“La nostra coerenza è stata premiata e l’elettorato ambientalista e progressista ha in noi rappresentanza”: Angelo Bonelli ha buoni motivi di soddisfazione dopo le elezioni europee che per Alleanza Verdi Sinistra (Avs) ha segnato un risultato positivo, con un robusto 6,7% che ha aperto ai rossoverdi le porte di Strasburgo. E ora il leader dei Verdi, partner di Sinistra Italiana, guarda già alle prossime sfide. Quella di Avs è una delle affermazioni più nette di queste Europee, ma il movimento potrebbe ambire nel prossimo futuro a raggiungere nuovi obiettivi. Mettendo nel mirino il 10% e il sorpasso nei confronti dei Cinque Stelle: “Avs può essere il raccordo in grado di unire le diverse anime del campo progressista, dal Partito Democratico al Movimento Cinque Stelle. A cui non escludo si possano aggiungere i centristi”. L’intervista
Onorevole, Avs è la grande sorpresa di queste Europee. Cosa vede alla base del vostro risultato?
“Gli elettori hanno premiato innanzitutto la coerenza del nostro programma. Abbiamo scelto di scendere in campo con posizioni chiarissime su molti temi: giustizia sociale, rifiuto di ogni discriminazione, sostegno alle giovani generazioni e, chiaramente, ecologismo”
Avete parlato anche di politica estera, spingendo per la pace. Pensate abbia giocato un ruolo?
“In campo di politica estera abbiamo voluto chiaramente delineare il nostro rifiuto di ogni guerra e di ogni corsa alla escalation capace di danneggiare il futuro dell’Europa. Riteniamo la necessità di mettere un vero discorso sulla pace al centro del dibattito politico decisiva per il nostro futuro. Dell’Europa e del genere umano intero. Rivendichiamo la nostra posizione coerente di condanna del massacro indicibile subito dal popolo palestinese. E l’incriminazione di Netanyahu e Sinwar per crimini di guerra”
Da Ignazio Marino a Ilaria Salis, passando per Mimmo Lucano Avs porta a Strasburgo nuovi e vecchi simboli della sinistra italiana. Che ruolo hanno avuto i candidati nel risultato?
“I candidati sono espressione dei valori in cui Avs si riconosce. Il programma è stato fondamentale, ma altrettanto importante è stata la capacità di proporre candidati fermamente convinti degli ideali di giustizia sociale e ambientale di cui Avs si fa portavoce. Gli elettori hanno premiato la coerenza di presentare una visione alternativa a quella della destra, dimostrando che esiste un’alternativa all’onda di destra che si estende su tutto il Vecchio Continente”
Per cosa vi batterete ora in Europa?
“Avs e i suoi eletti si batteranno per la giustizia ambientale e climatica e contro chiunque voglia riportare indietro la lancetta della storia sui diritti civili e sociali, come una larga fetta della destra intende fare, o cercare di fermare la fondamentale transizione energetica e ecologica. Vogliamo essere un presidio per chiunque creda in un’Europa e in un’Italia democratica”.
Avs è cresciuta anche rispetto ai sondaggi. Ritenete possibile puntare alla doppia cifra?
“Non vogliamo porci oggi limiti o traguardi, ma parlare di politiche. Abbiamo indubbiamente avuto segnali incoraggianti dal fatto che il nostro partito sia molto apprezzato tra i giovani, che mettono al centro l’ambiente, la giustizia sociale, il rifiuto della guerra nel loro discorso politico. Il nostro obiettivo è costruire un metodo di dialogo e confronto. L’importante è crescere giocando un ruolo nel nostro percorso verso la definizione di un’alternativa a questa destra che non fa gli interessi degli italiani, specie dei più vulnerabili”
Come intendete agire? Ritenete possibile equilibrare verso posizioni nettamente progressive in campo sociale ed ecologico il centrosinistra guidato dal Partito Democratico?
“Intendiamo essere sempre coerenti coi nostri valori e obiettivi giocando un ruolo nella costruzione di un’alternativa di governo alla destra permettendo a Avs di essere il fondamentale raccordo che può unire le diverse anime del campo progressista, dal Partito Democratico al Movimento Cinque Stelle. A cui non escludo si possano aggiungere tutti quei centristi che credono in un progetto comune. L’importante è evitare quanto successo dopo il 25 settembre 2022, quando le divisioni del campo hanno permesso a Giorgia Meloni, che non aveva la maggioranza assoluta, di conquistare il governo del Paese”.