Perché questo articolo potrebbe interessarti? Il Qatar è stato al centro di polemiche sia prima che dopo i mondiali organizzati nel 2022: a pesare è stata soprattutto l’inchiesta Qatargate, un duro colpo per l’immagine di Doha. Tuttavia la presenza italiana nel Paese arabo appare significativa e, in previsione futura, destinata a crescere.
Terminata la coppa del mondo, il Qatar è rimasto al centro dei riflettori. Anche se per motivi ben diversi da quelli dell’organizzazione dei mondiali di calcio. L’inchiesta di Bruxelles sulle presunte tangenti pagate da emissari di Doha ad alcuni eurodeputati ha gettato una nuova pesante ombra sul Golfo.
A distanza di mesi però, le vicende giudiziarie sembrerebbero non aver fermato il trend sempre più in crescita degli investimenti italiani nel Paese. Anzi, il mercato qatariota, uno dei più importanti e attivi della regione, continua a essere un riferimento per molte nostre aziende. “Un conto sono le vicende che hanno riguardato alcuni rappresentanti del mondo istituzionale – dichiara a TrueNews un imprenditore italiano a Doha – altro è lo scambio commerciale con un mercato in continua crescita”. L’impressione è che tra l’effetto positivo dei mondiali e quello potenzialmente negativo del Qatargate, a prevalere per il momento è il primo.
La presenza italiana in Qatar
Sono ben note ai più le vicende sportive legate alla coppa del mondo, con l’Italia che ha steccato per la seconda volta consecutiva la qualificazione ai mondiali. Questo non ha impedito però a Roma di esercitare un certo “soft power” in Qatar durante la competizione. I tifosi che hanno passeggiato nell’area della “Perla”, quartiere di lusso della capitale qatariota ricavato su un’isola artificiale, hanno trovato il tricolore sulle insegne di alcuni ristoranti italiani aperti a ridosso dei mondiali.
“Posso dire – ha proseguito l’imprenditore sentito da TrueNews – che qui l’Italia esercita un certo fascino. I qatarioti apprezzano non solo il nostro cibo, ma anche molti nostri prodotti, è uno dei fattori che sta contribuendo allo sviluppo delle relazioni”. La metropolitana, poco usata dagli abitanti di Doha ma colma di turisti durante i mondiali, è stata costruita in parte anche da una nota azienda italiana. Un fatto anche questo da non trascurare.
Il Paese sta mandando in porto altri progetti infrastrutturali, a partire da quelli relativi alla “nuova città” di Losail e allo sviluppo della parte a nord di Doha. Un altro motivo che sta attraendo e non poco gli investitori italiani. Oltre che economico, il dato potrebbe diventare anche politico: tra luci e non poche ombre, il Qatar sta acquisendo uno spazio sempre maggiore in medio oriente, per l’Italia essere presente sotto diversi profili è importante per mantenere il proprio sguardo in una regione molto strategica.
I numeri dell’interscambio tra Roma e Doha
Le cifre fornite dall’ufficio Ice dell’ambasciata italiana a Doha confermano il trend positivo. Il nostro Paese nel 2022 è stato il quarto principale fornitore del Qatar, ritagliandosi uno spazio pari al 5.7% del totale del mercato qatariota. Numeri che hanno piazzato, in questa speciale classifica, l’Italia al primo posto tra i Paesi dell’Unione Europea.
L’export italiano verso il Qatar, in termini assoluti, è valso 3.4 miliardi di Euro. Di questi, 724 milioni hanno riguardato l’esportazione di mezzi navali e imbarcazioni, 448 milioni invece è il valore dell’export di armi e munizioni. A seguire, ci sono le esportazioni di aeromobili e veicoli spaziali, il cui valore è di 407 milioni di Euro.
Il saldo per l’Italia nel 2022 è stato però per la prima volta negativo. A incidere ha contribuito soprattutto l’aumento delle importazioni di gas naturale, di cui il Qatar è tra i primi produttori al mondo. In particolare, Roma ha acquistato dal piccolo emirato del Golfo gas per un valore di oltre cinque miliardi di Euro. L’import di questa essenziale materia prima ha costituito il 96% complessivo delle esportazioni del Qatar verso l’Italia. Livelli record trascinati dalla scelta italiana di diversificare le fonti di approvvigionamento e far progressivamente diminuire la quota di gas acquistato dalla Russia.
Il dato relativo alla presenza di aziende italiane in Qatar è fermo al 2017, ma è comunque indicativo. Fino a quell’anno risultavano censite dalla Banca Dati Reprint 43 imprese qatariote a partecipazione italiana. Il numero negli ultimi 6 anni, in ragione anche dell’impatto dei mondiali, sarebbe cresciuto di diverse unità.
Le prospettive future
Non tutto però è oro ciò che luccica. Al fianco della crescita della presenza italiana in Qatar, ci sono le ombre dettate da quanto evidenziato a livello internazionale in occasione dei mondiali. Il Paese rimane molto criticato sul tema dei diritti umani ed è lontano dagli standard occidentali in tema di democrazia. Perplessità sono state spesso espresse anche per i diritti dei lavoratori, nonostante comunque importanti riforme approvate alla vigilia della coppa del mondo.
Ad ogni modo, Doha appare un’imprescindibile fonte di energia per l’Italia e i qatarioti sembrano voler scommettere molto sulla nostra presenza. Per questo, tirando le somme sull’attuale situazione, anche dopo il Qatargate è rimasto un certo ottimismo tra gli italiani nel Golfo. In previsione futura, i legami commerciali sembrano destinati a crescere.