I bambini palestinesi, gli insegnanti del sud, Emergency, i greci straccioni, le mogli dei politici. È ricco il repertorio di “sciocchezze” – per usare un eufemismo – che hanno segnato gli ultimi 20 anni di produzione letteraria di Fabrizio Rondolino. Ben prima che gli inquirenti di Firenze puntassero l’ex lothar di D’Alema nell’ambito dell’inchiesta sulla Fondazione Open.
Fabrizio Rondolino su Emergency: “Organizzazione antioccidentale”
Per una email segreta ci sono infatti decine di post ben visibili in cui il giornalista dà libero sfogo a pensieri e commenti che magari fossero rimasti nascosti in qualche casella di posta gestita da Luca Lotti. Così Emergency sarebbe “un’organizzazione politica antioccidentale mascherata da ospedale ambulante” contro cui invocare “boicottaggio e isolamento”. Era il 14 novembre 2015 – sei anni prima della scomparsa di Gino Strada, alle esequie del quale avrebbe presenziato anche Matteo Renzi. Ma non contento il giornalista ritorna il giorno dopo a commentare la sua esternazione: “Per aver twittato l’ovvio (Emergency fa politica contro l’Occidente) da ieri i piccoli talebani di @cecilia_strada (la figlia di Gino, NdR) urlano di cacciarmi dall’Unità”.
Fabrizio Rondolino e la Buona Scuola: “Perché la polizia non riempie di botte gli insegnanti?”
Nei mesi della discussione sulla Buona Scuola, Rondolino è in campo a difesa della riforma – incredible a dirsi – renziana: “I precari assunti senza concorso che non vogliono lasciare il quartiere possono sempre dimettersi, o il governo li obbliga al posto fisso?”. Rincarando poi la dose: “Se gli insegnanti del Sud che urlano in tv conoscessero l’italiano, almeno capiremmo che vogliono”. E arrivando quindi addirittura a chiedersi: “Perché la polizia non riempie di botte ‘sti insegnanti?” (25 giungo 2016).
Quegli anni lo vedono impegnato in molti dibattiti – memorabile quello in cui volano gli stracci con Gasparri sulle proprie mogli e su quella di Brunetta – e nella difesa di teorie non proprio democratiche: “Il suffragio universale comincia a rappresentare un serio pericolo per la civiltà occidentale. #disaster2016”.
Rondolino, un amore chiamato Matteo Renzi
Deve esser stato l’amore per il leader di Italia Viva a farlo esagerare. D’altronde Rondolino ha dichiarato: “Sono infatuato di Matteo Renzi. La minoranza Pd? Come scimpanzé che escono dalla foresta”. Ma anche la politica estera sembra muovere le bili dello “stimabile” giornalista.
Fabrizio Rondolino, una vita per le sciocchezze: da Tsipras ad Hamas
Così il referendum greco del 2015 sarebbe “un plebiscito, simile a quello dei dittatori” e quelli a Tsipras sono i voti “degli straccioni, dei poveracci, come Grillo in Italia”. L’apice è raggiunto nel commentare il conflitto israelo-palestinese: “Smettiamola con i bambini: i bambini in guerra muoiono come chiunque altro, perché la guerra è orrenda. Sono morti e muoiono dappertutto. […] I media italiani sono quasi tutti totalmente subordinati alla propaganda di Hamas, che sfrutta cinicamente le vittime civili – molte delle quali sono letteralmente costrette dai terroristi a restare nelle case o a salire sui tetti – per muovere a pietà l’Occidente”.
Il Renzigate? Iniziato un mese dopo il referendum del 4 dicembre 2016
Certo, chi poteva immaginare che tutta questa creatività esplodesse la sera del 7 gennaio 2016. Un mese dopo il disastroso referendum costituzionale del 4 dicembre 2016, Fabrizio Rondolino ha scritto a Matteo Renzi una mail, dalle finalità oscure e dal contenuto disvelato solo di recente – anche qui potrebbero sorgere interrogativi per una maggiore chiarezza – nel corso delle indagini che riguardano la fondazione Open.
Settimana scorsa il destinatario ha provato a respingere al mittente e a Marco Travaglio che lo incalzava nello studio di Otto e Mezzo, il messaggio: “Questa è un’email che è stata inviata da Fabrizio Rondolino come ipotesi di scuola e alla quale nessuno ha dato corso”.
Oggetto: Tu scendi dalle stelle. From: Fabrizio Rondolino e sua moglie Simona Ercolani, potente produttrice e sceneggiatrice Rai. Tesi di fondo: “Non dobbiamo perdere tempo a riconquistare l’elettorato: dobbiamo spingerlo a non votare più”. In allegato alla mail inviata all’ex presidente del consiglio segue un piano per la costituzione di “una piccola e combattiva redazione dedita alla ‘character assassination’ per colpire gli avversari”. Notizie, indiscrezioni, “rivelazioni mirate a distruggere la reputazione e l’immagine pubblica” degli avversari: Beppe Grillo, Luigi Di Maio, Alessandro Di Battista, Roberto Fico, ma anche giornalisti come Marco Travaglio e Andrea Scanzi. Il tutto su un apposito sito “non riconducibile al Pd né tanto meno a MR”, da costruire ad hoc su “un server estero non sottoposto alla legislazione italiana”.
Meme, vignette, “una rete di profili fake” e una redazione su misura per contrattaccare, nei tempi in cui si cominciava la guerra alla Bestia di Salvini e Morisi. Chi parla di Watergate italiana, chi di deliri da fine impero. Ma chi è la mente dietro il diabolico, per quanto strampalato, piano? Sarebbe lui: Fabrizio Rondolino, torinese classe 1960, storico militante del Pci e firma dell’Unità che consuma una diaspora politica e intellettuale dopo il crollo del Muro: prima come portavoce di D’Alema, poi come para-dirigente Mediaset e infine come “charachter killer” renziano. Non è il primo e non sarà l’ultimo dei globetrotter della politica e della carta stampata italiana. Peccato però che oltre alla posta elettronica ci siano pure i social network.