Perchè questo articolo potrebbe interessarti? Giuseppe Civati è uno dei personaggi di spicco della sinistra contemporanea. Il suo partito “Possibile”ha aderito alla lista Alleanza Sinistra-Verdi. Civati è anche titolare di una casa editrice che affronta tematiche politiche e sociali con taglio progressista.
Un impegno per cambiare la legge elettorale. E migliorare il rapporto tra politica e cittadini. Giuseppe Civati, capolista al Senato a Bologna per la lista Alleanza Sinistra-Verdi a cui ha aderito il suo partito Possibile, fissa una priorità istituzionale: «Le persone hanno bisogno di un sistema in cui possano scegliere il proprio candidato». Il motivo? «Per combattere l’astensionismo». Nell’intervista a True-news.it, Civati rilancia la sua battaglia per il clima: «Non facciamoci ingannare dal nucleare», e promette battaglia contro la flat-tax: «Usano il termine inglese per non dire che si chiama “regalo ai ricchi”».
Quale sarà la battaglia che vuole portare subito in Parlamento?
Ho aperto una chat per comunicare con le persone le domande più comuni sono “ma come si vota?”, “posso esprimere le preferenze?”, “cosa significhi voto all’uninominale?”. Ed è difficile spiegare come funziona la ripartizione dei seggi. Uno pensa che Civati verrà eletto, perché è capolista, e invece serviranno di molti più voti di quelli previsti per il superamento della soglia di sbarramento.
La riforma elettorale come priorità?
Tutte le volte bisogna cambiarla, poi lo si fa a fine legislatura per interessi di parte e il risultato è questo. Il Rosatellum è un sistema indecente. Voglio aprire un ufficio sinistri elettorale al Senato. Insomma, la prima cosa di cui mi occuperei è la legge elettorale.
Quale modello vuole proporre?
C’è bisogno di un sistema in cui l’elettore possa scegliere il proprio candidato, o con un meccanismo di collegi piccoli o con la preferenza. Non ho un modello precostituito: il mio pallino è quello dei collegi piccoli. Ma andrebbe bene qualsiasi soluzione, basta che si valorizzi la scelta dell’elettore. Al contrario di quanto succede adesso.
Qualcuno potrebbe dire: tra tante priorità si occupa di legge elettorale?
So che altri risponderebbero in maniera diversa, ma mi preoccupo degli strumenti della democrazia. Oltre alla legge elettorale penso al referendum, alla raccolta delle firme digitali, alla partecipazione al voto dei fuori sede. Sono strumenti di democrazia diretta. E in Italia, nella migliore delle ipotesi, siamo indietro di 50 anni. Non è una questione di interessi di parte: attiene al rapporto con il territorio e con l’opinione pubblica, per contrastare davvero l’astensionismo. È un problema che riguarda la qualità della democrazia.
È disponibile ad affrontare il tema della riforma costituzionali?
C’è bisogno di attuare tanti articoli della Costituzione, invece di cambiarla. Sono molto scettico sul presidenzialismo. Preferisco una politica che costruisca il rapporto con il cittadino e non indichi scelte lontane come succede in altri Paesi. Non mi piace il modello presidenziale.
Oltre alle riforme, ci sono le emergenze. Cosa bisogna fare per fronteggiare i rincari delle bollette?
Io non sono stato un tifoso di questo governo e sono sempre stato scettico sulle larghe intese. Ma la cosa più incredibile è che, chi lo ha fatto cadere, ora si appella a Draghi per salvarci dall’autunno. Tocca a un presidente del Consiglio dimissionario mettere a posto le cose prima che arrivino quelli nuovi. È un comportamento di inciviltà politica totale. Far cadere il governo prima di un autunno come questo è stata una follia totale.
Nel concreto quali sono le azioni da attuare?
Bisogna intervenire con risorse per attutire l’impatto delle bollette: in quesi mesi saranno un massacro sociale. Tutti gli strumenti per riformare il mercato sono ben accetti, ma è necessario dire che un intervento dello Stato, che temo sarà in debito, altrimenti dovranno finire in cassa integrazione decine di migliaia di lavoratori.
Sono soluzioni per l’emergenza, ma dopo cosa bisogna fare?
Adesso superiamo questo disastro. Dopodiché con lo stesso impegno andiamo a programmare una grande svolta sulle rinnovabili. Non facciamoci ingannare dal nucleare, che nella migliore delle ipotesi arriva nel 2035. A me sembra che la passione per il nucleare sia un modo per allungare la vita delle fonti fossili, senza assumere decisioni molto più radicali e convinte sul versante dell’energia pulita. Andrò con un pannello solare in Parlamento.
E sul fisco? Il centrodestra vuole la flat tax nei primi cento giorni di governo.
Usano l’inglese per dire flat tax ma si dice “regalo ai ricchi”. Siamo per il contrario: progressività e patrimoniale per le grandi ricchezze. Quindi sconti fiscali strutturali, non bonus. Spero che anche il Pd sia più convinto sulla progressività.
Non teme che la patrimoniale sia sgradita agli elettori?
Serve l’aumento dell’aliquota Irpef sul reddito per le persone che stanno molto bene e abbassarla a chi ha meno. La patrimoniale non vuole toccare la prima casa o la casetta in montagna, ma riguarda grandi patrimoni che si tramandano da generazioni.
Dopo le elezioni continuerà il confronto con il Pd?
L’impegno non termina con la campagna elettorale. Non si può ridurre tutto a fare quattro-cinque comizi o un paio di confronti in tv, per questo ho fissato già degli appuntamenti dopo il 25 settembre. Con Possibile abbiamo dimostrato di fare politica, crescendo come partito, anche fuori dal Parlamento.
Quindi si dialoga con il Pd?
Pare che Enrico Letta, per le cose che dice, sia diventato Civati. Voglio quindi essere ottimista che si possano superare gli errori del passato. Ma la prospettiva dipende ovviamente anche da cosa vuole fare il Pd in termini di politiche.
E Possibile proseguirà il cammino all’interno dell’alleanza Sinistra-Verdi?
Quando sono uscito dal Pd mi auguravo che si aprisse uno spazio a sinistra, lavorando per il clima. Mi sembra questo sia l’ambito migliore in cui stare. Ma con un’aggiunta: Possibile nasce per dialogare con tutti i progressisti. Non vogliamo fermarci a lavorare con questi interlocutori.
Ultima domanda: quanto è faticoso per Civati fare una campagna elettorale essendo associato a Casini?
Non è faticoso, io prendo voti per me e non per Casini, che è candidato dal Pd in un seggio sicuro. Quindi è molto semplice: chi vuole votare il centrosinistra, invece di votare chi candida Casini (il Pd, ndr), scelga chi candida Civati.