Perché questo articolo potrebbe interessarti? Per quasi l’intero 2024, i cittadini italiani e di altri quattro Paesi dell’Unione Europea non avranno più bisogno del visto per entrare in Cina. L’obiettivo di Pechino: far ripartire il turismo e facilitare “lo sviluppo di alta qualità”. Così il Dragone non vuole perdere l’Europa.
Una misura “sperimentale” per favorire il ritorno del turismo, “facilitare” gli scambi internazionali di persone e consentire “un’apertura di alto livello verso il mondo esterno”. La Cina ha giustificato così la sua ultima decisione: quella di consentire ai cittadini provenienti da Italia, Francia, Germania, Spagna, Paesi Bassi e Malesia di entrare nel Paese senza prima dover ottenere un visto.
In altre parole, dal 1 dicembre 2023 al 30 novembre 2024, le persone dei Paesi sopra elencati che vorranno visitare la Repubblica popolare cinese per turismo, affari o altro ancora, potranno farlo senza alcun visto. A patto, si specifica, che il soggiorno non superi i 15 giorni e che i soggetti in questione siano titolari di passaporto ordinario. Chiara l’intenzione della Cina: rafforzare i legami con alcune nazioni chiave, rianimare il turismo nell’epoca post Covid e, insieme, rilanciare l’economia nazionale.
Una misura turistica ma anche economica
Attualmente, la gran parte dei viaggiatori ha bisogno di un visto per entrare in Cina. Tra i rari esempi di esenzione figurano i cittadini di Singapore e del Brunei, che allo stato possono contare su un periodo free visa di 15 giorni. Lo stesso del quale godranno presto anche quelli provenienti, tra gli altri, dall’Italia.
A marzo, Pechino ha ripreso a rilasciare tutti i tipi di visti, per la prima volta dallo scoppio della pandemia del Covid-19 risalente al dicembre del 2019. Adesso, per il Dragone, è arrivato il momento di voltare pagina. Il governo cinese, infatti, sta cercando di ristabilire la propria immagine nel mondo, dopo essersi scontrato con molti Paesi occidentali su vari dossier tra cui il citato Covid, i diritti umani, Taiwan e il commercio.
Non solo: c’è da considerare, ovviamente, la dimensione del turismo. Nei primi sei mesi dell’anno, la Cina ha registrato 8,4 milioni di ingressi e uscite di stranieri. Il tutto a fronte di 977 milioni per tutto il 2019, l’ultimo anno prima della pandemia. Il governo cinese si sta dunque impegnando per cercare investimenti esteri nel tentativo di rilanciare un’economia stagnante.
Mentre alcuni ceo hanno visitato la Cina per fiere e riunioni ad alto livello – tra cui Elon Musk di Tesla e Tim Cook di Apple – i turisti stranieri sono ancora una rarità oltre la Muraglia. Attenzione però, perché il regolamento sui visti in questione non è solo turistico. Ha anche una rilevanza economica, contribuendo a rafforzare la fiducia delle imprese nei confronti del gigante asiatico. “È positivo che le autorità stiano adottando misure per facilitare gli scambi interpersonali”, ha commentato, non a caso, la Camera di Commercio europea in Cina.
La Cina guarda all’Europa
Nel corso del 2023 abbiamo assistito ad un aumento dell’interesse per la Cina come destinazione turistica tra gli europei. I dati dell’agenzia di viaggi online Trip.com, ad esempio, mostrano un aumento del +663% delle prenotazioni complessive dall’Europa rispetto al 2022, e un aumento di quasi il +29% rispetto al 2019.
La tempistica dell’annuncio cinese sui visti è inoltre degna di nota, in quanto ha preceduto l’incontro tra il ministro degli Esteri cinese, Wang Yi, e il suo omologo francese, Catherine Colonna. I due ministri si sono incontrati a Pechino, nel fine settimana, per migliorare le relazioni, in particolare a seguito di un’indagine europea anti-sovvenzioni sui veicoli elettrici cinesi che ha aggravato le tensioni commerciali.
Inoltre, con il vertice Ue-Cina previsto per l’inizio di dicembre, si prevede che l’accesso senza visto sopra spiegato faciliterà i viaggi oltre la Muraglia degli investitori stranieri dei Paesi europei. Anche di quelli provenienti dall’Italia.
Ricordiamo che i rapporti commerciali tra Italia e Cina si fondano su un interscambio annuo che ha raggiunto i 73,9 miliardi di euro nel 2022. L’ultimo anno, le esportazioni italiane in Cina hanno raggiunto il valore record di 16,4 miliardi di euro, mentre le importazioni hanno raggiunto i 57,5 miliardi di euro.