Perchè leggere questo articolo? L’assessore veneto Marcato commenta il risultato alle Europee della Lega, “salvata” da Vannacci: “Ma i suoi valori non sono i nostri. Se invece siamo cambiati, lo si dica in congresso. E ognuno farà le proprie scelte”
Le elezioni europee descrivono uno scenario preciso da cui escono vincitori e vinti. In casa Lega la situazione è particolare. Il partito ha tenuto, ma il risultato non è stato esaltante. L’exploit vero è stato quello del generale Roberto Vannacci. Che ha dato ragione a Matteo Salvini, il quale ha puntato molto sulla sua candidatura. Una intuzione che tuttavia ha profondamente lacerato il partito. Basti pensare che il “Senatùr” Umberto Bossi alla vigilia delle Europee ha annunciato che avrebbero votato per un candidato di… Forza Italia. Abbiamo parlato della situazione con l’assessore del Veneto Roberto Marcato. “Questa è stata una sconfitta. Bossi ha parlato per troppo amore. Vannacci? Per me resta un ‘incandidabile’ nella Lega”. L’intervista
È contento del risultato elettorale della Lega a questa tornata elettorale europea?
Da veneto il risultato della Lega è inferiore a quello di due anni fa alle politiche. Purtroppo continua il trend decrescente e quindi non posso essere assolutamente contento perché si tratta di una sconfitta.
La Lega è stata “tradita” da Umberto Bossi alla vigilia che ha annunciato di votare Forza Italia. Come commenta questa scelta?
La dichiarazione presunta del Senatore Bossi, se è realmente stata fatta, lo ha fatto per troppo amore per il partito. Non credo l’abbia fatta per altri motivi ma resta il fatto che un leghista vota Lega e la coerenza in questi casi è determinante. Riesco a giustificarlo parzialmente perché credo l’abbia fatto per un atto d’amore.
Vannacci è stato un traino importante in termini di voti. Come valuta il suo risultato?
Sul tema Vannacci io sono stato forse il primo a criticare la sua possibile candidatura e continuo ad avere le stesse perplessità e gli stessi dubbi. Vannacci, a mio modo di vedere, non ha nulla che vedere con la Lega. Ricordo che alla precisa domanda su che cosa pensasse sull’autonomia lui rispose che c’è la riforma del titolo quinto e questa basta e avanza. Per un autonomista impenitente come me una frase del genere è sufficiente per non candidare una persona.
Senza contare che il “Generale” è stato fatto portabandiera del partito…
Per quanto riguarda la questione che sia stato addirittura fatto portabandiera del partito, questo lo trovo altrettanto incomprensibile. Quel ruolo è per chi incarna i valori del partito, non mi sembra che “Dio, patria e famiglia” siano i valori della Lega. Se, invece, la Lega è cambiata lo si deve dire a un congresso e, a quel punto, con nuovi valori, nuove visioni del mondo, nuovi statuti e nuovi regolamenti, uno potrà decidere se rimanere o meno nel partito in cui milito nel ’92.