Perché questo articolo potrebbe interessarti? Tajani e i suoi puntano al sorpasso nei confronti della Lega, ma ancora sono diversi i nodi da sciogliere in vista delle europee. A partire dal delicato mosaico delle candidature
Per Forza Italia le prossime europee non rappresenteranno un appuntamento come tanti altri. E non solo per l’importanza di un voto che coinvolgerà l’intero stivale e che andrà a disegnare il nuovo parlamento europeo. Si tratteranno delle prime elezioni del dopo Berlusconi. Una prova importante per un partito orfano del suo fondatore. Tajani in questi mesi, in qualità di coordinatore nazionale, ha cercato di dare un’impronta più chiara alla formazione, sottolineandone il carattere “moderato” e l’appartenenza alla famiglia del partito popolare europeo.
Un modo per andare “oltre” Berlusconi, provando al contempo a raccogliere l’eredità dell’ex presidente del consiglio scomparso quasi 12 mesi fa. Forza Italia dalle europee si aspetta molto. Tajani non ha fatto mistero di credere al raggiungimento del 10%, con l’obiettivo di sorpassare la Lega nella corsa tutta interna al centrodestra. Un obiettivo, stando ai sondaggi, potrebbe anche essere alla portata.
Niente accordi con i centristi
La novità delle ultime ore è data dallo stop agli accordi con gli altri partiti centristi. La legge elettorale per le europee prevede un proporzionale secco, con una soglia di sbarramento fissata al 4%. Dunque, diverse formazioni minori rischiano di rimanere fuori dall’emiciclo di Strasburgo. Per questo, già da mesi si discute della possibilità di ospitare all’interno delle liste di Forza Italia candidati dei partiti centristi o, almeno, di quelli che poi siederebbero all’interno del gruppo del partito popolare europeo.
Tuttavia, non ci dovrebbero essere intese tra il partito guidato da Tajani e le altre formazioni della famiglia popolare. Non ci sarà apparentamento ad esempio con Noi Moderati, partito centrista interno alla maggioranza. Proprio il posizionamento del partito tra i ranghi dell’esecutivo ha reso clamoroso lo strappo consumato con Forza Italia. La lista correrà da sola, con un proprio simbolo e con tutti i suoi massimi rappresentanti, a partire da Maurizio Lupi e dal presidente della Liguria Giovanni Toti, candidati per cercare di trainare la formazione verso il 4%.
Niente accordo inoltre con l’Udc di Lorenzo Cesa. Quest’ultimo sempre nelle scorse ore ha annunciato un’intesa con la Lega, nonostante i due partiti in Europa andranno a prendere posto all’interno di due gruppi parlamentari diversi. Verso lo stop anche le trattative con alcune formazioni locali, tra tutte la Democrazia Cristiana di Totò Cuffaro in Sicilia. Forza Italia in poche parole non sarà il “contenitore” di tutti i popolari italiani, con il partito orientato quindi a fare affidamento alle sole proprie forze e a correre unicamente con il proprio simbolo. Circostanza non da poco per comprendere le future mosse azzurre.
L’incognita della candidatura di Tajani alle europee
Sulla composizione delle liste molto si capirà dopo il congresso nazionale previsto il 23 e 24 febbraio prossimi. In quella sede probabilmente verrà sciolto il primo dei nodi più stringenti, ossia la candidatura dello stesso Antonio Tajani. Il coordinatore non ha ancora preso una decisione in merito, così come da dichiarato dallo stesso attuale ministro degli Esteri in un’intervista rilasciata a Monica Maggioni su Raitre: “Ancora non ho deciso – si legge nelle dichiarazioni – mi farò avanti se la mia candidatura può fare il bene del partito”.
Nei mesi scorsi, a proposito di una sua corsa in prima linea, Tajani ha paventato la possibilità di vedere in lizza per le europee tutti e tre i leader del centrodestra. E quindi, oltre al coordinatore di Forza Italia, anche Matteo Salvini e Giorgia Meloni. Quest’ultima ha già confermato di volersi candidare, mentre il leader della Lega ha declinato ogni invito a correre in prima persona. L’eventuale candidatura di Tajani è un tassello cardine per comprendere l’impostazione di Forza Italia alle prossime europee.
Si capirà infatti se il partito proverà ad attrarre consensi puntando in primis sull’effetto trascinamento dato dalla presenza, all’interno delle liste, del proprio coordinatore. Oppure se, al contrario, la formazione fondata da Berlusconi proverà a muoversi con le proprie gambe.
Le sfide decisive nel nord
Sciolto il nodo Tajani, in Forza Italia si dovranno poi sistemare tutte le varie caselle delle liste nelle cinque circoscrizioni elettorali in cui è diviso il nostro territorio nazionale. Particolarmente delicata la sfida nel circoscrizione nord ovest, quella che comprende la Lombardia, il Piemonte, la Liguria e la Valle d’Aosta. Nel 2019 da qui il partito ha pescato tre eurodeputati, grazie anche all’effetto trascinamento dato dalla candidatura di Silvio Berlusconi.
Il rischio, dato soprattutto dall’avanzata di Fratelli d’Italia, è di vedere eletti al massimo due dei propri candidati. Per questo si potrebbe assistere a un duello interno per accaparrarsi i voti validi per andare a Strasburgo. In lizza tra i favoriti ci sarebbero gli uscenti Massimiliano Salini e Lara Comi. Da mesi si parla anche di un ritorno in campo dell’ex presidente della Lombardia, Roberto Formigoni, circostanza però al momento non confermata.
Nel nord est Forza Italia deve cercare in primis di incrementare i propri consensi e ottenere quindi almeno un seggio. Cinque anni fa infatti, nella circoscrizione che comprende anche Veneto ed Emilia Romagna non è stato eletto alcun eurodeputato azzurro. Particolarmente attiva in questa fase è la segretaria regionale del Veneto, guidata dall’ex sindaco di Verona Flavio Tosi. Quest’ultimo starebbe pensando alle candidature di Gianluca Forcolin, Massimiliano Barison e Francesca Da Villa.
Le mosse di Forza Italia al sud
La circoscrizione centro, quella che include anche Roma, è un tradizionale “feudo elettorale” di Tajani. Qualora il coordinatore non dovesse candidarsi, il partito punterà sull’uscente Salvatore De Meo. Molto rivoluzionato rispetto a cinque anni fa il quadro al sud. Non ci sarà in lista l’uscente Aldo Patriciello, “campione di preferenze” con oltre ottantamila voti ottenuti nel 2019. Le incomprensioni tra l’eurodeputato e il partito sono sfociate in un divorzio, con Patriciello tentato dal candidarsi adesso con la Lega.
Dovrebbe invece esserci l’altro uscente, ossia Fulvio Martusciello. Dalla Campania è inoltre arrivata nei giorni scorsi la notizia secondo cui, all’interno della lista di Forza Italia, potrebbe trovare posto anche un’importante ex esponente del Pd quale Sonia Palmeri. Quest’ultima, ex assessore della giunta regionale di De Luca, nelle scorse settimane ha annunciato il clamoroso addio ai dem per sposare la causa azzurra.
La partita caldissima nelle isole
Nelle isole invece, il candidato di punta dovrebbe essere Marco Falcone, attuale assessore al bilancio della giunta regionale siciliana guidata da Renato Schifani. Qui il partito ha declinato, nonostante i tentativi effettuati dallo stesso Schifani, la possibilità di apparentamento con la nuova Dc di Cuffaro. Mentre è sfumata l’ipotesi di alleanza con il Movimento per l’Autonomia dell’ex governatore Raffaele Lombardo, alleatosi con la Lega. All’interno della lista per la circoscrizione insulare, potrebbe trovare spazio anche l’uscente Caterina Chinnici, eletta nel 2019 tra le fila del Pd e transitata in Forza Italia nei mesi scorsi.