Il personale è politico, rivendicavano nei cortei le femministe negli anni Settanta. “Io e la Ferry siamo positivi al Covid”, ha annunciato l’altro giorno Fedez, naturalmente su Instagram. Esiste un collegamento tra due affermazioni, separate tra loro da una distanza temporale di quasi cinquant’anni? Potrebbe. Se solo volessimo. Come? Attribuendo alla notizia diffusa dal rapper milanese sui social una valenza “politica”: vi stiamo annunciando di essere risultati positivi al tampone molecolare, i sintomi che avvertiamo sono lievi e questo perché entrambi siamo vaccinati. Per cui, cari follower, usate le mascherine e vaccinatevi. Nel dubbio, tamponatevi (se ci riuscite).
Chiara Ferragni e Fedez in casa con i bambini
Il fatto è che di Federico Lucia e signora ormai sappiamo tutto perché a raccontarcelo sono stati loro, giorno, per giorno, momento per momento, fino a riversare la loro esistenza in una serie tv, “I Ferragnez” su Amazon (l’unico marchio insieme a quello della Coca Cola che non è stato mai oggetto di attacchi di qualsiasi natura da parte di Fedez, impegnato a dire la sua, legittimamente, su tutto).
Sappiamo così tanto della vita dorata che si svolge nell’attico di Citylife a Milano dove vivono (e dal quale sono corsi giù di gran lena quando Milano è stata colpita da una leggera scossa di terremoto qualche settimana fa – a raccontarcelo sempre loro, su Instagram) che non riusciamo proprio a credere alle parole di Fedez quando scrive che «dobbiamo indossare la mascherina in casa tutto il giorno e non possiamo mantenere più di tanto una distanza con i bambini, dovendoli accudire». Possibile che non ci sia nessun parente della grande famiglia Lucia-Ferragni che possa accudirli in vece loro? Capiamo che devono tenere a distanza il nutrito staff che li segue per rispettare l’isolamento, ma che le nonne dei due pargoli non possano prendersi cura dei nipotini in un ambiente protetto nella stessa casa (che immaginiamo più ampia di un bilocale in zona Barona) non ci convince.
Il meccanismo empatico e la casalinga di Voghera ai tempi dei social
Superfluo dire che gli influencer conoscono bene i meccanismi sulla base dei quali hanno costruito le loro fortune, prima tra tutti il lavorare sull’empatia, quel meccanismo psicologico grazie al quale una persona riesce a mettersi nei panni dell’altro. Per questo Fedez e Chiara Ferragni cercano di apparire simili a chi li segue (“siamo come voi, come voi possiamo contagiarci, come voi dobbiamo rispettare l’isolamento”), facendo leva sul sentimento più semplice da sollecitare, quello che riguarda il rapporto con i figli, soprattutto se in tenera età come sono i loro. “Guarda che bravi i Ferragnez”, avrà probabilmente commentato l’equivalente odierno della casalinga di Voghera, leggendo il post di Fedez. La stessa casalinga che probabilmente ha contratto il Covid, si è dovuta barricare in trenta metri quadrati di una casa popolare in una periferia qualsiasi d’Italia e che non ha potuto neppure farlo sapere sui social che frequenta, visto che l’unico smartphone che restava in casa, il suo, lo usava uno dei figli per la didattica a distanza.
Jovanotti e Savino al “bar Omicron”
I Ferragnez non sono gli unici vip che hanno immediatamente informato il mondo di essersi contagiati. Abbiamo saputo subito anche di Lorenzo Jovanotti e di Nicola Savino. Il conduttore ha scritto in un post: «Io e @lorenzojova all’Omicron bar, un locale malfamatissimo. Sto bene, non ho sintomi, magno da mane a sera… grazie a tutti!». Siamo contenti per lui, ci mancherebbe, è vero che sdrammatizzare aiuta, ma quel “bar Omicron” ieri è stato frequentato da migliaia di persone solo in Italia, che volentieri avrebbero evitato di approdare in quel posto malfamatissimo. E non è neppure detto che abbiano il frigo pieno da stare tutto il giorno a mangiare, forse alcuni di loro si sono contagiati mentre erano in fila a ritirare un pasto caldo, l’unico della giornata, in qualche mensa dell’opera francescana.
I vip e il Covid: notifiche in tempo reale
Strano rapporto quello tra i vip e la positività al Covid. E’ vero che l’infezione li costringe in casa e gran parte del tempo, se non quasi tutto se sei un influencer, lo trascorri con lo smartphone con lo scatto in canna per il selfie, ma uno pensa: leggere un libro, fare le parole crociate, guardare un film su Netflix, no?
Per cui da quando la pandemia è scoppiata, siamo subito stati avvisati quando si sono infettati Carlo Conti, Jerry Scotti, Paola Perego, Alessandro Cattelan, Ornella Vanoni, Rocco Siffredi, o quando hanno vinto la loro battaglia contro il coronavirus, come Federica Pellegrini, Mara Maionchi, Valentino Rossi, Alessia Marcuzzi, Piero Chiambretti (che ha perso la madre a causa del Covid), Silvio Berlusconi, Flavio Briatore e i calciatori Cristiano Ronaldo, Paulo Dybala, Zlatan Ibrahimovic. Idem per Francesco Totti, che a causa del virus, ha perso il padre.
Un consiglio per la lettura in quarantena: “L’arte del tacere”
Noi, comuni mortali, la lezioncina l’abbiamo imparata: toh, si ammalano anche loro, essere famosi è una barriera che il virus non teme e sfonda.
Attendiamo che anche loro ne traggano una. No, non quella di ritenersi uguali a tutti gli altri, anche se in molti casi sono stati proprio i clic di questi a determinare le loro fortune. Visto che dovranno stare in quarantena, consigliamo la lettura di un libricino. Autore l’abate francese Joseph A. Dinouart (1716-1786), titolo “L’arte del tacere”. Non devono neppure fare lo sforzo di leggerlo tutto. Glielo riassumiamo: è bene parlare quando si deve dire qualcosa che valga più del silenzio.
Ragionateci sopra, come direbbe il governatore del Veneto Luca Zaia.