Perchè leggere questo articolo? Cosa porta a spendere decine di miliardi di dollari all’anno per recuperare qualche chilo di sassi dal nostro satellite? Un valore simbolico elevatissimo, ma anche potenziali guadagni dalle dimensioni inesplorate. Pechino, come Washington, lo sa
Se la missione avrà successo, il 25 giugno nel deserto della Mongolia attereranno i due chili di campioni di rocce estratti dalla superficie nascosta della Luna pochi giorni fa dalla missione cinese Chang’e 6. Sarà la prima volta nella storia in cui sarà possibile analizzare materiali dal “dark side” del nostro satellite. Che oscuro non è. E neanche non illuminato dal sole. Ma che presenta caratteristiche significativamente diverse rispetto al volto lunare che conosciamo. Ed anche questo costituisce motivo di interesse per gli scienziati.
Dopo Usa, Russia, India, Giappone e dopo il lander privato di Intuitive Machine, Odysseus, la Cina è dunque il quinto Paese a raggiungere la superficie della luna. E da quaggiù le domande sono le stesse che si ripropongono da ormai sessanta anni. Il sogno della conquista dello spazio vale l’enorme investimento economico che richiede? Che risultati avrebbe potuto conseguire l’umanità se avesse utilizzato tali immense risorse qui sulla Terra? Quali potenziali dischiuderà alla conoscenza ed allo sviluppo della nostra specie scoprire di che materia sono fatti i sassi sulla Luna?
Quando costa andare sulla Luna per raccogliere alcuni sassi
Domande che possono apparire tanto provocatorie quanto ingenue. Prima di provare a dare loro una risposta, presentiamo qualche numero. Gli Stati Uniti, come dettagliato dal Time, impegnano lo 0,4% del propropio budget per i progetti della Nasa. Ovvero 25,4 miliardi di euro nel 2023. Ai tempi delle missioni Apollo, l’impegno era addirittura del 4%. Dieci volte tanto. Pare impensabile tornare a quei livelli, ma a Houston sperano di tornare almeno ai tempi del 1999 quando l’impegno si avvicinava ai 30 miliardi di dollari, aggiornati all’inflazione attuale. E la Cina? I dati ufficiali riportati nel Libro Blu parlano di un investimento annuo di 15,15 miliardi di dollari. Quasi la metà degli Stati Uniti. Ma con una significativa differenza: Pechino non ha problemi ad attingere per il programma spaziale anche alle ingenti risorse della Difesa. Rendendo più problematico un calcolo preciso dell’investimento annuo.
Luna, il sogno di Xi
E dunque. Che interessi ha la Cina ad assumere un ruolo di primo piano nella corsa spaziale e nella (ri)conquista della Luna?
La missione Chang’e 6 fa parte di un programma più ambizioso che mira a portare astronauti cinesi sul suolo lunare entro il 2030. Per poi creare nel decennio successivo in collaborazione con altri Paesi come Russia, Bielorussia, Pakistan, Sud Africa una stazione di ricerca internazionale sul satellite. Piani che non si improvvisano da un anno con l’altro. E difatti l’orizzonte dentro cui la potenza orientale si sta muovendo sono stati definiti ormai diverso tempo fa.
“L’esperienza ci dice che le grandi imprese iniziano con i sogni, e i sogni sono la fonte della vitalità. La Cina è una nazione che persegue i sogni con coraggio“: con queste ispirate parole nel febbraio del 2019 Xi Jinping dialogava con i protagonisti della missione Chang’e 4. Ma di quale materia sono fatti i sogni cinesi? Sorpresa: potere e ricchezza. La sfida di Pechino si muove infatti su questi due binari.
Come ai tempi della Guerra Fredda tra Usa e Urss, la Cina usa le conquiste spaziali per affermare la propria egemonia tra le altre potenze. Una prova di forza. Da convertire immediatamente in combustibile per la propaganda ad uso interno. Enorme fu l’orgoglio quando la bandiera cinese, prima nel Ventunesimo secolo, sventolò sul suolo lunare a sancire il successo della missione Chang’e 5. Ora l’esplorazione del lato nascosto della Luna, preludio del futuro allunaggio con astronauti.
“La decisione del Comitato Centrale di implementare il progetto di esplorazione lunare è quella di perseguire il sogno irremovibile della nazione di volare in cielo e raggiungere la luna… Nel viaggio di costruzione di un grande paese socialista moderno e di realizzazione del grande ringiovanimento della nazione cinese , ogni settore e ogni persona dovrebbe sognare e lottare con coraggio e realizzare i propri sogni con sforzi ardui e continui, passo dopo passo e testimone dopo testimone, proprio come in una staffetta”, sono ancora parole del presidente Xi Jinping.
Luna, di cosa sono fatti i sogni cinesi
Ma torniamo al punto iniziale: la conquista della Luna riveste davvero un valore simbolico così grande da giustificare le enormi spese che comporta? La risposta risiede nel secondo motivo, quello meno sbandierato e decisamente meno simbolico. Ma non per questo meno significativo. Lo evidenziò già nel 2002 l’allora capo del programma di esplorazione lunare cinese Ouyang Ziyuan: “Lo scopo e il compito a lungo termine è quello di creare una base sulla Luna per sfruttare e utilizzare le sue ricche risorse“.
Concetti ribaditi un anno dopo: “La Luna potrebbe fungere da nuovo e straordinario fornitore di energia e risorse per gli esseri umani… chi per primo conquisterà la Luna ne trarrà vantaggio… stiamo anche guardando più lontano, nel sistema solare, su Marte”. Il suo successore Luan Enjie ribadì: “La prospettiva per lo sviluppo e l’utilizzo delle risorse minerarie ed energetiche del potenziale lunare forniscono riserve di risorse per lo sviluppo sostenibile della società umana”. Di quali risorse parliamo? Le materie note sono ghiaccio d’acqua, elio-3 (un combustibile per la fusione nucleare) e titanio. Che ci sia anche dell’altro è un antico sogno, sinora sempre disatteso. Ma Xi non vuole smettere di sognare. E ha i mezzi e la volontà per farlo.