Perché questo articolo potrebbe interessarti? Istituzioni politiche, autorità di regolamentazione e governi stanno vietando ai loro dipendenti di installare TikTok sui loro dispositivi. L’utilizzo dell’applicazione cinese desta sospetti e preoccupazioni. Eppure ci sono anche tante altre app che potrebbero compromettere la privacy o rubare dati sensibili. Ecco le principali.
“La scelta di vietare TikTok, per me, non ha basi tecniche o statistiche su cui fondarsi quanto, piuttosto, geopolitiche e strategiche. Se ragioniamo in termini di sicurezza informatica, non è più rischiosa di altre app né, banalmente, delle migliaia di email che riceviamo ogni giorno”, ha commentato a True-News Jasmin Fedele, esperta in Digital Marketing & Communication Specialist.
Nei giorni in cui si parla con insistenza della “guerra di TikTok” abbiamo cercato di capire meglio che cosa sta succedendo. Perché la nota applicazione cinese è finita nel mirino di governi e autorità occidentali? Ha senso farla rimuovere dai cellulari dei dipendenti pubblici? Anche perché non è l’unica applicazione a minacciare la privacy e la sicurezza.
“Io direi che dovremmo tenere sotto controllo qualsiasi app che scegliamo di scaricare sui nostri dispositivi da quelle per monitorare la salute a quelle di intrattenimento fino ad arrivare ai social media. Ogni applicazione è potenzialmente minacciosa, ciò non toglie che dipende tutto dall’uso che se ne fa – sia dalla parte dei consumatori sia dalla quella dei provider”, ha aggiunto Fedele.
La “lista nera”
Dovessimo stilare la lista nera delle app che i dipendenti pubblici non dovrebbero tenere nel loro smartphone, l’elenco sarebbe piuttosto nutrito. TikTok ma anche Facebook, Instagram, Telegram. Senza dimenticarci di Twitter, Snapchat, le applicazioni per la salute e massima attenzione persino alle tradizionali mail. Ogni strumento può teoricamente essere usato contro gli utenti.
“I rischi legati all’installazione di app come TikTok, Instagram e Facebook sono diversi e, ovviamente, legati alla privacy in quanto viene tracciata qualsiasi attività digitale. Essendo direttamente riconducibile ad un individuo è facile intuire come i dati ricavati da queste app possano essere usati in diversi modi. Che vanno dalla profilazione a scopo di marketing ad attacchi cyber mirati per esempio a istituzioni o enti pubblici”, ha fatto notare Fedele.
L’unico modo per limitare i rischi? “Prestare attenzione ai dati e alle informazioni che accettiamo di dare e fare scelte ben ponderate, soprattutto chi lavora in settori strategici”, ha chiarito l’esperta.
La guerra di TikTok
Commissione europea, Consiglio e Parlamento europeo sono stati chiarissimi. Le principali istituzioni dell’Ue hanno bandito TikTok dai telefoni dei propri dipendenti per motivi di sicurezza informatica.
Due, in particolare, sono le criticità evidenziate da molti governi occidentali. La prima riguarda le modalità di trattamento dei dati degli utenti, tanto più dopo l’ammissione della casa madre di aver tracciato alcuni giornalisti americani. Allo stesso tempo, i riflettori sono puntati sull’eventualità che la Cina possa sfruttare questo canale per condividere la propria propaganda politica in Occidente.
La guerra di Tik Tok è insomma una vera e propria appendice del confronto geopolitico tra Stati Uniti e Cina. “Il punto è che siamo in un momento storico molto complesso, in piena rivoluzione / evoluzione tecnologica e sia Cina che Stati Uniti puntano al primato nel settore”, ha commentato Fedele.
L’applicazione, di proprietà della società cinese ByteDance, è finita nel mirino di governi e autorità di regolamentazione occidentali. E questo a causa delle preoccupazioni che Pechino possa utilizzare la app per raccogliere i dati degli utenti o promuovere i propri interessi all’estero. Eppure, come detto, Tik Tok non è certo l’unica app ambigua in termini di privacy e sicurezza.
La situazione in Europa
Per quanto riguarda l’Europa, il divieto di TikTok imbastito dalle tre istituzioni europee sarà valido a partire dal 20 marzo. Bruxelles ha spiegato che si applicherà ai dispositivi aziendali, come telefoni cellulari e tablet, registrati nell’applicazione di gestione mobile del Parlamento.
In Danimarca il governo ha inviato una raccomandazione ai membri del parlamento e ai dipendenti. Il consiglio, non ancora un ordine, è quello di rimuovere la app per ragioni di cybersicurezza. Sulla stessa lunghezza d’onda la Germania e l’Olanda. In Italia, al momento, ancora tutto tace.
Chi ha vietato TikTok
Gli Stati Uniti hanno emesso ordini che vietano l’uso di TikTok sui dispositivi mobili controllati da dipendenti e rappresentanti del governo. Le agenzie governative e i governi federali hanno un mese di tempo per eliminare la app da ogni dispositivo. Su 50 Stati federali, 32 hanno emesso il ban contro la presenza della app cinese sui dispositivi elettronici dei soliti dipendenti e rappresentanti pubblici. Niente TikTok, ovviamente, neppure tra i corridoi della Casa Bianca.
In Canada i dipendenti e i funzionari hanno dovuto disinstallare l’applicazione entro il 28 febbraio 2023. L’India ha imposto un divieto a TikTok e a dozzine di altre app cinesi, inclusa l’app di messaggistica WeChat, nel 2020 per problemi di privacy e sicurezza. Alle società è stata data la possibilità di rispondere alle domande sui requisiti di privacy e sicurezza, ma il divieto è stato reso permanente nel gennaio 2021.
Nel dicembre 2022 Taiwan ha imposto un divieto del settore pubblico. Più in generale, i dispositivi governativi – inclusi telefoni cellulari, tablet e computer desktop – non sono autorizzati a utilizzare software di fabbricazione cinese.
In Pakistan le autorità hanno temporaneamente vietato TikTok almeno quattro volte dall’ottobre 2020, citando la preoccupazione che l’app possa promuovere contenuti immorali. Discorso simile, infine, per l’Afghanistan.