la domanda rimane senza risposta. Ma la storia sta attirando l’attenzione della politica, spaventata soprattutto dalle conseguenze sociali che potrebbe avere una potenziale speculazione immobiliare su un pacchetto molto ricco che comprende: 31 asset direzionali (per una superficie lorda complessiva di 520 mila metri quadrati), 10 hotel ubicati tra Roma, Milano, Abano e Montegrotto, 5 proprietà retail (30mila metri quadrati), una caserma a Roma, un polo logistico (90 mila metri quadrati) nell’hinterland di Milano. E soprattutto 17 immobili a destinazione residenziale, per un valore complessivo stimato in 1,077 miliardi di euro. Dopo l’interrogazione presentata dal consigliere regionale in Lombardia del Movimento Cinque Stelle, Nicola Di Marco, anche la deputata grillina Stefania Mammì ha chiesto a Montecitorio di vederci chiaro sulla vicenda. Con un’interrogazione depositata il 10 marzo al Ministro delle Politiche sociali e del Lavoro, Andrea Orlando (che ha potere di vigilanza sull’Enpam e sulle casse previdenziali), l’onorevole Mammì chiede che sia garantita la “tutela sociale degli inquilini degli stabili destinati alla vendita nell’ambito del bando denominato Project Dream” . “Sarebbe contraddittorio – scrive Mammì – che gli enti pubblici non intervenissero nei casi in cui interi comparti abitativi di proprietà di enti e fondazioni previdenziali pubblici e privati, spesso con locazioni a canoni inferiori a quelli di mercato, vengano dismessi o gestiti con la logica del libero mercato” visto “la promozione dell’edilizia residenziale sociale, rivolta a quelle fasce di popolazione con redditi non adeguati per accedere al mercato abitativo, ma non così bassi per aver diritto all’assegnazione di alloggi popolari” ha assunto in questi anni “un ruolo sempre più crescente”. “Nelle situazioni summenzionate le regioni e gli enti locali potrebbero infatti intervenire assumendo un ruolo di mediazione e tutela sociale, anche nei confronti di Fondazioni sottoposte a vigilanza pubblica, come nel caso in questione” scrive la deputata grillina chiedendo al Ministro se “intenda adottare iniziative per valutare forme di mediazione con la Fondazione”.
Rispetto al tema sollevato dalla Cinque Stelle alla Camera, dalle comunicazioni intercorse con gli inquilini la Elsafra sembra interessata in particolare agli immobili residenziali concentrati a Milano (ma anche Firenze e Latina) e vicino a Milano 3, lo storico “quartiere dei vip” a Basiglio, nell’hinterland meneghino, realizzato dalla EdilNord della famiglia Berlusconi. Il gruppo dove proprio Cristiano Noci Brambilla, consigliere di amministrazione della Elsafra, ha cominciato la propria carriera lavorativa con una società affiliata allo storico ramo edilizio della Fininvest, ceduto a inizio anni Duemila.