Home Politics Ferragnez (e non solo): ma ‘ndo vai se un disturbo mentale non ce l’hai?

Ferragnez (e non solo): ma ‘ndo vai se un disturbo mentale non ce l’hai?

Ferragnez e salute mentale

Ferragnez a pezzi. Se la tanto chiacchierata crisi tra i due reggenti di Instagram sembra non esserci mai stata davvero, oggi i due coniugi piangono comunque. Per quale motivo? Entrambi, tramite lunghi sfoghi social, ci mettono a parte del proprio personale bollettino medico riguardo allo stato della loro salute mentale. Fedez sta vivendo i contraccolpi di uno psicofarmaco non adatto a lui (in termini tecnici, questi effetti collaterali si chiamano “rebound”), mentre Chiara, ipse scribit, compone un lenzuolo di lamentatio che affida a Instagram contando sull’empatia dei suoi milioni di follower: Sanremo è stata per lei “un’esperienza durissima”, gestire l’odio aprioristico delle persone nei suoi confronti (buttiamo qui, potrebbero chiamarsi “critiche”) un inferno. Ma, good news guys, nonostante le difficoltà, l’imprenditrice digitale non crolla, non si abbandona alle fragilità, tira avanti, dice, finché la barca va. Eroe. Tra i pochi a non esser rimasti avvinti dalle complessità emotive della coppia, proviamo comunque ad azzardare una riflessione: siamo sicuri che, sui social, il delicatissimo tema della salute mentale sia trattato in modo corretto?

 

Ferragnez: Chiara e Fedez non sono “due di noi”, ma ci influenzano

Tutti viviamo e, di conseguenza, portiamo sulle spalle sciagure che preferiremmo non avere. Gli esempi possono essere infiniti: il capo figlio di professionista, la collega gradevole livello ragade, famiglie arcigne, pescate pure una carta dal mazzo. Eppure, campiamo. Anche se non ci capita di essere sul palco di Sanremo, non abbiamo milioni di follower ma, ad andar male, il minimo del minimo salariale. Vedere milionari lagnarsi in merito a quanto sia difficile la loro esistenza dovrebbe fare specie, indurre alla risata se non all’indignazione. Chiara Ferragni non è una di noi, come non lo è il consorte. Per il giusto mix di merito e fortuna è riuscita a raggiungere traguardi clamorosi nell’ambito di quello che è il suo lavoro. Ce ne compiacciamo per lei, chapeau. E ci compiacciamo pure per Fedez che l’ha impalmata, smettendo da lì in poi, nei fatti, di fare musica (grazie!), e cominciando a vegetare sul divano della loro coniugale maison extra-lusso. C’è una cosa, però, che, indubbiamente, queste due creature, i Ferragnez, fanno: influenzano. Sentirli parlare, dunque, così liberamente di psicofarmaci e fragilità emotive può diventare scivoloso. Perché “se non ce la fanno loro”, figurati io come devo star messo, potrebbe arrivare a pensare il follower medio, dando un’occhiata brutale alla propria imparagonabile esistenza. E questa può diventare l’origin story di diverse storture. Storture a cui già stiamo assistendo. Quali? E come mai?

Ferragnez, la salute mentale e altre storture fantastiche

Ferragnez allo sbando. Lui strafatto di psicofarmaci, lei che crolla via Instagram per generare empatia, per sembrare “una di noi”, tumulata dalle responsabilità famigliari, dal dover “essere forte”. Non escludiamo che si pianga pure in Paradiso, ci mancherebbe. Però è la narrazione a preoccuparci. Mai come negli ultimi anni è nata una grandissima sensibilità (social, almeno) riguardo al tema della salute mentale. È un bene? Certamente. Ma quante volte influencer e attoroculi, nelle interviste, lamentano ansie, paure personali, disturbi veri o presunti come la sindrome dell’impostore, amatissimo jolly di qualunque celeb voglia millantare un tiramento? Giusto abbattere lo stigma che c’è, purtroppo, sempre stato nei confronti della terapia. Chi ci va, mica è pazzo. E, fortunatamente, siamo usciti o comunque stiamo uscendo da quell’Età della Pietra in cui era invalso pensare una bestialità simile. Insieme al bene, però, anche il male: sono nate pletore di influencer famose per via del loro, ancora una volta vero e presunto, disturbo mentale. Note e apprezzate perché ne parlano apertamente ai loro follower. Non è difficile trovare su Instagram post in grafica Canva che diagnosticano disturbi, anche gravi, redatti da qualche ventenne in cerca di visibilità, attenzione, empatia. Se ti ritrovi in questi cinque punti, sei bipolare. Se il tuo partner fa tre di queste sette cose, è narcisista patologico. Un bombardamento di diagnosi un tanto al chilo evidentemente preoccupante. Soprattutto perché, dai e dai, c’è chi ci crede.

 

Ferragnez, piangina di successo con figli e figliastri

Impossibile non rendersene conto. Sui social, siamo letteralmente bombardati da reel con faccioni ingombranti che ci spiegano quali disturbi mentali potremmo avere. Anche se non lo sappiamo. Cascarci, soprattutto in un momento di fragilità, non è da fessi. È umano. Uomini e donne da sempre cercano risposte, c’è chi è arrivato a fidarsi perfino di Wanna Marchi, tanta era la disperazione. Oggi abbiamo i life coach, generalmente senza alcuna Laurea in Psicologia o simili, che ce la contano su. Assistiamo anche alla nascita di piccole o grandi divette del web che trattano un solo argomento: lo stato della propria salute mentale. E così facendo, sostanzialmente, danno alibi per comportarci da stronzi. Se è vero che bisogna nutrire rispetto per persone in difficoltà, anche mentali, questo non le legittima a fare il bello e il cattivo tempo nelle nostre vite. “Hai un problema? Lavoraci!”, tale dovrebbe essere il messaggio. Invece, fin troppo spesso, viene tradotto in: “Hai un problema? Continua così, sei unico e speciale!”. A tutto c’è rimedio: dall’ansia al vuoto di vivere fino ai disturbi mentali più invalidanti. Sempre ammesso che li si abbia davvero e che non siano solo il frutto di suggestione social. I Ferragnez sono, indubbiamente, piangina di successo. Ma hanno tantissimi figli e figliastri tra Instagram e TikTok che, quotidianamente, avvelenano menti occupandosi pubblicamente di temi, come quello della salute mentale, delicatissimi. Senza averne, tra l’altro, alcun titolo per farlo. Possiamo scegliere di lasciarci influenzare, oppure no. La ripetizione, comunque, come nelle #adv, sa essere infida. E finché si smarchetta un brand, non c’è nulla di male. In altri contesti, invece, occorrerebbero meno hashtag e più cognizione di causa. La salute mentale può essere trend topic. Non certo, però, una moda. Ma ‘ndo vai?