“Siamo reduci da un anno in cui la pandemia ha fatto precipitare tanti cambiamenti già in fase di elaborazione del Covid, è stata un vero stress test per la nostra società: la Milano che sembrava il punto di riferimento per il divertimento, la cultura, l’economia e la finanza improvvisamente si è ritrovata spopolata, con gravi problemi per interi comparti come la ristorazione e il commercio”. Lo ha dichiarato il governatore della Lombardia Attilio Fontana in apertura dell’incontro “Il centro destra è riformista? Ipotesi per il futuro”, ospitato da True News e organizzato da Direzione Nord e Partito Repubblicano Italiano (Pri). La domanda sottesa all’incontro: in un mondo che sta cambiando in maniera così rapida, qual è il ruolo del centrodestra? “Bisogna avere il coraggio di saper interpretare, ma anche determinare i cambiamenti: noi possiamo organizzare il futuro di questa regione e di questo paese. Quali risultati vogliamo raggiungere? Innovazione, ricerca, digitalizzazione. Bisogna investire su risorse, capacità e intelligenze” ha detto Fontana. “Servono il coraggio di guardare allo sviluppo sostenibile e quello di affrontare l’assetto dell’organizzazione istituzionale del Paese: non possiamo fare a meno della riforma delle autonomie, ora a metà del guado”.
Camera: “Centrodestra animato dalla concretezza”
“Il centrodestra ha una grande opportunità perché la storia, soprattutto quella della Seconda Repubblica, dimostra quanto, pur nelle sue fisiologiche diversità, sia animato dalla concretezza e abbia un grande capacità che altre forze non hanno, ovvero sa parlare a tante diverse realtà della società, sa interpretare e guidare il cambiamento”, ha proseguito l’avvocato Guido Camera (PRI Milano) , spiegando le ragioni del convegno. “Oggi il centrodestra deve raccogliere questa voglia di riformare la società, partendo da Milano, che storicamente ha una forte tradizione riformista”.
Gelmini: “Ora riforme per attuare il Recovery Fund”
“Gabriele Albertini è l’emblema del riformismo a Milano perché le sue amministrazioni hanno delineato e progettato la città di oggi”, ha dichiarato la ministra per gli Affari regionali e le Autonomie, Mariastella Gelmini. “Ho una stima enorme per Gabriele Albertini e per la sua grande capacità progettuale. Rispetto alla chiacchiere lui sarebbe la prova di una capacità amministrativa già testata, un sindaco che i milanesi non solo di centro destra hanno potuto apprezzare”. Un tema, quello del riformismo, “necessariamente accantonato con la pandemia, che ha determinato la necessità di far fronte a un’emergenza sanitaria, sociale ed economica, con il piano vaccinale più importante della storia e lo stanziamento di 100 miliardi di risorse per le attività che sono state costrette alle chiusura”, ha proseguito Gelmini. Se fino ad oggi il cantiere delle riforme si è sostanzialmente interrotto, “ora siamo alla vigilia della spedizione in Europa del Recovery Fund, che sarà tanto più attuabile quanto più il Paese e il governo sapranno approvare quelle riforme che ci permetteranno di spendere le risorse europee nei prossimi 5 anni”.
Morelli: “Lega riformista nel dna. Bisogna avere coraggio”
“La Lega ha il riformismo nel proprio dna: Bossi rilanciò tutto il tema del federalismo. La sinistra invece millanta di essere riformista, venendoci a raccontare che la città a 15 minuti è il modello che dovremmo affrontare”, ha proseguito il Viceministro delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibile Alessandro Morelli. “Milano è vittima di alcune scelte ideologiche, con un modello di mobilità farlocca che di fatto è immobilità. La proposte della grande Milano, una città che abbia delle regole proprie diverse anche da altri Comuni, non è un’ipotesi stramba ma assolutamente ragionevole. Ci sono aree che possono attrarre grandi investimenti internazionali, come l’area Mind, per cui si può considerare una riduzione della tassazione nei primi anni di insediamento. Se riformismo deve essere, bisogna avere il coraggio di gettare il sasso nello stagno”.
Cattaneo: “Il riformismo ambrosiano è di centrodestra”
“Nella lettura comune il centrodestra è conservatore, il riformismo è di sinistra. Se guardiamo però l’esperienza è vero il contrario: soprattutto a Milano e in Lombardia i governi più riformisti sono stati quelli di centrodestra, da Formigoni a Maroni e Fontana”, ha aggiunto l’assessore all’Ambiente di Regione Lombardia, Raffaele Cattaneo. “Così a Milano Albertini e Moratti sono stati più riformisti di quanto siano stati Pisapia e Sala. Penso anche a Tognoli: c’è una cultura politica del riformismo ambrosiano che è molto più di centrodestra. Bisogna costruire una proposta in grado di rompere l’alternativa del dualismo Letta-Conte da un lato e Salvini-Meloni dall’altro, con la percezione di un centodestra che imbocca una strada sovranista. Penso a una proposta riformista che sappia intercettare anche il consenso e non solo la capacità di governo”.
Fidanza: “Pragmatismo contro ideologismo di sinistra”
“Oggi evidentemente il centrodestra sul piano nazionale è diviso dal governo Draghi, un’esperienza che a nostro avviso non può portare da nessuna parte proprio sul piano delle riforme”, ha sottolineato l’europarlamentare di Fratelli d’Italia Carlo Fidanza. “Se guardiamo infatti alle cose che dovrà fare il centrodestra nel 2023, dopo che, ci auguriamo, avrà vinto le elezioni, sono tutte cose che non si possono fare adesso: riforma istituzionale con più autonomia e presidenzialismo, riforma della giustizia, riforma della P.a. con modifica del codice degli appalti, riforma del mondo del lavoro e degli ammortizzatori sociali con più tutele per gli autonomi. Milano, in quanto culla del cambiamento, sarà il primo banco di prova, non solo elettorale, ma proprio dal punto di vista della capacità di governo rispetto a uno scenario che negli ultimi mesi è profondamente cambiato. La nostra proposta politica andrà incentrata sul pragmatismo, tipico dei riformatori e dei modernizzatori, dopo questi anni impregnati di ideologismo a sinistra”.
De Angelis: “Centrodestra serbatoio di culture”
“Il grande tema oggi, come emerso dalle riflessioni, è che il centrodestra è riformista, ma è anche altrettanto vero che al suo interno deve continuare a far vivere un grande serbatoio di culture, di intelligenze e di storie. La scommessa può essere vinta non con la difesa del proprio orto, ma solo se si riesce a ricreare quel grande clima di culture che hanno determinato pagine di storia del nostro paese: da La Malfa ai governi di coalizione in cui c’erano partiti diversi, ma che facevano politica. Solo con la Politica si possono risolvere determinati problemi”, ha concluso Franco De Angelis, Coordinatore regionale Partito Repubblicano Italiano.