Perché leggere questo articolo: Che fine hanno fatto gli antisistema dopo il 25 settembre? Provano a riorganizzarsi. In Friuli presentano una candidata. E preparano un referendum per fermare gli aiuti all’Ucraina.
Uscite a pezzi dalla tornata elettorale del 25 settembre, le forze “antisistema” si riorganizzano. E il primo test politico, per loro, sarà domenica 2 aprile. Alle Regionali in Friuli, infatti, la coalizione di forze “no tutto” organizzatesi durante l’era Draghi in opposizione alle scelte su politica sanitaria, economia e scelte geopolitiche torna in pista. E lo fa, per la prima volta nell’era Meloni, in un voto amministrativo di peso.
Insieme Liberi, la squadra antisistema in Friuli
L’avvocato Giorgia Tripoli, 40 anni, distintasi nelle battaglie per la “libertà” contro le politiche vaccinali dei passati governi, ha incassato il sostegno di undici tra partiti e associazioni. Sarà, dunque, la front-runner della coalizione antisistema come candidata presidente. A sostenerla, in particolar modo, Italexit di Gianluigi Paragone, il Popolo della Famiglia, Ancora Italia dove è transitato il filosofo Diego Fusaro in passato e Alternativa, il partito nato dagli ex-M5S anti Draghi nel 2021.
In partita anche i Gillet Arancioni di Antonio Pappalardo
Anche i Gillet Arancioni dell’ex generale dei Carabinieri Antonio Pappalardo sono della partita. In particolar modo, la candidatura con la lista unica Insieme Liberi mira a superare le divisioni tra partiti e micro-sigle e le piccole rivalità da bottega che hanno spaccato il ridotto fronte anti-sistema al voto del 25 settembre. Il gruppo ha dovuto subire la scissione di fatto del gruppo di Democrazia Sovrana e Popolare, guidata da Marco Rizzo e dal Partito Comunista, che ha spinto per alcune settimane una candidatura alternativa, quella del filosofo triestino Andrea Zhok. La candidatura di Zhok non si è però formalizzata.
Il docente della Statale, pensatore autore di riflessioni interessanti sul sistema moderno e il rapporto tra sovrastrutture economiche e società nell’era globalizzata prima di trasformarsi in tribuno “no-tutto”, non ha dato endorsement espliciti a Tripoli. Ma il fronte, questa defezione esclusa, appare discretamente compatto, come non si vedeva dalle comunali di Genova e Palermo nella scorsa estate.
Friuli, “capitale” degli antisistema da Trieste a Udine
Il peso del Friuli nell’immaginario anti-sistema è notevole. Non dimentichiamo che a fine 2021 proprio dal capoluogo Trieste partì la protesta di Stefano Puzzer e dei portuali contro il green pass. E a Trieste, alle recenti comunali, il movimento no-vax 3V, che sostiene Tripoli, è riuscito a entrare in Consiglio Comunale.
“Noi siamo liberi perché siamo scesi in piazza per opporci ai diritti cancellati – ha spiegato presentando a febbraio la sua candidatura Giorgia Tripoli -, a imposizioni e leggi incostituzionali, allo stato di polizia instaurato con il greenpass, alla globalizzazione e agli interessi che si nascondono dietro alle emergenze pandemica, bellica e del caro bollette. Liberi perché combattiamo per la libertà di scelta terapeutica e per il Friuli-Venezia Giulia regione di pace. Vogliamo essere una novità regionale da esempio per le altre regioni”. Insieme Liberi avrà uno spin-off a Udine, dove si vota per il sindaco: lo storico militante della destra cittadinia Stefano Salmé scende in campo come candidato per la coalizione Io Amo Udine – Cittadini Liberi.
La visione politica degli antisistema
Il sistema contro cui gli antisistema combattono è quello che identificano come rappresentato da un moloch statale totalitario fatto di arbitrio, di minacce alla libertà, di investimenti contrari alla volontà popolare. Lo strano cocktail di spinta no-global da Sinistra anarchica, sovranismo di destra radicale e individualismo libertario all’americana è un fenomeno politologico che ha portato diverse sigle a unirsi. Draghi appariva per queste sigle il nemico perfetto, non fosse altro per l’impronta tecnocratica della sua figura. Ma anche la destra di governo di Giorgia Meloni è oggi nel mirino.
La natura antisistema non è nascosta, anzi è rivendicata
La natura antisistema non è nascosta, anzi è rivendicata. “Io voto di Testa, io sono proTesta”: il messaggio di Insieme Liberi per guidare la campagna elettorale da quarto incomodo contro Massimiliano Fedriga e gli sfidanti Massimo Moretuzzo, di centro sinistra, e Alessandro Maran, del Terzo Polo, è un motto identitario. E dal 2022 in avanti, rientrata la questione pandemica, un nuovo fattore agglomerante per gli antisistema è stata sicuramente l’opposizione alla guerra in Ucraina.
Il fronte ampio contro la guerra
Tutte le formazioni anti-sistema, guidate da Alternativa, Democrazia Sovrana e Popolare e Ancora Italia, convergono su un tema: il referendum “contro la guerra” promosso dal Comitato Referendum Ripudia la Guerra che mira, come spiegato sul canale Telegram ufficiale del gruppo, ad abrogare le norme che legittimano il sostegno italiano all’Ucraina. La raccolta firme, secondo quanto dichiarato dal canale, inizierà a fine aprile.
Il giornalista filorusso e novax Giorgio Bianchi appare assieme a uno storico volto dell’estrema sinistra come Fulvio Grimaldi
Tra i promotori diversi “guru” antisistema legittimati dal web ma anche volti noti. Il giornalista filorusso e novax Giorgio Bianchi appare assieme a uno storico volto dell’estrema sinistra come Fulvio Grimaldi, al citato Zhok, al blogger Enzo Pennetta, all’ex politico dell’Italia dei Valori e del Movimento Cinque Stelle Elio Lanutti e al divulgatore Thomas Fazi. A cui si sono aggiunti lo storico vignettista di destra Alfio Krancic e Uberto Crescenti, Magnifico Rettore Università Chieti-Pescara. Ridurre a spinte filorusse o a un’opinione pubblica “non consapevole”, per citare la giornalista Francesca Mannocchi, questa spinta sarebbe riduttivo.
A fine aprile, quando la raccolta firma partirà, capiremo il vero peso del movimento anti-guerra e la spinta delle forze antisistema. I “no tutto” si muovono oltre le ideologie e contro il sistema. Coniugano estrema destra, estrema sinistra, anarchismo libertario e spinte para-socialiste senza alcuna attenzione alla coerenza ideologica. Possono sembrare ingenui o fuori dal mondo, spesso lisciano il pelo a diverse teorie cospirazioniste, ma esistono e non si possono ignorare. E in caso di difficoltà sociali ed economiche in futuro non è da escludere che il loro peso politico possa addirittura aumentare. Specie se una crisi economica prossima ventura porterà alla diffusione di un clima di diffusa sfiducia nel Paese.