La maggioranza che regge la Commissione di Ursula von der Leyen, formata da Partito Popolare Europeo, Partito Socialista Europeo e Liberali di Renew Europe. regge numericamente dopo il voto per le Europee. Ma questo non deve dare all’attuale leadership comunitaria l’illusione che sia possibile continuare a promuovere la stessa agenda politica promossa finora. Con una grande attenzione allo scenario geopolitico e militare, che gli elettori sembrerebbero aver digerito in maniera preoccupata. Parola dell’ambasciatore Marco Carnelos, osservatore attento delle dinamiche geopolitiche globali, che con True-News commenta gli sviluppi dell’Europa post-voto
Ambasciatore, che chiave di lettura dà della tornata delle Europee?
In un quadro di significativo astensionismo e contraddistinto da segnali contrastanti, le elezioni del Parlamento Europeo, nonostante l’avanzata delle destre, si prestano ad una difficile lettura. L’analisi compiuta del vero impatto del voto si potrà avere solo dopo l’esito delle elezioni politiche francesi indette da Macron dopo il tracollo del suo Partito.
Si potrà riproporre un von der Leyen bis?
I numeri indicano una tenuta – non è ancora chiaro quanto solida – della cosiddetta “maggioranza Ursula”. Tuttavia, se la cosiddetta “maggioranza Ursula” dovesse giudicare l’esito di questo voto come una sostanziale esortazione a continuare a perseverare nelle politiche fin qui seguite commetterebbe un errore madornale.
Si riferisce anche alle politiche sull’Ucraina?
Un dato rilevante emerso dal voto è che sono state punite quelle forze maggiormente belliciste sia nel conflitto in Ucraina che nel tollerare e sovente giustificare la sproporzionata risposta israeliana a Gaza: Macron, l’SPD di Scholz i verdi della Baerbock. Significativamente le forze di destra premiate dalle elezioni sono quasi tutte, con la peculiare eccezione di Fratelli d’Italia, contrarie alla guerra, contrarie a spedire armi all’Ucraina, contrarie alle sanzioni alla Russia.
Che chiave di lettura si può dare di questo fatto?
Quindi la preoccupazione per la piega che sta prendendo il conflitto in Ucraina e per il grave impatto che le sanzioni alla Russia hanno avuto sull’economia europea sembrano i temi che hanno saldato le diverse forze di destra ed estrema destra del continente.
Una visione molto distante dall’idea di aperta contrapposizione di cui spesso si sente parlare…
Sembra che l’elettorato europeo abbia voluto inviare un segnale ben preciso: non crediamo alla vostra narrativa fortemente ideologizzata centrata su un “atlantismo fanatico” e quindi talvolta ottuso sull’Ucraina, e sulla tesi della contrapposizione tra Democrazie e Autocrazie. Abbiamo una visione degli eventi che stanno caratterizzando l’attuale quadro internazionale molto più realista, inquadrata in una prospettiva storica e sicuramente non avulsa dalla realtà come quella che tentate di propinarci.
Ora in Europa andrà al voto la Francia. Che scenari ci aspettano?
Le elezioni francesi e successivamente quelle britanniche potranno chiarire meglio la natura autentica del malumore che serpeggia in Europa, ma la partita intorno alla “maggioranza Ursula” che potrebbe essere riconfermata – ma senza Ursula – potrebbe essere lunga e arrivare fino a ridosso, se non oltre, le elezioni americane.
Come cambia il ruolo dell’Italia in Europa dopo il voto?
In Italia la maggioranza di che sostiene la Meloni esce confermata e quindi rafforzata, il PD farebbe meglio a non sprecare questa occasione e i 5 Stelle pagano l’incomprensibile sostegno offerto alla von der Leyen 5 anni fa. Ma la vera partita che si giocherà in Europa per l’Italia, verterà soprattutto sulla dialettica di collaborazione che Giorgia Meloni riuscirà ad instaurare con Marine Le Pen, soprattutto se la leader francese dovesse vedere confermato il suo successo anche alle prossime elezioni politiche.