Alle Europee occhio a Roberto Vannacci e Ilaria Salis. L’ex “generalissimo” della Folgore e la docente detenuta in Ungheria al centro di un presunto caso di malagiustizia possono essere i volani di un buon risultato di Lega e Alleanza Verdi Sinistra. Mentre si avvicina il silenzio elettorale, più di un addetto ai lavori non nasconde che Vannacci e Salis possano portare il Carroccio e i progressisti a centrare il loro obiettivo.
I cacciatori di preferenze di Avs e Lega
Nel caso della Lega si parla di migliorare l’8,8% delle politiche e, soprattutto, restar davanti a Forza Italia, in quello dei rossoverdi di distaccare, il più possibile, la soglia di sbarramento del 4% e puntare a quel 5% che anche Angelo Bonelli ha ritenuto plausibile sorpassare. Due candidature identitarie, fortemente divisive e proprio per questo spendibili nel tutti contro tutti delle Europee sono state le chiavi di volta con cui Matteo Salvini e il duo Bonelli-Frattoianni hanno voluto risollevare le sorti dei propri movimenti politici.
Nella logica dicotomica un Vannacci intento a cacciare il politicamente corretto e una Salis presentata come emblema della minaccia che molti progressisti vedono nelle destre autoritarie attirano giocoforza preferenze. Calamitano l’attenzione. Fagocitano le posizioni dei partiti di riferimento. Fornendo a Lega e Avs la panacea al problema della competizione personalizzata a cui la discesa in campo dei leader ha ridotto le Europee. In un certo senso, imponendo alle persone di parlare, tramite loro, di Europa. Di un’Europa che non esiste concretamente, che sia quella matrigna del vannaccismo o quella potenzialmente plasmabile dalle destre paventata dalla Salis, ma che è ipotizzata come migliorabile.
Salis e Vannacci, due facce della stessa medaglia
“Sono due facce della stessa medaglia”, ha detto di Vannacci e Salis Stefano Bandecchi, sindaco di Terni e coordinatore nazionale di Alternativa Popolare. Certo, Bandecchi lo ha detto con toni critici ricordando che “entrambi non capiscono nulla di autonomia energetica, industrializzazione, di dare un futuro agli italiani”. Va detto, non sarebbero pochi i candidati che ricadrebbero in questa categoria a un’analisi più profonda. Però sul tema del dualismo Bandecchi, candidato alle Europee, non sbaglia. Le candidature Salis e Vannacci suppliscono a segreterie deboli sul fronte dell’immagine (Avs) o in appannamento, come quella di Salvini.
Sono i magneti ideologici che consentono di distanziarsi dagli altri partiti, di maggioranza e di opposizione. Parlano di Europa, in termini polarizzanti, riempiendo un vuoto di contenuti che accomuna molte formazioni anche a causa dello scollamento tra partiti europei e formazioni italiane. Se il fine sono i consensi, Vannacci e Salis riescono meglio dei rispettivi leader. E, va detto, se eletti loro a Strasburgo andranno sicuramente. Non come i leader partitici, a partire dalla premier Giorgia Meloni, che vanno sulla scheda come prova di forza. E questo è un dato di fatto innegabile