Perché leggere questo articolo? Aldo Giannuli, storico e politologo, commenta tra il serio e il faceto la debacle elettorale del Movimento Cinque Stelle alle Europee.
“Il motivo del funerale dei Cinque Stelle? Ehm, volevo dire della crisi del M5s“. Ad Aldo Giannuli, storico e politologo, non manca l’ironia nel commentare la debacle elettorale della formazione di Conte alle Europee. Dal comico, il già docente di Storia del Mondo Contemporaneo alla Statale di Milano e consigliere di Gianroberto Casaleggio, passa al macabro: “Il movimento 5 stelle è morto anni fa, con la morte di Gianroberto. Poi è stato un peggioramento contino. Paradossalmente il grande successo è stato postumo, infatti è durato pochissimo”.
La fine del Movimento secondo Giannuli
Giannuli ritiene che il Movimento sia arrivato alla sua fase terminale. “La storia del M5s si riassume in due fasi. La prima è quella della lotta contro la casta, fatta con ingenuità e populismo, ma con sincerità. Il momento migliore è stato il referendum di Renzi del 2016, in cui il Movimento è stato cruciale per bocciare quella controriforma. Poi è iniziata una seconda fase, quella di governo. Ora il Movimento è finito“.
La storia del Movimento spiega anche perchè in queste Europee è stato abbandonato dal tradizionale bacino del Sud. Secondo Giannuli, “il legame tra M5s e Sud non è stato un fuoco di paglia. Se è vero che ha sempre stentato nelle città del Nord, al Sud il Movimento è sempre andato bene. Fino al grande boom, figlio del reddito di cittadinanza. La fine dell’amore è frutto della fine dell’impegno contro la casta. Al Sud c’è sempre stato un forte sentimento di anti-politica. Le due idee forza hanno abbandonato il Movimento.
Campo Largo? No, campo santo. La sinistra si mangia il M5s
Lotta alla casta e assistenzialismo sembrano aver abbandonato il M5s. Che ora conosce un crollo, inevitabile secondo Giannuli. “E’ semplice: al Sud avevano più voto e lì ne hanno persi di più. L’elettorato ha fatto fuori con saggezza Movimento e Centro. I due inutili della politica italiana. Con una differenza. Renzi e Calenda potrebbero avere futuro, finendo in uno dei due poli (ragionevolmente un grande Centro” con Forza Italia).
Dove potrebbe finire il Movimento, nel Campo Largo? La risposta di Giannuli è caustica: “Io vedo un campo santo. Il Movimento non ha futuro. Il grosso dell’emorragia dei Cinque Stelle andrà a sinistra. Ma attenzione, oltre la metà del voto rimasto al Movimento, in futuro finirà nell’astensione. Dei rimasugli prevedo che una parte più corposa andrà a sinistra”. Secondo Giannuli, “il grosso dello scontento elettorale del Movimento – la minoranza che non finisce nell’astensionismo – potrebbe essere raccolto da Alleanza Verdi e Sinistra“.
Giannuli: “Conte non rappresenta nulla per il Movimento”
Giannuli indica il principale indiziato dell’omicidio del Movimento, il leader. “Conte non ha mai rappresentato nulla, né come capo del Movimento, né come presidente del Consiglio“. La posizione dell’ex premier è in crisi, ma non è detta ancora la parola fine. “Arriveranno siluri da Casaleggio e Grillo, ma sarà difficile disarcionare il leader: Conte non è uomo da dimissioni”. Giannuli ipotizza alcuni scenari di cambiamento interno al M5s. “Alcuni vecchi, come Toninelli e Di Battista, stanno tornando sulla scena. Potrebbe esserci una rivolta dei gruppi parlamentari. Qualcosa bolle in pentola, ma la vedo dura“. Per il futuro si parla di una donna? “Sicuramente non Raggi, forse Appendino. Ma il nome perfetto al femminile è uno solo”. Quale? “Santa Rita da Cascia” conclude ridendo Giannuli.