Il DDL Zan torna in aula. Alessandro Zan, deputato del PD, annuncia che il disegno di legge verrà presentato il 27 aprile, dopo i sei mesi di stallo dovuti alla bocciatura in Senato. È possibile giungere all’approvazione del DDL all’interno di questa legislatura? Risponde Franco Grillini, ex parlamentare, attivista e presidente onorario di Arcigay.
L’ostacolo è un governo contro natura
Dopo l’affossamento del DDL Zan a ottobre 2021, il mondo della politica e dell’attivismo si interroga se il ritorno in aula possa essere più inclusivo ed efficace. Il disegno di legge verrà ripresentato a breve, ma per essere discusso avrà bisogno della calendarizzazione.
“Il vero ostacolo al DDL è un governo contro natura, formato da partiti in contrasto tra loro e che ha gioito della bocciatura della legge contro l’omotransfobia” spiega Grillini, che si era trovato a discutere su una legge contro i crimini d’odio perpetrati verso la comunità LGBTQ+ nel 1993, quando era presidente di Arcigay. “Bisognava far partire la legge dal Senato perché la vera criticità è proprio il Senato. Si è invece fatto il contrario, su scelta del PD, e l’esito è stato quello previsto”, cioè l’affossamento del DDL.
Questo risultato “ha permesso alla destra di esultare contro una minoranza, scena che ha fatto il giro del mondo ed è intrisa di omofobia e discriminazione”. Le conseguenze, però, non si sono fermate qui, come racconta Grillini. “Il giorno dopo sono aumentate le aggressioni verso le persone LGBT. Quindi ora o si ha la sicurezza di un voto positivo nella discussione che si apre, o non ci dev’essere nessun voto. Perché un esito negativo può essere strumento di propaganda per i partiti ma anche un nuovo via libera all’aggressione delle persone LGBT”.
Nessuna illusione
Gran parte della discussione in aula si era concentrata sulla modifica della legge Mancino (n. 205/1993). “Tutto il resto era alibi, nebbia per non far approvare la legge” spiega Grillini. “Per rendere utile la discussione, ora si può solo proporre un articolo unico, secco che aggiunge a quello della legge Mancino identità di genere e orientamento sessuale”. Il rischio però è non trovare un punto di incontro in Parlamento perché “non c’è possibilità di mediazione per nessuna delle due parti”.
Il tempo a disposizione per l’approvazione di una legge che punisca l’omolesbobitransfobia, la misoginia e l’abilismo è poco. Bisogna cercare di portare a termine il dibattito entro la fine di questa legislatura, ma l’iter secondo Grillini sarà difficile: “Va bene riprendere la discussione ma probabilmente l’unico esito sarà mantenere attiva la discussione stessa. Non bisogna farsi illusioni su un risultato positivo del disegno di legge”.