No ad un’alleanza strutturale con il Pd. Porte semi aperte con la Cina. A braccetto con il Pd, ma anche competitor. E regola del doppio mandato in stallo, con l’idea di una quota di meritevoli da “salvare” per il prossimo giro. Sono queste le prime novità che Giuseppe Conte, aspirante leader del Movimento, ha messo sul piatto dopo la rottura con l’associazione Rousseau.
Ma per quanto le azioni di Giuseppe Conte siano piuttosto lente e gattopardesche, qualche prima mossa sta arrivando. E tra le righe la novità che si può intuire, e che molti eletti temono, é soprattutto una: Giuseppe Conte vuole coinvolgere Alessandro Di Battista.
Giuseppe Conte e Alessandro Di Battista, una corrispondenza che va avanti da settimane
Il Che Guevara (ormai ex) grillino ora è in Bolivia, tra un reportage e l’altro, e guarda da lontano le vicende del Movimento cinque stelle. Ma il riferimento ad una “alleanza non strutturale” con il Pd, a non “stracciarsi le vesti per un mancato accordo” e una rinnovata competizione con il Partito Democratico non possono che piacere all’ex deputato. Una inversione ad U rispetto alla linea Di Maio-Grillo dell’ultimo anno, che tanto incensava l’unione con il Pd, e che forse si aspettavano in pochi.
Alessandro Di Battista, l’ex deputato avversato dagli eletti ma con consenso alle spalle
Ma Giuseppe Conte, che dovrà misurarsi presto o tardi con gli elettori, una cosa la sa: Alessandro Di Battista ha tanti voti dietro di sé. Fosse anche un 6, 7 o 8 per cento, sarebbe un ottimo acquisto per il premier uscente. Mentre gli uscenti al secondo mandato, dopo un logorio di anni di governo, quanto consenso hanno dietro le loro figure? Luigi Di Maio, specie in Regione Campania, é ancora popolare ma nel nord produttivo, per fare un esempio, c’è un vuoto cosmico nel Movimento. Così come in altre zone d’Italia.
Nuova segreteria? Con personalità a contatto con i territori
Da qui l’idea di Giuseppe Conte di affiancare a sé, in una ipotetica segreteria da far votare, persone che negli anni hanno tenuto un contatto con i territori. A partire dalle sindache Virginia Raggi e Chiara Appendino, che l’ex premier stima, ma anche Stefano Buffagni, ben visto nel nord produttivo. E il movimentista di prim’ordine, specialista dei comizi nelle piazze, Alessandro Di Battista.