Perché leggere questo articolo? L’ex deputato del M5s Luca Carabetta si è buttato sull’Intelligenza artificiale e vuole vendere il suo software alle società di lobbying. La stessa categoria oggetto da sempre degli strali dei grillini.
Dal M5s all’intelligenza artificiale
Dal M5s all’intelligenza artificiale per le società di lobbying. Solo andata. È questo il percorso dell’ex deputato grillino Luca Carabetta. Uno che nella scorsa legislatura sembrava molto in ascesa, tra i volti rampanti del nuovo corso contiano del Movimento fondato da Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio.
La startup dell’ex M5s Carabetta
La parabola dell’ex tesoriere del gruppo dei Cinque Stelle alla Camera e vicepresidente della Commissione Attività Produttive di Montecitorio ha sicuramente alcuni punti di contatto con la storia del grillismo. Ingegnere energetico, 32 anni, dopo l’uscita dal Parlamento Carabetta si è buttato nel settore dell’Intelligenza Artificiale. Con una startup in linea, apparentemente, alle visioni tecnologiche che hanno rappresentato la scintilla primigenia del M5s che fu. La sua Iurely, infatti, si occupa di Ai. Ma è pensata per le istituzioni e la politica. Il software di Carabetta è in grado di analizzare documenti parlamentari, generare comunicati stampa, atti parlamentari e report sulle attività della Camera e del Senato.
L’ex deputato vuole piazzare Iurely
Perfetta per sostituire assistenti parlamentari e staffisti di ogni tipo. L’intelligenza artificiale al servizio della politica. È questa l’idea di Carabetta, che intanto, a differenza di molti suoi ex colleghi, non è uscito dal M5s. Anzi, si parlava di lui come possibile candidato alle prossime europee nella circoscrizione Nord Ovest. Poi non se n’è fatto nulla e l’ex deputato continua a girare per Roma in cerca di clienti per il suo strumento di intelligenza artificiale.
L’ex M5s cerca le società di lobbying
L’ex parlamentare, oltre ai politici e alle Istituzioni, cerca anche i lobbisti. Quegli stessi professionisti oggetto, negli anni, di violenti strali da parte degli esponenti del M5s. Conte compreso. Che usa la parola “lobbista” quasi come se fosse un insulto. “Meloni non governa, fa lobbismo di Stato”, aveva detto l’ex premier ad agosto del 2023. A gennaio dell’anno in corso, il leader pentastellato aveva esortato a “spezzare il legame tra politica e affari”. Sempre agitando come uno spettro il babau dei lobbisti. E come dimenticare il Grillo d’antan che se la prendeva con il Pd “influenzato dai lobbisti”. Il fondatore del M5s sul Blog tuonava “Lotta alle lobby!” e “Fuori i lobbisti dal Parlamento!”
Altro che gli “odiati” lobbisti
Ora il suo ex deputato Carabetta cerca di vendere il suo software di intelligenza artificiale proprio alle società di lobbying. La conferma arriva da ambienti romani e frequentatori dei Palazzi, che hanno visto il grillino aggirarsi per gli uffici dei lobbisti cercando di “piazzare” Iurely, uno strumento che potrebbe aiutare proprio chi si occupa di monitoraggio legislativo e reporting parlamentare. Altro che gli “odiati” lobbisti.