Perché leggere questo articolo? Un G7 in Puglia pirandelliano. I sei personaggi politici in cerca di uscire dalla crisi rischiano di intaccare il meeting di Meloni.
Sei personaggi politici in cerca di uscire dalla crisi. Sarà un G7 pirandelliano quello che Giorgia Meloni si prepara ad ospitare da domani a Borgo Egnazia. La premier italiana è di gran lunga la leader messa meglio. Tutti gli altri potenti della terra si presentano al vertice alle prese con pesanti problemi interni, legati spesso a elezioni appena trascorse o imminenti. Da Macron a Trudeau, passando per Sunak e Biden, sarà il G7 dei leader in crisi.
Sei su sette leader del G7 sono in difficoltà
Rafforzata dal successo alle elezioni, fra i pochissimi leader in Europa a esserlo, Giorgia Meloni “si gode i riflettori del G7”, che ospiterà da giovedì a sabato in Puglia. Lo scrive il New York Times, secondo cui la vittoria della premier, leader di Fdi, “non sarebbe potuta arrivare in un momento migliore: tutti gli occhi sono puntati su di lei” in vista del vertice, che rappresenta “un’altra” occasione “per presentarsi come membro legittimo del club dei leader più influenti al mondo”.
Di fatto, Meloni è l’unica di sette leader a passarsela bene. Dopo il voto europeo, infatti, tutti gli altri sei leader sono alle prese con grattacapi elettorali. C’è chi è reduce da una pesante ridimensionamento alle urne. Chi è arrivato a fine mandato e chi a breve dovrà vedersela con un’elezione. La fitta agenda del G7 di Borgo Egnazia rischia di essere oscurata dai problemi interni di leader invitati.
Macron e Scholz nei guai: in Europa sorride solo Meloni
Si è appena concluso il weekend che ha sconvolto la politica europea. L’asse franco-tedesco è il grande ridimensionato dal voto delle Europee. Emmanuel Macron e Olaf Scholz sono i due giganti dai piedi d’argilla dopo che i loro partiti sono stati bocciati alle urne. Al G7 italiano va in scena il curioso caso in cui la padrona di casa è l’unica a godere di un momento di consenso e stabilità politica interna.
È proprio sull’inquilino dell’Eliseo che sarà puntata la maggioranza dei riflettori. Scholz sconta una crescente impopolarità e i nazionalisti di Afd hanno strappato all’Spd la posizione di secondo partito ma l’affermazione dell’estrema destra in Germania non è ancora in grado di mettere in crisi un meccanismo che si appoggia da anni sulle grandi coalizioni. Dopo il voto del 2025, salvo sorprese, è quindi prevedibile un ritorno all’antico, con i cristiano-democratici della Cdu/Csu di nuovo perno del sistema. La Francia rischia invece di essere investita da uno tsunami politico senza precedenti nella storia della Quinta Repubblica dopo l’azzardo di Macron, che ha reagito alla sconfitta elettorale sciogliendo il Parlamento.
I leader del G7 in piena campagna elettorale o a fine corsa
Guardando al resto del mondo, la situazione non migliora. I restanti leader al G7 sono alle prese con una situazione politica in bilico. Joe Biden è in piena campagna elettorale per un’elezione che lo vede sfavorito – oggi si è appena aggiunta la grana della condanna del figlio Hunter per possesso d’arma. Situazione analoga, se non peggiore, quella del premier britannico Rishi Sunak. Il 4 luglio si voterà per rinnovare la Camera dei Comuni e tutti i sondaggi puntano su un ritorno al potere dei laburisti, propiziato dagli errori dei due precedenti premier conservatori (un accordo onorevole sulla Brexit come quello negoziato da Theresa May fu sacrificato alle ambizioni personali di Boris Johnson).
Biden e Sunak hanno qualche chance di vincere, il premier canadese Justin Trudeau no. Quello pugliese rischia di essere l’ultimo G7 per il leader a fine. La riconferma di Trudeau pare quasi impossibile. La sua stella si è appannata per colpa di dossier mal gestiti come la crisi degli alloggi e l’immigrazione. A ottobre 2025 è prevista una vittoria a mani basse dei conservatori in Canada.
Al G7 ride solo la padrona di casa
Da una recente batosta alle urne è invece reduce l’ospite che verrà da più lontano al G7 .Il primo ministro giapponese, Fumio Kishida deve registrare la deludente performance del suo partito liberaldemocratico alle suppletive dello scorso aprile. Uno scandalo legato a irregolarità nella rendicontazione dei fondi per la campagna elettorale ha minato la sua popolarità. Insomma, il ruolo dell’eccezione spetta proprio alla padrona di casa del G7, Giorgia Meloni. E’ l’unica leader europea di peso uscita rafforzata dal voto e non è nemmeno a metà mandato. Le difficoltà degli altri Grandi rischiano però di rendere interlocutorio il summit pugliese, non consentendole di spendere appieno il capitale politico accumulato.