Perché leggere questo articolo: La Difesa europea può essere la seconda, solida gamba dell’Occidente. Un convegno a Milano ne ha studiato le rilevanti conseguenze strategiche e industriali
L’integrazione tra Difesa europea e Alleanza Atlantica è una sfida di sistema che segnerà il futuro del Vecchio Continente e dell’Occidente. Come unire un deterrente europeo alla solida gamba americana della difesa collettiva? Come muoversi in un mondo sempre più competitivo di minacce ibride e a tutto campo? A Milano, nella cornice della sede della società legale K&L Gates in Via San Protaso, se ne è parlato nella giornata di giovedì 28 settembre nel convegno “European Defense – Recent developments in the EU-NATO relationship“.
La Difesa e l’industria
Il simposio ambrosiano ha dato una grande attenzione non solo alle implicazioni geopolitiche e strategiche della partita per il potenziamento della Difesa europea, ma anche alle implicazioni sulla ricerca, lo sviluppo tecnologico e l’industria.
Un tema fondamentale per una vera e strutturale autonomia europea a sostegno della sicurezza occidentale, è il tema emerso dagli interventi dei partecipanti, passa per lo sviluppo di filiere strategiche ben strutturate e operative capaci di valorizzare capacità, tecnologie e potenziale produttivo.
Perego: “Il mondo è competitivo e dinamico”
“Il mondo attuale è estremamente competitivo e dinamico”, ha detto nei saluti introduttivi il sottosegretario del Ministero della Difesa Matteo Perego di Cremnago, “e la partita globale dell’Occidente euroatlantico passa per la risposta attiva alla minaccia posta dalla Russia e alla sfida competitiva della Cina”.
Deterrenza come alternativa al confronto aperto e competizione a viso aperto per il rispetto delle regole internazionali per evitare in futuro lo scontro diretto da un lato, cooperazione sistemica tra le democrazie liberali dall’altro: per Perego il futuro di Paesi come l’Italia passa per il saper coordinare l’approccio a Stati rivali come Russia e Cina con gli alleati di sempre.
Sulla Difesa “integrazione Ue-Nato mai così attiva”
La tesi di Perego è condivisa da Zoja Bazarnic, capa del dipartimento politico-economico del consolato Usa di Milano. Bazarnic, veterana del servizio diplomatico Usa specializzata in temi securitaria, ha citato le “cooperative and comprehensive capabilities” come obiettivo del rafforzamento della Difesa europea.
Per Bazarnic un’agenda di Difesa dell’Unione Europea ben strutturata e attiva fa anche l’interesse degli Usa e della Nato. Aiutando a sviluppare l’integrazione tra dottrine operative, sistemi d’arma e tecnologie vitale per abbattere costi e barriere per la cooperazione. E “l’integrazione e la cooperazione Ue-Nato non è mai stata così attiva”, ha aggiunto. Non a caso tutti i programmi comuni finanziati dall’agenzia europea Occar (Organisation Conjointe de Coopération en matière d’Armement) e dall’European Defense Agency, dalle fregate multiruolo comuni ai sottomarini, passando per l’euro-drone, sono ben calibrate sugli standard atlantici.
La sfida della supremazia tecnologica
Come investire concretamente per dominare, industrialmente e operativamente, i nuovi trend tecnologici? L’Italia è protagonista nella risposta a questa domanda con la presenza del manager Andrea Traversone, già finanziere esperto in sviluppo di start-up, come Managing Partner nel Nato Innovation Fund (Nif), il fondo di venture capital multi-sovrano fondato nel 2022, finanziato con un miliardo di euro e partecipato dai Paesi europei dell’Alleanza. Il fondo ha un capitale di 1 miliardo di euro e investirà in startup e fondi deeptech per la difesa e la sicurezza. Presso K&L Gates Traversone ha spiegato la filosofia del fondo: “Investiremo con i primi programmi concreti in tecnologie di rottura, capaci di creare vantaggi competitivi sul fronte duale. Dunque non solo in applicativi puramente militari, ma anche in scenari dove si possono creare ricadute positive per i settori civili”, come è il caso del cyber e delle tecnologie spaziali.
Per Traversone “la sicurezza è un settore dove il fondo multi-sovrano del Nif può operare per rimediare ai fallimenti di mercato legati al costo notevole di queste tecnologie”. E questo potrà contribuire a creare mercati in settori ad alta tecnologia aprendo alla prospettiva che start-up e aziende nate per colmare nicchie tecnologiche precise siano presidiate da attori finanziari ed economici legati a Paesi democratici occidentali. ”
La sicurezza dappertutto
“La sicurezza ormai tocca ogni aspetto della nostra società”, ha fatto eco a Traversone l’ammiraglio Dario Giacomin, rappresentante italiano nei comitati militari di Nato e Unione Europea. Creare un vantaggio tecnologico potrà “alzare le nostre garanzie di sicurezza in ogni dominio” (pensiamo allo scenario cyber) e “avanzare quel principio di interoperabilità tra eserciti e strutture militari, europee e non” capace di plasmare una continuità operativa tra Usa, Europa, unità controllate dalla Nato e strutture nascenti di comandi militari europei. Il tutto con un focus profondo sulle tecnologie per la Difesa. Vero dominio su cui si gioca il futuro della sicurezza collettiva dell’Occidente. E dunque anche delle nostre democrazie.