Le notizie sui contatti tra l’emissario della Lega Antonio Capuano e un funzionario dell’ambasciata russa a Roma, rappresentano anche un assist, involontario, alla campagna elettorale di Fratelli d’Italia. Se facciamo il paio con alcune dichiarazioni di Silvio Berlusconi sulla necessità di convincere gli ucraini ad accettare le richieste di Vladimir Putin, abbiamo l’immagine di un centrodestra in cui il posizionamento convinto sull’euro-atlantismo e sul sostegno all’Ucraina appare garantito esclusivamente da Giorgia Meloni.
Meloni “garante” dell’atlantismo
La leader di Fdi, nonostante gli attacchi per l’amicizia con Viktor Orbàn, tiene il punto e si propone come “garante” della collocazione internazionale dell’Italia guidata da un eventuale governo di centrodestra a trazione meloniana.
E i suoi suonano lo stesso spartito. Andrea Delmastro Delle Vedove, deputato di Fratelli d’Italia, responsabile del dipartimento Esteri del partito della destra italiana, rafforza il concetto in un colloquio con true-news.it.
“Quello che dice Giorgia Meloni è semplice. Noi diciamo all’America che siamo una garanzia sotto il profilo della cornice euro-atlantica in cui si collocherà l’Italia con un governo di centrodestra”.
Trincea occidentale
Il parlamentare usa toni senza appello, quasi bellici, per descrivere l’attuale difficile momento internazionale. “È evidente che noi non possiamo disertare la trincea della nostra civiltà occidentale rispetto a un disegno egemonico portato avanti dalla Russia di Vladimir Putin e dalla Cina di Xi Jinping”.
Trincea che, in questo momento, è rappresentata dall’Ucraina. “Noi siamo dalla parte di Ucraina e Nato e con le nostre dichiarazioni abbiamo tranquillizzato ancora di più i nostri interlocutori internazionali”, insiste Delmastro.
Le differenze con gli avversari
E però esistono quantomeno delle sfumature rispetto alla linea della Lega, ma anche di una parte di Forza Italia. Due partiti che condividono un approccio più “dialogante” con Mosca. Ma da Fratelli d’Italia sembrano non preoccuparsene più di tanto. Con Meloni premier non ci saranno tentennamenti da parte degli alleati sul sostegno a Kiev e sulla collocazione internazionale dell’Italia.
“Se parliamo di voti in Parlamento – ragiona il deputato di Fdi – non ci sono mai stati tentennamenti da parte di Lega e Forza Italia per la capacità di convinzione di un premier non eletto come Mario Draghi. Figuriamoci se ci potranno essere tentennamenti con un premier eletto e forte di un ampio sostegno popolare”. Questo vale anche per “ulteriori invii di armi all’Ucraina”, nonostante i dubbi espressi più volte da Matteo Salvini.
Le contraddizioni dei giallorossi
Da Fratelli d’Italia poi spostano l’obiettivo sulle contraddizioni del fu fronte giallorosso di Giuseppe Conte e Enrico Letta. E attaccano i tentativi del centrosinistra di demonizzare gli avversari, dipingendoli come filo-russi.
“Dopo le notizie di questi giorni stiamo assistendo a un tentativo della sinistra di demonizzare l’avversario politico, cioè il centrodestra. Un tentativo sviluppato da una sinistra che coltivava il progetto di un campo largo con l’unico partito che, in sede di voto, ha sollevato dubbi sull’aiuto all’Ucraina, cioè il Movimento Cinque Stelle”, continua Delmastro Delle Vedove. Nessuna lezione da Letta, insomma.
Nessun lezione da parte del Pd
“I nostri alleati non hanno mai avuto tentennamenti quando si è trattato di votare sul sostegno all’Ucraina. Quindi capisce che mi pare francamente eccessivo sentirmi fare la morale sui partiti di centrodestra da parte del Pd che voleva fare il campo largo con Conte”. Lo stesso Conte che “mesi fa ha cominciato una guerra guerreggiata contro l’esecutivo Draghi in materia prima di spese militari. E poi di invio di aiuti militari all’Ucraina”.