Perché leggere questo articolo? Giulia Cecchettin doveva essere l’ultima, ma non è stato così. Il femminicidio di Vanessa Ballan, però, sembra fare mano notizia (soprattutto sui social). Forse per le origini dell’assassino?
No, Giulia non è stata l’ultima. Dalla morte di Giulia Cecchettin – che come ha riconosciuto l’autopsia è avvenuto nella notte di sabato 18 novembre – in Italia ci sono stati altri 3 femminicidi. L’ultimo è quello di Vanessa Ballan, avvenuto martedì 19 dicembre. Mediamente in Italia avvengono circa 150 femminicidi all’anno, ma sui numeri pesa l’incertezza delle cifre. Quello che è certo è che non tutti le donne ammazzate fanno notizia allo stesso modo. Il confronto fra il femminicidio Cecchettin e quello Ballan lo dimostra. Cosa determina l’interesse – e il disinteresse – mediatico rispetto a una vicenda che segue dinamiche spesso così simili? Centra in qualche modo la nazionalità di chi uccide?
Del femminicidio Ballan ci frega meno di quello Cecchettin?
Il grado di attenzione a una notizia, si sa, è soggettivo. Tra i fattori che colpiscono di un fatto c’è però la prossimità. Un concetto labile, che non riguarda solo la vicinanza in senso geografico – che rimane comunque un fatto rilevante per il mondo dell’informazione. La notiziabilità – orrendo neologismo dall’inglese “newsworthiness” definisce l’attitudine di un evento a essere trasformato in notizia – può derivare dalla fatto in sé, che può suonare familiare nello svolgimento. Ma può dipendere anche dalle caratteristiche dei protagonisti. Tra questi può esserci anche la cultura e la nazionalità. E qui veniamo a una possibile differenza tra il femminicidio Cecchettin e quello Ballan.
Perché il femminicidio di Giulia Cecchettin ci ha colpito così profondamente? O meglio, perchè i restanti oltre 100 femminicidi – tra cui quello Ballan – che insanguinano il nostro Paese ogni anno fanno meno notizia? C’entrano probabilmente il grado di immedesimazione che il crimine di “un figlio sano del patriarcato” – come Elena Cecchettin ha definito l’assassino di sua sorella – genera nella nostra psiche. La storia di due ragazzi della provincia veneta, apparentemente scomparsi nel nulla per giorni, ha tenuto l’Italia col fiato sospeso. All’inizio, ha generato un sentimento di angoscia collettiva, poi sfociato in rabbia comune per delle vita a prima vista così simili alla nostra quotidianità. Quel senso di responsabilità collettiva non sembra, invece, essersi innescato nel femminicidio Ballan.
L’assassino straniero fa meno notizia
Eppure la vicenda dei due omicidi conosce dinamiche – come troppo spesso viene fatto notare – simili. Possessività patologica, ritardi nelle indagini, giovane età dei protagonisti. Ogni storia, per carità, è una storia a sé. Ma nel caso dei femminicidi Cecchettin e Ballan le somiglianze non mancano. La prossimità dei luoghi dei due eventi è sconcertante: Vigonovo e Castelfranco Veneto, sono due cittadine della provincia veneta da poche migliaia di abitanti. E distano 37 km l’una dall’altra. Ma allora cosa determina la differenza di attenzione tra la vicenda Cecchettin e quella Ballan? Forse la nazionalità di uno dei due assassini…
L’omicidio di Vanessa Ballan, forse, ci colpisce meno perchè l’assassino è straniero. C’è una sorta di rassicurazione nel sapere che il femminicida non è italiano. Anzi, il fatto che l’identikit del carnefice di Ballan corrisponda perfettamente allo stereotipo dello “slavo violento”, inconsciamente ci deresponsabilizza. Cancella i peccati della nostra società, e fa derubricare a notizia non di primo piano il femminicidio.
Ballan, social, stranieri e femminicidi
La differenza nel caso Ballan la fa il meccanismo di ribaltamento della colpa. Se ad uccidere una donna è uno straniera sembra decadere probabilmente in maniera inconsapevole, la responsabilità sociale del femminicidio. Sui social lo si avverte in maniera impattante. Più che la mole di contenuti postati – comunque calata in maniera importante – il colpo d’occhio delle differenze tra #Cecchettin e #Ballan è evidente. I leghisti avrebbero ugualmente postato una #preghiera per Vanessa Ballan e chiesto #ergastolo per il suo assassino, se ad ucciderla fosse stato un italiano? Non possiamo saperlo. Quello che è certo che per il precedente femminicidio Cecchettin non sono state postate né preghiera né condanna. Invito al massimo della pena che invece ritorna per un altro caso, quello di Saman Abbas. Un femminicidio tranquillizzante nella sua “lontananza” dal nostro mondo.