Perché leggere questo articolo? Dai podcast su Youtube a Spotify, crescono gli influencer che si dilettano a ricalcare il mestiere, eppure molti volti noti accettano di farsi intervistare da chi di giornalismo ne sa veramente poco. La vera domanda è perché? Ne abbiamo parlato con il direttore di MOW, Moreno Pisto.
Fedez scala la vetta del suo format ‘’ignorante’’ Muschio Selvaggio che alterna ospiti diversi in ogni puntata, con interviste semiserie a figure come Donatella Versace, Fabio Fazio, e da ultimo l’ex magistrato Piercamillo Davigo. In un suo recente editoriale Moreno Pisto, direttore di MOW, si è interrogato sul perché questi ospiti preferiscano essere intervistati da Fedez piuttosto che da giornalisti blasonati. Abbiamo dialogato con Pisto per approfondire queste tematiche.
Perché alcuni volti noti rilasciano interviste a Fedez?
Io mi sono dato una risposta, penso che in fin dei conti lo facciano per soldi o per visibilità. Sul primo fronte non sono nemmeno certo che paghino gli ospiti per presenziare, quindi resta sicuramente il dato della visibilità. Non si spiega altrimenti il fatto che persone con storia, esperienza e professionalità accettino di essere di fatto complici di Fedez e delle figurette che fa fare ai suoi ospiti. È successo con Saviano, con Nuzzi, con Davigo. Del resto è ancora difficile capire quale sia la forma editoriale di Fedez. È come se si trovasse in una fase intermedia tra il ragazzino che vuole fare le battute e l’uomo che vuole affrontare argomenti seri e non ha ancora trovato la sua strada. Può anche non trovarla mai, non c’è niente di male, ma ci sono contesti e contesti e devi saperli riconoscere.
Il fatto che Fedez supplisca a un compito giornalistico implica una crisi del giornalismo o forse addirittura una crisi dei giornalisti?
Che ci sia crisi del giornalismo è evidente, come è evidente la crisi dei giornalisti. Per un ascoltatore diventa importante capire come approcciarsi all’informazione e decidere chi seguire. Poi è vero, molti giornalisti ormai cercano di fare gli influencer e di mettersi sullo stesso piano di Fedez, solo che Fedez fa un altro lavoro. In compenso c’è ancora chi riesce a svolgere egregiamente la professione del giornalista.
Questo tipo di approccio semiserio proprio di Fedez piace agli ascoltatori?
Non bisogna cadere nell’inganno che l’approccio semiserio non piaccia agli ascoltatori. In questa fase in cui nella comunicazione conta soprattutto il modo di comunicare è chiaro che ognuno può avere il proprio pubblico. Per distinguere se una persona vuole essere un giornalista o un influencer occorre chiedersi: qual è lo scopo finale di un prodotto comunicativo? Informare? Oppure creare visibilità e engagement? Bisogna chiarire l’obiettivo. Chiaramente, ripeto: Fedez fa l’influencer, noi facciamo il nostro mestiere. Queste sono caratteristiche basilari per definire cosa sia giornalismo e cosa no.
Si apre un tema interessante: cosa vorrà dire il giornalismo domani. Il giornalismo è nato sulla carta: quale sarà il futuro del giornalismo?
Bella domanda. Il futuro del giornalismo è il giornalismo, cambia il mezzo ma l’approccio resta lo stesso. Criticare è anche parte del giornalismo. Il giornalismo è vedetta del potere. È giusto criticare gli influencer e, sicuramente, i più potenti ad oggi sono i Ferragnez. C’è chi li critica e fa del giornalismo puro e chi mira ad ingraziarseli in maniera spesso fin troppo esplicita. Risulta importante ricordarsi le basi del mestiere di giornalista, della deontologia professionale e di come vanno usati i mezzi per svolgere questo mestiere. Che ha ancora un futuro.