Perché leggere questo articolo? Chiara Muti fischiata alla prima di un suo spettacolo al Teatro alla Scala. E se il malcontento per la regista provenisse dalla reputazione lasciata da suo padre Riccardo Muti?
Quello presentato al Teatro alla Scala il 20 marzo era uno degli appuntamenti più attesi della stagione in corso. Parliamo del Guglielmo Tell di Rossini che si è ascoltato per la prima volta all’iconico teatro milanese nella versione originale francese. Il nuovo allestimento è stato firmato dall’attrice e regista Chiara Muti, figlia del direttore d’orchestra Riccardo. Qualcosa però non è andato. Alla fine dell’opera, il pubblico della Scala non pare aver gradito del tutto lo spettacolo. La figlia d’arte è stata infatti accolta da fischi e boati di disapprovazione.
Chiara Muti e i “buuh” alla Scala di Milano
Chiara Muti, attrice cinematografica e di teatro e figlia d’arte. Suo padre è Riccardo Muti, direttore d’orchestra e vincitore di numerosissimi premi. Fu direttore musicale del Teatro alla Scala di Milano per quasi 20 anni, dal 1986 al 2005. Lo stesso teatro in cui sua figlia ha dovuto affrontare i “buuh” insistenti del pubblico dopo la prima del Guglielmo Tell. Il vero smacco è stato inoltre il fatto che il pubblico in sala ha riservato solo per lei dei boati di disapprovazione. Al termine dell’opera infatti tutto il cast è stato applaudito, così come il direttore Mariotti. “Buuh” insistiti solo per Muti, che però ha elegantemente ringraziato il pubblico senza lasciar trasparire alcun tipo di insoddisfazione.
La regia moderna e cupa di Chiara Muti non ha soddisfatto una parte del pubblico della Prima del Guglielmo Tell di Rossini andato in scena alla Scala. Il teatro, che per 20 anni ha visto la direzione musicale di Riccardo Muti, non sarà sicuramente causa di un ricordo positivo per sua figlia. E se invece i fischi riservati a Chiara Muti fossero proprio causati dal ricordo che suo padre ha lasciato al teatro milanese?
La carriera di Riccardo Muti e il rapporto con gli orchestrali
Riccardo Muti può sicuramente vantare una carriera di tutto rispetto. Numerosi premi e riconoscimenti ricevuti, dal “Grande ufficiale dell’Ordine al merito della Repubblica italiana” del 1980 fino al Premio Wolf per le arti nel 2000. Successo che va ben oltre l’Italia, dirigendo nei più importanti teatri di tutto il mondo.
Quello che però rimane una macchia nella sua carriera è stato il rapporto con gli orchestrali. Più volte i membri delle orchestre che dirigeva non hanno riservato buone parole riguardo il suo lavoro. Una delle situazioni più celebri della carriera di Muti però è avvenuta fuori dai teatri. E avvenne nel 2005, a seguito di un articolo su Il Foglio di Filippo Facci.
L’articolo di Facci che ha portato alle dimissioni di Muti
Filippo Facci stesso lo definisce “lo scoop più silenzioso della mia vita“. Era il 2 aprile 2005 quando a Facci fu richiesto un articolo destinato a cozzare clamorosamente “contro l’apparato che proteggeva il Maestro un po’ ovunque: su tutti la Sovrintendenza della Scala, il Corriere, il Giornale e soprattutto Mediaset attraverso Fedele Confalonieri, che per il maestro aveva una passione smodata”. Il giornalista quindi scrisse un articolo colmo di informazioni mai pubblicate e che aveva raccolto negli anni. Il giorno stesso della pubblicazione dell’articolo, Muti chiamò Confalonieri per comunicargli le dimissioni dal Teatro alla Scala.
Il malcontento “ereditato” dalla figlia Chiara
La pubblicazione di questo articolo però, non fu un caso isolato. Erano mesi infatti che si manifestava un grande malcontento nei confronti di Muti in seno all’orchestra. Facci stesso lo definirà soltanto “il colpo di grazia” che però il direttore d’orchestra stesso vide come un segnale di abbandono politico. I giorni successivi alla pubblicazione dell’articolo il giornalista ricevette chiamate dalle più disparate personalità italiane e mondiali che condividevano quanto riferito da lui contro Muti.
Popolarità che accompagna Facci ancora oggi quando torna al teatro milanese per assistere agli spettacoli, con gente che si complimenta con lui per quel vecchio articolo. Insomma, quello nei confronti del grande direttore d’orchestra era un malcontento che covavano in molti, dagli orchestrali fino alle personalità influenti del mondo classico. Malcontento che oggi sembra essere stato ereditato dalla figlia Chiara. Il Teatro alla Scala pare non dimenticare quello che succede all’interno delle sue mura.