Ghali a La Mecca per la fine del Ramadan. Una immagine divenuta virale sui social, quella del 30enne rapper milanese assorto in un momento di preghiera circondato da altri fedeli islamici, avvolto nel tradizionale abito bianco. Perchè questa immagine ha generato egualmente entusiasmi e irritazione in tale misura nelle ultime ore? La verità è che in sé è una non notizia. La fede musulmana di Ghali è risaputa. Non può dunque sorprendere la sua scelta di intraprendere un pellegrinaggio nella città sacra. L’immagine è artefatta, costruita e scenografica, obietta qualcuno. Vero. Ma d’altra parte queste sono le regole di ingaggio sui social per un personaggio pubblico come è Ghali.
“Smettetela di farmi sentire sbagliato a essere musulmano”: la frase di Ghali del 2020
Lo scatto del cantante non è accompagnato da nessun testo a commento. Piccolo debunking: la frase con cui il Corriere sta facendo circolare l’immagine sui propri social è sì di Ghali, ma il rapper l’ha pronunciata nel lontano ottobre del 2020: “Smettetela di farmi sentire sbagliato a essere musulmano, non potrò cancellarlo da me ed è giusto che ognuno di noi decida per sé senza imporlo a nessuno. Non facciamoci influenzare da chi vuole farci passare per mostri perché siamo solo gli ennesimi a cui vogliono cancellare la storia”. E’ una scelta del quotidiano e non di Ghali quella di associare quella immagine a quelle parole.
Ghali e Salvini: chi fa propaganda religiosa?
Altri, a prescindere, interpretano il post dell’artista come propaganda islamista. Se manifestare la propria fede condividendo un momento vissuto con pienezza e sincerità è propaganda, allora sì: si tratta di propaganda islamista. A fare i malpensanti, Ghali ne uscirebbe probabilmente comunque meglio della sua nemesi. Ovvero quel Matteo Salvini che in particolare tra il 2018 ed il 2019 non perdeva occasione di citare nei propri discorsi la Madonna, ostentando anche sui social i suoi atti di devozione mariana. Propaganda cattolica?
Le dure prese di posizione di Ghali su Israele e Gaza
Quello che accomuna entrambi è ad ogni modo la consapevolezza della dimensione (anche) politica della loro fede religiosa. Che Ghali ha manifestato molto più chiaramente in numerose altre occasioni in passato. La viralità dell’immagine da La Mecca pare infatti più conseguenza della posizione centrale assunta dal rapper nel dibattito politico attuale riguardo al conflitto a Gaza. Dall’uso della parola “genocidio” sul palco di Sanremo al post su Instagram di un mese fa. Quando, a inizio Ramadan, aveva scritto: “Il momento giusto per vivere la gratitudine che ho per Dio, per tutta le gente che in questo paese ha mostrato di saper stare dalla parte giusta e che grazie alla quale non mi sono sentito solo”. Polemizzando con veemenza contro i suoi colleghi artisti e gli altri esponenti dello show-business che a suo dire non avrebbero preso una posizione pro Palestina e anti-israeliana per questioni di convenienza. Questo il retroterra a partire dal quale si sono scatenati hater e fanboy. Per commentare una immagine che resta una non notizia.