Francia, le proteste contro la riforma delle pensioni continuano e non si arrestano. Un grido di libertà e di vita che i francesi continuano a far sentire, purtroppo anche con la violenza. Sono in milioni ormai, e secondo le forze dell’ordine ci si appresta ad affrontare “una presenza molto più numerosa di giovani“. Questo indica che si lotta per i diritti più del proprio futuro che del presente. A True-news.it parla una ragazza italiana, Sara Notaro, che insegna in due licei francesi e ha dato il suo punto di vista alle manifestazioni che si stanno consumando sotto ai suoi occhi in questi giorni.
Francia, le proteste contro la riforma delle pensioni continuano
In Francia le proteste contro la riforma delle pensioni continuano ed anzi si rafforzano. Sono ormai trascorsi 10 giorni di mobilità violenta e pacifica in diverse strade delle principali città francesi. Più di un milione di persone ha partecipato alle proteste di giovedì scorso secondo il governo. Tre milioni secondo i sindacati. Oggi le autorità prevedono un totale di 650.000-900.000 manifestanti, di cui 70.000-100.000 a Parigi. Mobilitati 13.000 tra poliziotti e gendarmi, di cui 5.500 nella capitale, un “dispositivo di sicurezza senza precedenti“, secondo il ministro dell’Interno Gérald Darmanin.
Una nuova giornata di proteste è stata organizzata proprio il 28 marzo con i mezzi di trasporto che si fermano, annunciando ai viaggiatori il disagio ma allo stesso tempo c’è l’invito ad organizzarsi autonomamente. “A seguito di un avviso di convocazione di una giornata di sciopero interprofessionale martedì 28 marzo 2023, la RATP prevede traffico perturbato sulla rete metropolitana e molto disagiato sulla RER. Il traffico sarà regolare sulle reti di autobus e tram”.
“I francesi non si arrendono”: parla Sara, una ragazza che lavora come assistente di italiano a 10 minuti da Saint-Denis
“Spero che il governo faccia qualcosa perché il popolo francese non si arrende”, a parlare è Sara Notaro, 27enne originaria della provincia di Napoli, che si trova in Francia per lavoro. Ha partecipato al bando del Miur per diventare assistente di italiano al liceo. Attualmente affianca due docenti in due licei diversi ad Enghien les Bains et Deuil la Barre, a 10 minuti da Saint-Denis. Sara insegna la cultura italiana ai ragazzi che hanno scelto di studiare questa lingua. A True-news.it ha raccontato le sue impressioni sulle proteste in Francia contro la riforma delle pensioni.
- Cosa sai dei disordini che nelle ultime settimane stanno infiammando alcune città francesi? Che idea ti sei fatta?
Se già si fa un tuffo nella storia possiamo constatare quanto il popolo francese sia sempre stato quello pronto alla rivolta. Questa è la seconda esperienza che faccio in Francia. Qualche anno fa per studi ero a Nizza ed anche li scioperavano per altri motivi, all’epoca c’erano i gilets jaunes. Adesso invece il fulcro della protesta sono le “retraites”, ossia le pensioni. Sono proteste che stanno infiammando le città come si può vedere in foto e video che ormai stanno circolando ovunque. I manifestanti hanno dato letteralmente fuoco a spazzatura. Io da una parte ammiro il popolo francese perché è unito, non molla ed è davvero simbolo di rivolution!!!!! Ma dall’altra a volte usa modi anche pericolosi che mettono a rischio le persone, basti pensare ai feriti che ci sono stati.
- Possibili analogie tra Francia e Italia. Pensi che questo tipo di proteste potrebbero verificarsi anche in Italia?
No, non credo che il popolo italiano arriverà mai a fare proteste del genere. Da italiana spero che ci saranno anche da noi prese di posizione almeno per dar voce al popolo ma non ho mai avuto l’impressione che gli italiani siano un popolo così unito da arrivare a tanto.
- Al centro la riforma delle pensioni, in mezzo proteste anche in difesa del clima. Molti lavoratori hanno bloccato alcuni servizi essenziali come la raccolta della spazzatura. Qual è il clima che si respira verso il governo e Macron?
Quando qualche volta ho parlato con qualche francese o persona che vive in Francia che ha diritto di voto mi sento dire che non ha votato Macron ( e allora come è arrivato ad essere rieletto? ).C’è un clima di sfiducia ed ostilità soprattutto nei confronti dell’attuale governo. I servizi bloccati sono spazzatura e trasporti che purtroppo creano non pochi disagi a lavoratori come me e sto faticando negli ultimi giorni ad andare a lavorare.
- Tanti manifestanti sono scesi in strada, moltissimi giovani preoccupati non solo del presente ma anche del futuro. Da giovane italiana che sta costruendo il proprio futuro, che posizione assumeresti in caso di proteste nel tuo paese?
Da giovane italiana che ha fatto la sua prima esperienza lavorativa non in Italia (e questo già lascia un po’ riflettere ….) non posso negare che ho assorbito un po’ questo clima di rivoluzione e unione quindi semmai dovessero esserci proteste nel nostro Paese vi prenderei parte almeno per smuovere qualcosa perché sono convinta che il popolo francese anche se non l’avrà vinta al 100 per cento qualcosa otterrà. Credo che a questo servano le proteste, a smuovere le acque a farsi sentire ed arrivare ad un compromesso.
- “Lavorare di meno per vivere di più” è uno degli slogan più gridati in questi giorno. La protesta sembra dall’esterno un grido di vita e libertà. Macron non vuole fare un passo indietro. Secondo te i francesi lo faranno o la situazione peggiorerà?
È la domanda che mi sono posta anche io se Macron non fa un passo indietro dove arriveranno i francesi ? Io credo che sarà molto difficile che si tirino indietro, perché vedo negli occhi dei manifestanti davvero il fuoco e la rabbia e non credo abbiano intenzione di mollare. La frase “lavorare di meno per vivere di più “ mi fa ridere perché da quando sono qui non ho mai visto un francese stressato per il lavoro, perché per loro la vita supera di gran lunga la preoccupazione per il lavoro, ecco che aumentare gli anni di pensionamento, anche se di poco, significa togliere tempo alla vita personale di ciascuno francese.