Una condanna a sei anni e la confisca di 10 milioni e 800mila euro. La procura di Milano ci è andata di nuovo giù pesante con il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi, stavolta per quanto riguarda il caso Ruby Ter, vale a dire l’inchiesta sui presunti soldi versati alle ”Olgettine” in cambio di testimonianze favorevoli all’ex premier. Secondo la tesi dei Pm, Berlusconi “decise di pagare per il silenzio e per le menzogne” di Ruby-Karima El Marough e delle altre ragazze ospiti delle famigerate feste del “bunga bunga” di Arcore.
Polemiche nel partito
E se gli avvocati del Cavaliere si sono detti “non sorpresi” dalla dura richiesta dei magistrati milanesi Tiziana Siciliano e Luca Gaglio, la reazione del partito dell’ex presidente del Consiglio è stata molto più polemica. Proteste anche dal resto del centrodestra, dunque, con Forza Italia in prima fila, nonostante le tensioni che agitano il partito nelle ultime settimane. Alessandro Cattaneo – deputato azzurro e responsabile nazionale dei dipartimenti del partito berlusconiano – commenta con true-news.it la richiesta dell’accusa per il processo Ruby Ter e collega la notizia all’imminente consultazione per i referendum sulla giustizia.
“L’unico commento che posso fare è sull’ennesimo atto di una persecuzione giudiziaria infinita ai danni di Berlusconi – spiega Cattaneo – una persecuzione portata avanti solo perché Berlusconi ha avuto l’ardire di scendere in politica nel 1994”.
Un clima diverso
Per il deputato di Forza Italia, dopo quasi trent’anni, ora la battaglia sulla giustizia non è solo uno scontro politico tra berlusconiani e anti-berlusconiani. “Noi abbiamo sempre difeso Berlusconi perché è il nostro leader, perché siamo convinti che la persona che conosciamo è lontana anni luce dalla descrizione che, di volta in volta, ne hanno fatto i magistrati nei vari processi intentati contro di lui, ma oggi in tanti sono consapevoli che la battaglia in difesa di Berlusconi è la difesa del garantismo e dell’equilibrio tra potere giudiziario e potere politico”.
Per Forza Italia il clima è cambiato rispetto alla polarizzazione della Seconda Repubblica, nonostante l’offensiva dei magistrati prosegua. “Bisogna dire che è passato molto tempo, decenni, dalle prime vicende giudiziarie che hanno coinvolto Berlusconi, i tempi sicuramente sono cambiati, anche perché molti altri politici e altri leader sono stati vittime di altre vicende che poi sono finite nel nulla”.
Renzi e il garantismo
E il primo leader che viene in mente è Matteo Renzi. “Pensi a Renzi – dice Cattaneo a true-news.it – è passato dal commentare con un ‘game over’ la condanna che escludeva Berlusconi dal Parlamento e adesso è in prima fila per le battaglia garantiste e gira l’Italia per presentare il suo libro, dal titolo ‘Il Mostro’”. Il tutto a pochi giorni dal voto per i referendum sulla giustizia, previsti per il 12 giugno prossimo. “La battaglia per Berlusconi è una battaglia per una giustizia giusta, soprattutto a ridosso dei referendum, che sono un’occasione ghiotta per cambiare le cose”.
Ma non ci sono stati errori di comunicazione sul voto, dato che c’è il rischio concreto di non raggiugere il quorum? “No io penso che non abbiamo fatto errori, siamo in campagna elettorale e stiamo lavorando tutti quanti per non sprecare questa grande occasione per tutti i cittadini italiani”. L’ultima riflessione è per il sistema mediatico, che come quello politico starebbe cambiando il suo approccio sulla giustizia: “Guardi a giornalisti come Gian Antonio Stella, che sono passati dal racconto della casta della politica e ora denunciano le storture del sistema della magistratura”.