Perché leggere questo articolo? Gianni Berrino, il Savonarola di Sanremo che ha proposto il carcere per i giornalisti. Ritratto del capogruppo in Commissione Giustizia di Fdi.
Giornalisti in carcere, con pene da 1 a 3 anni, che possono diventare 4 e mezzo e multe da 50 a 120mila euro. Proposto il reato, indovinate il Paese. L’Iran degli Ayatollah? L’Ungheria di Orban o la Russia di Putin? Anche, ma non solo. Ieri sera l’Italia ha provato a iscriversi a questo prestigioso club. Lo ha fatto grazie a una mente illuminata: quella di Gianni Berrino. Ieri, il capogruppo di Fratelli d’Italia in Commissione Giustizia ha tentato li Blitz – tipo i tedeschi negli Anni Trenta. La sortita è stata respinta in Senato, ma l’aria da Ventennio resta.
Gianni Berrino, il Torquemada di Fratelli d’Italia
Eppure, Giovanni detto Gianni Berrino sarebbe nato nella città dei Fiori e della Musica. Come può un uomo nato nel 1964 a Sanremo partorire un’idea così feroce? Nell’anno di nascita di Berrino il Festival veniva vinto da Gigliola Cinquetti con “Non ho l’età”, davanti a Bobby Solo con “Una lacrima sul viso”. Due pezzi che si prestano bene a raccontare una amore struggente, o quattro anni e mezzo di condanna per un giornalista.
Prima di entrare in parlamento vestendo i panni del Torquemada ligure, Berrino si laurea in Giurisprudenza. In parallelo con l’attività di avvocato, inizia a muovere i primi passi in politica. Entra in Alleanza Nazionale nel 1995, anno di fondazione del partito che Gianfranco Fini ideò per cancellare quel passato che le recenti proposte di Berrino sembrano voler revocare.
Da Sanremo al Parlamento
Berrino entra giovanissimo in Consiglio comunale a Sanremo. Nel 2015 è stato eletto in Regione, dove è stato nominato assessore al Turismo, al Lavoro e ai Trasporti. Rieletto una seconda volta nel 2020, ricopre la carica fino al 2022, anno delle Politiche che sancisco l’arrivo allo scranno parlamentare. Berrino viene eletto senatore per Fratelli d’Italia nel collegio uninominale di Imperia-Savona.
“Vado felicemente a Roma, ma un po’ di dispiacere per lasciare la giunta regionale dopo sette anni di lavoro c’è” aveva dichiarato la notte del 25 settembre. La vittoria dell’esponente dell’ala più identitaria di Fratelli d’Italia in Liguria, non era mai stata in discussione. Anche perché, nel suo territorio, centrosinistra e Pd avevano candidato la paracadutata Sandra Zampa. Il risultato è stato 44,93% per lui, 28,51% per lei. Al terzo posto, il commercialista di Beppe Grillo, in quota M5s, Enrico Maria Nadasi, con il 12,75% delle preferenze.
Berrino “uomo del territorio” e “mente” dietro il carcere ai giornalisti
“Credo sia molto importante che sia stata eletta una persona che viene dal territorio, che è radicata nel suo territorio di appartenenza e che per questo territorio ha lavorato per sette anni. Oltre che essere molto felice per il risultato personale, credo che sia una cosa molto buona per la Liguria” aveva dichiarato Berrino la notte dell’elezione. Una dichiarazione che l’Associazione Ligure dei Giornalisti non ha dimenticato. “Il senatore Berrino dovrebbe occuparsi di portare in Parlamento i problemi della Liguria, la regione in cui è nato e dove è stato eletto, invece che presentare disegni di legge che prevedono di mettere le manette ai giornalisti“.