Dice l’avvocato Mirko Mazzali, volto noto in tribunale e nella sinistra milanese: “Al Tribunale dei minorenni dopo 8 mesi dalla pandemia fissano 4 udienze tutte alle 12, causando ritardi e molte persone che aspettano. Ma di cosa stiamo parlando?”. Stiamo parlando del cortocircuito politico-giudiziario. Quello vero, per una volta. È andata in tilt la macchina della giustizia più di altre pubbliche amministrazioni come università, catasto, anagrafe, che pure fra mille difficoltà stanno rispondendo alle esigenze dei cittadini nei mesi della pandemia e dei lockdown (più o meno light). E se gli avvocati con un nome si lamentano, chissà cosa dovrebbero dire i giovani praticanti? L’esercito che attende l’Esame di abilitazione alla professione forense. Per mesi si è fatto finta che non stesse accadendo nulla e quindi, per esempio a Milano, a dicembre erano previste in Fiera le prove scritte con migliaia di candidati. Chi salta il turno – magari per ragioni di sicurezza, propria, degli altri o della propria famiglia – rimane nel limbo del praticantato. Che senza troppe speculazioni su prestigio e deontologia è prima di tutto un problema economico visto che ai giovani lavoratori del settore nel 90 per cento dei casi è garantito solo un rimborso spese. A Milano intorno ai 450-500 euro mensili. La soluzione trovata? Rinviare tutto. A quando? Chi lo sa.
Il 10 novembre 2020 il Ministero della Giustizia conferma il differimento delle prove scritte a date da destinarsi che saranno individuate il 18 dicembre in Gazzetta ufficiale. Probabile scelta la primavera 2021. Senza cambiare le modalità di svolgimento degli scritti (penale, civile e atto), semplicemente spostando in là nel tempo. È il “wishful thinking” che domina in via Arenula, convinti forse che a marzo 2021 il Covid sarà sparito. I praticanti infuriati scrivono ai consigli degli ordini delle rispettive città. Per ora hanno incassato l’appoggio solo di Genova. Legittimo il sospetto che per gli studi legali pagare 500 euro al mese una persona con anni di esperienza alle spalle non sia poi cosi male. Cosa chiedono i giovani professionisti? Di ottenere un esame orale abilitante per la professione, come già avviene per le altre (commercialisti, architetti, ingegneri). Gli è stato risposto che per un avvocato è fondamentale saper scrivere. Mentre un ingegnere, invece, quando progetta un ponte lo fa declamando i versi dei capitolati d’appalto ad alta voce