La Camera ha definitivamente approvato la modifica di due articoli della Costituzione per inserirvi la tutela ambientale. La legge costituzionale aveva già ottenuto il sostegno dei due terzi del Senato a novembre e ora l’attenzione climatica entra a far parte dei valori fondanti dello Stato. Che cosa cambierà?
Gli articoli in questione sono il 9 e il 41. Il primo introduce tra i principi fondamentali «la tutela dell’ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni». Il secondo invece regola l’iniziativa economica pubblica e privata in modo che non causi danni all’ambiente.
Si tratta di un passo importante nella direzione di una presa di consapevolezza del cambiamento climatico incorso. Quali saranno, però, le conseguenze di questa riforma della costituzione? L’abbiamo chiesto a Giovanni Mori, ingegnere ambientale ed energetico e portavoce di Fridays For Future.
Quali saranno le conseguenze di questa riformulazione degli articoli 9 e 41 della Costituzione?
Innanzitutto ho in mente alcuni scenari possibili, ma è una dinamica molto complessa, difficile da prevedere con esattezza. Sicuramente è un ottimo appiglio, un ottimo strumento per tenere conto dei fattori ambientali in varie situazioni. Ad esempio, può essere usato anche all’interno di processi e iter legislativi facendo appello alla Corte Costituzionale. In aggiunta è un fatto simbolico, che fa risalire la richiesta di agire per il clima direttamente alla Costituzione. Sul piano teorico quindi viene inserita nella norma più alta che c’è, sempre ritenuta intoccabile e invariabile e invece ora aggiornata in relazione alla sensibilità e alle esigenze contemporanee. Noi siamo fatti anche di questi passaggi formali. Quindi è una certificazione del fatto che i temi ambientali non possono più essere ignorati.
Era un obiettivo a lungo perseguito da chi si occupa di ambiente anche a livello associativo. Come l’ha accolto Fridays For Future?
Dopo gli Accordi di Parigi è stato proposto in più occasioni di inserire un riferimento a “futuro e generazioni” all’interno della Costituzione. Non è certo la battaglia centrale di Fridays For Future ma ne siamo contenti. “Futuro e generazioni” indica che la Costituzione punta l’attenzione anche su chi ancora non c’è, ancora non esiste. Già è difficile far capire alle persone presenti oggi che le questioni ambientali ci riguardano, vedere che si considerano anche le generazioni future, è molto positivo. La domanda cruciale che nasce però è: dov’è la maggioranza che qui ha votato a favore della riforma della Costituzione quando si devono decidere altre misure molto efficaci per l’ambiente?
Questa modifica avrà dei riscontri concreti o resterà sulla carta?
È uno strumento in più per far capire a chiunque che la tutela dell’ambiente è un tema centrale, ora scritto addirittura nella Costituzione. È importante anche il cambio di lessico. Prima di parlava di tutela del paesaggio e questo concetto è stato spesso usato per opporsi, ad esempio, alle fonti rinnovabili perché modificano il paesaggio. Ora si parla di ambiente e le vedute si allargano. La necessità è tutelare l’ambiente nel suo complesso, perché non ci sarà più un paesaggio su un pianeta morto.
E per quanto riguarda la tutela degli animali? Quali tutele ne potranno nascere per esempio rispetto agli allevamenti intensivi?
Questo passaggio nella Costituzione è sottile, ma è un tema sempre più cruciale. Innanzitutto bisogna puntare a ridurre lo spreco alimentare, ma soprattutto il consumo delle proteine animali. Ad oggi è il minimo sindacale per diminuire le emissioni. Ancora prima che per un discorso etico, si può guardare alle emissioni di gas serra. Da questa prospettiva la tutela animale e la riduzione del consumo animale sono fattori sempre più pressanti.
Servirà a svegliare le coscienze sulla questione climatica?
Cambiare la Costituzione è spesso visto come un tentativo di controllo della popolazione per limitarne la libertà. Così è stato accolto da una parte d’Italia. Sicuramente può aiutare, anche se non mi aspetto una trasformazione radicale. Inserire la tutela dell’ambiente nella Costituzione alimenta il dibattito e rende tale tutela un diritto da garantire.