Perchè questo articolo potrebbe interessarti? Filippo Facci è una firma storica di Libero, spesso al centro di accese polemiche per le sue posizioni senza filtri. Lo scrittore e giornalista ha analizzato con True-news.it il risultato del voto. Definendo in maniera drastica il meglio e il peggio del nostro paese emerso dalle urne. “Nessuna sorpresa”. Filippo Facci commenta a True-news.it i risultati delle elezioni politiche come “molto chiari”. Per la firma di Libero “il risultato va al di là di destra e sinistra. Indipendentemente da queste categorie per vecchi giornalisti e demagoghi, il dato è molto più semplice”. Prosegue Facci: “Gli italiani hanno votato l’unica che rimaneva da votare”.
Le pulsioni giovanili di Meloni
“Non mi viene in mente nessuno di meglio tra i candidati alla Presidenza del Consiglio. Giorgia Meloni ha energia e voglia di fare per dare delle conferme a un paese alla ricerca di cambiamento. Ha delle pulsioni giovanili che potrebbero davvero cambiare le cose”. Il giornalista sembra avere Facci ha le idee chiare anche sulle iniziative dei primi Cento Giorni della quasi certa prima donna alla Presidenza del Consiglio. “L’agenda di Giorgia Meloni sarà la stessa di Mario Draghi. Non è importante se ci sia un’asse tra Meloni e Draghi; ma tra la sua agenda e il paese”.
Per Facci la sinistra è un pachiderma
“C’è una demarcazione netta tra un meglio e un peggio di questo paese”. Meloni rientra di diritto nella prima categoria, secondo l’autore di “30 aprile 1993: Bettino Craxi. L’ultimo giorno di una Repubblica e la fine della politica” e di “La guerra dei trent’anni: 1992-2022 Le inchieste la rivoluzione mancata e il passato che non passa”. “Non è oggetto di opinione nemmeno cosa sia il peggio. La sinistra ha perso il contatto con i poveri, con gli ultimi”. Per Facci “Non esiste più la classe operaria, o meglio, non è più etichettabile come di sinistra. Il voto operaio si è spalmato in maniera omogenea, quando non orientata maggiormente a destra”. Siamo eternamente alla ricerca di un ruolo per la sinistra. “Ogni volta che individua un potenziale elettorato, quello è sistematicamente già cambiato. Il Pd è un pachiderma”.
Al Sud hanno vinto parole d’ordine retrograde
“Spiace dire che al Sud c’è un altro peggio, che votato le parole d’ordine passatiste – dichiara Filippo Facci. Paura di perdere il reddito, assistenzialismo, gratuità, contratto a tempo indeterminato e salario minimo. Parole d’ordine che nemmeno la Cgil ai tempi del Vietnam. In Campagna, Puglia, Basilicata e Sicilia è risuonata l’ipocrisia di chi ha parlato come se fosse stato all’opposizione e non al governo.