Perchè questo articolo potrebbe interessarti? Sarà l’ennesimo Natale da imputato per Silvio Berlusconi, che però potrebbe sorridere a inizio 2023. Una probabile assoluzione il 15 febbraio per il Ruby ter costituirebbe la prima vittoria legale a Milano, dopo la condanna del 2013. La fine del cosiddetto “rito ambrosiano” come fotografia dell stato attuale della magistratura italiana.
C’è una data per la sentenza del processo Ruby ter: il 15 febbraio. Il giorno dopo San Valentino, e due dopo le regionali in Lombardia, il Cavaliere potrebbe celebrare una storica assoluzione a Milano. Il borsino pende a favore della difesa, dopo le assoluzioni a Siena e Roma nei processi fax-simile. La prima vittoria di Berlusconi a Milano sancirebbe la fine del cosiddetto “rito ambrosiano“.
Il “rito ambrosiano” per Berlusconi
La definizione è di Niccolò Ghedini, storico legale di Berlusconi e deputato azzurro, fino alla prematura scomparsa di quest’estate. Il cosiddetto “rito ambrosiano”, ovvero il presunto trattamento speciale nel suo essere lesivo delle regole dello stato di diritto applicato dalla Procura di Milano nei confronti del Cav è tornato in auge nel 2013. L’8 maggio di nove anni fa, proprio la Corte d’Appello di Milano ha condannato Berlusconi sul processo Mediaset.
Una pagina che si è chiusa solo con la vittoria elettorale dello scorso 25 settembre, che ha sancito il ritorno al Senato del Cav. Dopo la condanna a 4 anni di reclusione; 5 anni di interdizione dai pubblici uffici; e 3 anni dagli uffici direttivi. Il “rito ambrosiano” è stato ribadito dall’altro avvocato di Berlusconi, il professor Franco Coppi, nell’arringa del 21 dicembre.
Lo sviluppo del processo
L’ex presidente del consiglio rischia ora sei anni di carcere per l’accusa di corruzione in atti giudiziari; secondo la Procura di Milano, il Cavaliere avrebbe pagato le “olgettine” per smontare la versione hard delle notti di Arcore. “Il dibattimento è durato sei anni, non dodici” replica il pm Luca Gaglio. “E’ stato molto lungo anche per le – legittime – richieste delle difese, in particolare quella di Berlusconi; ci sono stati legittimi impedimenti e una pandemia. I rinvii considerati sono complessivi per la durata di due anni”.
“La nostra richiesta è che Silvio Berlusconi venga assolto perchè il fatto non sussiste”. La tesi della difesa di Coppi è di non negare il versamento di denaro o alle persone coinvolte nei processi Ruby 1 e Ruby 2; ma non per finalità corruttive. Un’inchiesta molto particolare nelle modalità di svolgimento, sin dall’inizio; quando, a fronte dei primi interrogatori della giovane Karima El Mahroug, c’era stato un inspiegabile ritardo di sei mesi prima che Silvio Berlusconi fosse iscritto nel registro degli indagati.
Milano e il Cavaliere
“Ho subito oltre 130 processi”, così ha dichiarato settimana scorsa a un comizio Berlusconi. La procura della sua città è, sino ad oggi, stata un’autentica nemesi. La Procura di Milano ha negli anni chiamato a giudizio il Cavaliere per il Lodo Mondadori – andato in prescrizione per Berlusconi, ma con la condanna per Fininvest a un risarcimento da 540 milioni alla CIR di De Benedetti.
In prescrizione sono finiti i processi Lentini; Mills e Unipol; a Milano il Cav è stato anche assolto per i processi All Iberian, Sme e Mediatrade; numerose anche le archiviazioni, dal caso laurea Di Pietro, passando per le stragi del 1992-93. Negli anni sono stati memorabili gli scontri in aula e sui giornali tra Berlusconi e il capo della Procura Edmondo Bruti Liberati; e la pm Ilda Boccassini.
La fine dei processi e del rito ambrosiano
Il prossimo 15 febbraio potrebbe dunque segnare una tappa storica del complicato rapporto tra il Cavaliere e la Procura di Milano. Che non vive certo un periodo semplice, come tutta la magistratura italiana. A capo della Procura di Milano, travolta dallo scandalo Palamara, è stato messo Marcello Viola, “un Papa straniero”. Con la fine del “rito ambrosiano” non si concludono però i processi dell’ex premier. Ce ne sono in corso altri tre: c’è il filone romano del processo Ruby; il processo Escort a Bari e l’indagine per le stragi di mafia riaperta a Firenze. Sarà l’ultimo Natala da imputato per Silvio Berlusconi?