La parola del day after è una sola. “Amarezza” dice a true-news l’avvocato Guido Camera commentando la decisione della Corte costituzionale che ha dichiarato inammissibile il quesito che chiede di depenalizzare l’omicidio del consenziente. In attesa del deposito della sentenza sull’eutanasia, l’Ufficio comunicazione della Consulta ha fatto sapere che il quesito referendario è stato bocciato perché “a seguito dell’abrogazione, ancorché parziale, della norma sull’omicidio del consenziente, cui il quesito mira, non sarebbe preservata la tutela minima costituzionalmente necessaria della vita umana, in generale, e con particolare riferimento alle persone deboli e vulnerabili”.
In sostanza per la Corte Costituzionale il rischio è che in caso di vittoria del referendum non vengano tutelati i soggetti più vulnerabili che hanno prestato il consenso in modo “leggero”. Per il legale di +Europa “si è deciso di non far votare gli italiani dopo che erano state raccolte 1,5 milioni di firme” con motivazioni che suscitano “massimo stupore” perché “in realtà il referendum abrogativo interveniva sulla norma dell’omicidio del consenziente che è del 1930, una norma attenuata, e prevedeva che rimanesse punito con le stesse pene previste per l’omicidio volontario l’autore del reato nei confronti di una serie di soggetti fragili: minori, infermi, soggetti con lieve incapacità anche transitoria legata al consumo di alcol, droghe o persone suggestionabili il cui consenso è stato carpito con violenza, minaccia o suggestione”.
Stop referendum eutanasia, Camera: “Calpestate 1,5 milioni di firme”
“Inoltre – spiega Camera – abbiamo passato in rassegna tutte le decisioni della Corte di Cassazione sull’omicidio del consenziente e non è mai stata riconosciuta l’attenuante, il reato è sempre stato punito come un omicidio volontario”. Secondo l’avvocato “non si può sostenere che gli italiani non siano in grado di votare perché grazie a casi come Cappato, Englaro, Welby, Dj Fabo tutto si può dire tranne che non si fosse formata una coscienza su questi temi e anche l’informazione, su questo aspetto specifico, ha dato il suo contributo”. “Questo – afferma Camera – era il referendum per i diritti più importante che avrebbe consentito di armonizzare il nostro ordinamento agli stati più civili: la Spagna a giugno scorso ha fatto una legge impressionante e comunque il Parlamento avrebbe potuto legiferare. Si è deciso di calpestare 1,5 milioni di firme e di non far votare in via preventiva per un formalismo, quando sarebbe stato possibile intervenire anche a posteriori”.
Eutanasia, l’avvocato Camera: “Decisione ipocrita”
Da ultimo l’aspetto politico-culturale. “È un brutto segnale – afferma Guido Camera – perché verrà letto come decisione di non far votare gli italiani in un Paese in cui un’importante fetta dei cittadini vuole mettere al centro l’individuo, i suoi diritti e i suoi doveri, perché venivano anche rafforzate le responsabilità penali per chi abusava”. “Bisogna essere rispettosi delle opinioni di tutti su tematiche delicate che hanno tante vedute, sfaccettature, aspetti morali ma guardiamo anche all’ipocrisia delle decisione rispetto alla realtà dei fatti: chi ha due soldi in più può ottenere quello che vuole fuori confine o trovando un medico pietoso purché non lo racconti, tutti gli altri no. Gli italiani sono maturi per decidere che società vogliono”.